due chiacchiere

Quando meno te l’aspetti

Qualche settimana fa, rincasando dopo una lunga giornata passata a ripulire la casa in vendita, per prepararla per i nuovi proprietari (eh, sennò chi lo sentiva il talebano, se avessi lasciato la casa sporca ed impolverata!), vedo un foglio attaccato al portone d’ingresso del palazzo dove abito. All’inizio non gli presto molta attenzione, si tratterà del solito gattino smarrito, penso tra me e me. Però ha l’intestazione della compagnia che gestisce il condominio, quindi deve essere qualcosa di serio. Il laconico messaggio annuncia la scomparsa inattesa dell’amministratrice di condominio, insieme al giorno e luogo dei funerali. Ci sono rimasto di stucco: l’avevo vista proprio un paio di giorni prima, allegra e serena come al solito, ed avevamo pure scambiato due parole davanti al suo ufficio. Una signora un po’ riservata, ma sempre pronta e disponibile (al contrario dell’amministratore che avevo in Italia, vero Trap?).

Sapere che quella persona non c’è più mi crea un senso di disagio che non riesco a descrivere. Ho già scritto in passato del mio rapporto conflittuale con la morte. Specialmente quando ci ricorda che non bisogna mai dare per scontata un’amicizia o la relazione con una persona, pensando che tanto durerà per sempre. Rimandiamo le cose che vorremmo fare, e non ci curiamo delle persone intorno a noi come meriterebbero. Al contrario, ci incattiviamo pian piano, sviluppiamo una scorza dura per difenderci dai continui attacchi che riceviamo dalla società intorno a noi.

Qualche tempo fa ti raccontavo dello spavento che ho preso l’anno scorso, quando mi hanno trovato delle macchioline nei polmoni. In genere sono una persona ottimista, ma in quel caso la strizza mi è venuta per davvero. E proprio quello spavento è stato la proverbiale goccia che… mi aperto gli occhi, e mi ha fatto capire tante cose. Quella è stata l’occasione in cui ho deciso di ammettere a me stesso che il rapporto di coppia con Sunshine si era sfaldato ad un punto tale che non era possibile ricucirne i pezzi. La metaforica pianta del nostro sentimento era rimasta senz’acqua per tanto, troppo tempo. Non è stata una scelta facile: buttare all’aria tutti i sacrifici, mettersi in gioco a cinquant’anni ed affrontare l’incertezza di un futuro sconosciuto e solitario in un Paese straniero, non era proprio una passeggiata di salute. Ma alla fine il coraggio ha prevalso, ed ora sto decisamente meglio.

In tutto questo mi preparo pian piano al giorno in cui lo spettro della morte tornerà a bussare alla porta di una persona cara, il papà di Sunshine. Un omino che è riuscito a vivere per 50 anni in America imparando giusto due parole in croce d’inglese. E con il quale negli anni abbiamo costruito un rapporto di stima e di amicizia, sebbene lui tifi per l’Inter ed io per il Milan 😅. Qualche mese fa gli è stato diagnosticato un male incurabile all’intestino e, proprio come la mia vicina di casa, ha deciso di non volersi sottoporre a chemio o altre cure: alla soglia degli 85 anni, preferisce godersi in serenità quello che il Signore gli concederà. Non ti nascondo che vederlo spegnersi lentamente fa male al cuore, ma cerchiamo tutti di mantenere un sorriso quando lo andiamo a trovare.

La morale della favola di questo post è che troppo spesso diamo per scontato quanto sia preziosa la vita e quel briciolo di salute che ci viene concesso. Il mio è un invito a non lasciare che l’amarezza, la cupidigia, l’invidia e l’impotenza di fronte ai fatti del mondo, spengano quella fiammella di gioia e di spensieratezza che avevamo quand’eravamo piccoli. Custodiamo quei sentimenti gelosamente, perché non sappiamo quando la fiammella potrebbe spegnersi per sempre. Perché alla fine saremo soltanto quello che… gli altri ricorderanno di noi.

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Commenti

  1. Katrina Uragano ha scritto:

    E’ un discorso molto giusto.
    Diamo per scontato il fatto che avremo tempo. A volte rimandiamo, aspettiamo, procrastiniamo emozioni, visite. E invece tutto dura un soffio e andrebbe vissuto più intensamente, ogni giorno.

    Risposte al commento di Katrina Uragano

    1. camu ha scritto:

      Esatto. Il logorio della vita moderna ci porta alla deriva come la corrente del mare. Questi eventi ci ricordano di continuare a remare nella direzione in cui vogliamo portare la nostra esistenza.

  2. Trap ha scritto:

    Adesso siamo nella fase in cui analizziamo tutte le nostre esperienze passate, come per dire che più si è vecchi più si è saggi (anche se non è quasi mai vero), condivido la tua analisi. Non è semplice fare autocritica e ti faccio molti complimenti per gli innumerevoli sacrifici che hai fatto e mi dispiace che passino inosservati.

    Per concludere, lunga vita a Caira, ora e sempre!

    Risposte al commento di Trap

    1. camu ha scritto:

      Carissimo, la vostra vicinanza è stata ben più preziosa di quanto non possiate immaginare 🙂 E si, lunga vita al signor Caira.

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