Il primo gennaio del 1948 entrava in vigore la Costituzione della Repubblica Italiana, un documento in cui erano state raccolte le leggi che avrebbero consentito alla neonata nazione di progredire ed affermarsi come soggetto unico a livello internazionale. Di acqua sotto i ponti ne è passata davvero tanta: dal periodo di ripresa economica del dopoguerra, fino alla caduta del sistema dei partiti degli anni ottanta. Ma nella scuola del terzo millennio italico, viene ancora insegnata la base del nostro sistema istituzionale? Oppure davvero il sentimento nazionale è spesso sotterrato dalla paura di essere etichettati come “fascisti” o estremisti nazionalisti?
Personalmente sono sempre innamorato del mio Belpaese, per tutto quello che ha saputo rappresentare dal periodo dei Romani ad oggi. Mi dispiace vedere però la mancanza di rispetto da parte di tutti: dal semplice gettare la cartaccia per strada, alle grandi manovre economiche illegali. Passando attraverso il secolarismo e l’individualismo dilaganti, che ammorbano lo spirito di fratellanza che dovrebbe accomunarci sempre, non soltanto durante le partite della Nazionale.
In fondo ce lo meritiamo
Cosa possiamo pretendere d’altro canto, quando la televisione pubblica (e anche quella privata) preferisce rimbambirci con tette e culi, piuttosto che mandare messaggi di unità nazionale. E cosa possiamo ricavare dal pessimo esempio della classe politica di questi anni, attaccata alle poltrone più che al bene comune? Di certo nulla di buono: i ragazzi viziati dell’occidente opulento trovano più facile giocare alla Playstation, che non aprire un libro di storia per scoprire le proprie radici.