Qui in America la televisione italiana si può ricevere, dietro esborso del modico compenso di 15 euro al mese, come pacchetto aggiuntivo al proprio abbonamento con il servizio via cavo che porta a casa il doppino telefonico o la fibra. A differenza dell’Italia, infatti, le antenne non sono mai state particolarmente diffuse nel Paese a stelle e strisce, spesso per la scarsa qualità del segnale nei sobborghi pieni di alberi, colli e valli varie, e così sono quasi sempre le compagnie telefoniche a portare a casa anche il segnale televisivo, sfruttando il filo che portano a casa per combinare entrambi i servizi. Piccola curiosità tecnica a parte, una volta scelto un pacchetto con una compagnia, è possibile pagare qualcosina in più per sbloccare canali aggiuntivi, come suppongo si faceva in Italia con Mediaset Premium ed i pacchetti Sky per guardare la Serie A o altri canali sportivi. Per gli emigrati che volessero guardare qualche trasmissione in Italiano, esistono due canali, Rai International e Mediaset International, che di fatto sono un collage dei programmi che le rispettive reti trasmettono, messo insieme da una redazione ad hoc, che decide per noi cosa vale la pena guardare, senza possibilità di fare zapping. Leggi il resto : Niente male questi… Amici
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Giornate dell’accessibilità del web a Roma
Oramai di accessibilità del web si parla davvero poco, in un’era dove TikTok, Instagram e Snapchat la fanno da padrone. Per questo sono stato davvero contento di vedere che, in Italia, c’è ancora qualcuno che promuove iniziative volte a sensibilizzare l’opinione pubblica in materia. Il gruppo a cui partecipa anche Roberto Scano, da sempre uno dei profeti italiani del web accessibile, organizza anche per il 2023 la manifestazione Accessibility Days, che quest’anno si svolge sia in presenza che online. Se quindi ti trovi dalle parti dell’Università La Sapienza a Roma la prossima settimana, ti suggerirei caldamente di andare a dare un’occhiata e fare due chiacchiere con gli organizzatori. Ricordo ancora quando, nel lontanissimo 2007, partecipai all’evento Web senza barriere ed ebbi modo di scambiare due parole con Roberto: per me fu davvero un’esperienza quasi mistica. Che un po’ come San Paolo sulla via di Damasco, mi convertì definitivamente alla religione dell’accessibilità digitale.
Non serve vietare l’intelligenza artificiale, anzi
La notizia secondo cui in Italia sia stata vietato l’uso di ChatGPT è arrivata persino qui in America, dove tutti i massimi “esperti” continuano a dibattere sulle conseguenze che queste nuove tecnologie avranno sul genere umano. E mentre il Belpaese adotta un atteggiamento proibizionista, in Cina qualcuno affida a queste piattaforme persino la direzione di un’azienda. Quello che secondo me in molti non capiscono è che non c’è modo di fermare l’avanzata di questi strumenti, perché già sono intorno a noi in tantissimi aspetti della nostra vita quotidiana, e non ce ne rendiamo neppure conto. Dalle automobili imbottite di dispositivi di sicurezza per mantenere la distanza dal veicolo che ci precede, e che frenano quando si rendono conto di un pericolo, fino ai sofisticatissimi algoritmi che comprano e vendono azioni prendendo decisioni complesse (a volte clamorosamente sbagliate) in millesimi di secondo. Dai cellulari che rimuovono i difetti dalle fotografie che scattiamo, ai cervelli artificiali che controllano ogni aspetto delle nostre interazioni sui social. Leggi il resto : Non serve vietare l’intelligenza artificiale, anzi
Anche le batterie sono stressate
In realtà volevo intitolare quest’articolo “Anche le batterie, nel loro piccolo, si stressano”, in omaggio ad un classico della letteratura comica italiana che diventò una mia grande fonte d’ispirazione ai tempi dell’università, ma per esigenze editoriali (all’omino talebano seduto sulla mia spalla piacciono i titoli corti) ho scelto qualcosa di meno prolisso. Quisquiglie a parte, l’ispirazione per il post di oggi mi è venuta quando, qualche settimana fa, ho acquistato un nuovo portatile (un Dell Latitude 5491 ricondizionato dalla casa madre, al modico prezzo di 230 dollari, per i più curiosi), per rimpiazzare il mio fedele Asus acquistato due anni e mezzo fa. Sebbene a livello di prestazioni quest’ultimo fosse ancora più che adeguato alle mie esigenze, il problema era la batteria (non rimuovibile), che oramai in meno di un paio d’ore passava dal 100% ad un misero 15% di carica. Sono andato a spulciare su eBay ed Amazon per vedere quanto costasse una batteria di ricambio, ed ho visto prezzi intorno ai 60 dollari. A questo si aggiungeva un complicato lavoro di smontaggio per aprire le viscere del portatile e rimuovere quella vecchia. Così, quando ho visto il Dell in offerta, non c’ho pensato due volte. Leggi il resto : Anche le batterie sono stressate
Celebriamo con i fatti, non con le parole
In questi ultimi giorni ho letto dalle polemiche sulla campagna Open to Meraviglia (eh già, perché quelli di memoria corta dimenticano che queste cose succedono sia a destra… che a sinistra) agli attacchi ad Elly Schlein per aver confessato in un’intervista su Vogue di avere una personal shopper da 300 euro l’ora (e quindi apparentemente lontana e distaccata dalla classe sociale che il suo partito dovrebbe difendere e rappresentare). Ho letto della kermesse sottotono che si è tenuta a Roma per la festa dei lavoratori, che più che un concerto, ogni anno diventa il luogo dove polemizzare a tutto spiano sull’operato del governo di turno. Invece non ho letto praticamente da nessuna parte che l’Italia, insieme alla Spagna, in questo primo trimestre del 2023, è tra le poche ad aver superato le previsioni degli analisti sul prodotto interno lordo, mentre la Germania arranca, e la Francia (altra cosa che i giornali stanno facendo di tutto per ignorare) da mesi si trova a fronteggiare una crisi interna ed uno scontento popolare senza precedenti. Insomma, come al solito la gente si lascia distrarre dalle cose stupide, per non pensare a quelle che contano davvero. Leggi il resto : Celebriamo con i fatti, non con le parole
Non ci batte più il cuore
In questo giorno di festa per il Belpaese, vorrei pescare fuori dalla pila di spunti di riflessione un breve intervento di Gramellini di qualche mese fa, che si riallaccia a quella notizia che abbiamo letto di una classe di studenti che ha deciso di rintracciare il loro vecchio professore solo e malato:
Quante volte nello svolgere azioni quotidiane ci batte ancora forte il cuore? In giro si vedono assuefazione, ossessione e finta trasgressione, ma pochissima passione. Ormai sembra che la vita si possa affrontare soltanto così: con disincanto, cinismo e sarcasmo, il fratello sgraziato dell’ironia. Ci si definisce in contrapposizione a chi si odia e si chiamano passioni i propri pregiudizi.
Si parla con la testa ad altre teste, e con la pancia ad altre pance. La parola «cuore» è stata bandita dal lessico dominante per il suo elevato tasso di glicemia. Ma la meravigliosa storia del professor Gastaldi e dei suoi eterni allievi ci ricorda che noi riusciamo a lasciare un segno nella vita degli altri solo quando siamo trasfigurati da una passione. Quando cioè quello che facciamo ci fa battere forte il cuore.
La giornata per portare i figli in ufficio
Per la curiosità di oggi (o per la precisione di ieri) dal Paese a stelle e strisce, vorrei parlare della Giornata in cui portare i propri figli in ufficio, ovvero Take your child to work Day, che quest’anno s’è celebrata appunto il 27 aprile. Una scusa per ragazzi grandi e piccini per saltare un giorno di scuole ed andare a conoscere i figli dei colleghi nell’ufficio di mamma o papà. Visto che io oramai lavoro da casa a tempo pieno, Sunshine ha deciso di portare entrambe le ragazze (guai a chiamarle bimbe, oramai!) con se a scuola, dove passeranno una giornata a giocare con gli studenti, grazie alle attività organizzate dalla scuola. Molti uffici allestiscono sale riunioni ed altri spazi con giochi e passatempi: ricordo quando lavoravo a New York, da noi c’era un funzionario dell’ufficio personale che faceva fare ai ragazzi un giro dell’edificio, ed in ogni stanza gli impiegati avevano caramelle o presentavano qualche piccola attività per spiegar loro di cosa si occupavano. Qualcuno regalava magliette, tazze ed altri ricordini vari. Leggi il resto : La giornata per portare i figli in ufficio
Cosa mi suggeriresti di guardare?
Come ho già detto in passato, approfitto dei fine settimana per guardare qualche film italiano (preferibilmente una commedia, dato che di roba drammatica ce n’è già abbastanza nella vita reale) mentre stiro camicie e pantaloni che uso nei giorni lavorativi. In genere do un’occhiata alla selezione disponibile su RaiPlay, ma ultimamente non riesco a trovare nulla di interessante, a parte i vecchi film di Totò che riguardo con piacere. Anche rivolgersi ai motori di ricerca per scovare qualche piccolo capolavoro è più complicato di quanto pensassi. Google mi ha suggerito Il grande salto e Belli ciao, ma non sono riuscito a finire nessuno dei due, non mi hanno ispirato ppè gniente. Il mio amico Josè, grande conoscitore della filmografia d’azione americana, è meno affidabile quando si parla di commedie, specialmente internazionali, quindi anche quello era un vicolo cieco. E così alla fine ho deciso di rivolgermi ai miei piccoli lettori qui sul blog, che di queste cose se ne intendono sul serio. Quale commedia italiana (anche non recente) ti è davvero piaciuta, e dici che valga la pena guardare?