C’è un’Italia che vince, anzi domina, in una delle competizioni più hi-tech del pianeta, l’Indy Autonomous Challenge, il campionato tra auto senza pilota realizzate da atenei di tutto il mondo: l’edizione 2025 è stata conquistata dal team italiano messo insieme dall’Università di Modena e Reggio Emilia, capeggiato dal professor Marko Bertogna del Dipartimento di Scienze Fisiche, Informatiche e Matematiche. Una vittoria che premia l’eccellenza, lo studio, l’analisi, la ricerca ed il futuro, in un mondo ancora inesplorato, e non solo dal punto di vista delle competizioni. Qui si sperimenta, in modo estremo, come avviene nelle corse, il comportamento delle auto senza pilota nelle condizioni più difficili. Leggi il resto di Velocità, intelligenza artificiale ed emozioni
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Bisogna vivere… nel momento
Oggi ti propongo un guest post del mio amico Trap (forse un giorno si svelerà l’arcano su questo nickname così fantasioso). Lui e la moglie mi sono stati molto vicini in queste settimane di tribolazione, e le nostre sedute psicanalitiche a parlare di Giorgia Meloni e Trump sono sempre una boccata d’aria fresca in questo mondo che continua ad andare a rotoli 😅. La riflessione che Trap ci propone oggi riguarda lo svilupparsi di quel legame quasi molecolare tra un uomo ed una donna. Non a caso gli americani dicono che c’è chemistry tra due persone, quando stanno davvero bene insieme. Parole che mi hanno fatto riflettere, su quello che avrei voluto dal rapporto con Sunshine, e che per un motivo o un altro non siamo riusciti a trovare. Non posso che ringraziarti, amico mio, per essere stato sempre pronto ad offrire un sorriso quando ce n’era bisogno. Leggi il resto di Bisogna vivere… nel momento
Altri falsi amici della lingua inglese
Ho già affrontato questo tema in passato, ma più passa il tempo, e più mi accorgo di quanti “falsi amici” vi siano nella lingua inglese. Ovvero parole americane che assomigliano a quelle italiane, ma che in realtà hanno un significato completamente diverso. Oggi voglio proporti una raccolta che potrà tornarti utile durante il tuo prossimo viaggio all’estero, non solo verso il continente americano, ma ovunque si parli l’inglese. Perché se qualcuno ti dice che sei stato brave nell’attraversare quel ponte sospeso tra le montagne del Nepal, non sta notando la tua agilità e bravura nel superare un’impresa di fronte alla quale molti si sono arresi, ma piuttosto sta osservando il tuo coraggio. Non è terrific? Leggi il resto di Altri falsi amici della lingua inglese
Vabbè no, le cannucce no
Di microplastiche avevo già parlato qualche mese fa, in occasione di uno studio scientifico secondo cui oramai l’inquinamento da polivinilici e polimeri vari è arrivato letteralmente ovunque, persino nei nostri testicoli. Quello delle plastiche che silenziosamente distruggono l’ambiente in cui viviamo è da tempo un tema a me caro, ma ridurre la quantità di plastica che usiamo nella vita quotidiana è una battaglia sempre più difficile da combattere. Specialmente quando hai il Presidente degli Stati Uniti che ti viene a dire “ma si, cosa vuoi che sia una cannuccia di plastica, lo squalo se ne farà una ragione”. La verità è che le plastiche monouso stanno appestando il nostro pianeta, ed il fatto che questi vecchi parrucconi non si preoccupino minimamente del mondo che abbiamo lasciato ai nostri figli, mi fa uscire il fumo dalle orecchie dalla rabbia. Leggi il resto di Vabbè no, le cannucce no
Un tempio induista nel cuore del New Jersey
Venerdì scorso, per San Valentino, non me la sono sentita di scrivere un post, per ovvie ragioni. Sono periodi un po’ concitati, in cui ho bisogno di ritrovare un po’ di serenità ed equilibrio interiore. Il blog mi aiuta a distrarmi, ma ho sempre la sensazione di non avere mai abbastanza tempo, o che il tempo scorra più velocemente del solito (siamo al 17 febbraio e mi pare fosse ieri che guardavamo questo 2025 cominciare a mezzanotte). Poi ci si mette anche il meteo, che puntualmente ogni fine settimana ci ha riservato maltempo, sotto forma di nevicate, temperature ben al di sotto dello zero, e via dicendo, a mettermi i bastoni fra le ruote quando vorrei avere un momento di relax e fare, che so, una passeggiata da qualche parte. Qualche settimana fa, comunque, non mi sono lasciato intimidire dalle temperature gelide, e sono andato a visitare un tempio hindu che hanno aperto da poco ad un’oretta di strada da casa mia: Swaminarayan Akshardham. Leggi il resto di Un tempio induista nel cuore del New Jersey
Mogli e buoi dei paesi tuoi
Gli antichi avevano proprio ragione, quando ammonivano le persone con quel modo di dire. Quello che ho scoperto in questi ultimi anni in cui le cose con Sunshine non andavano proprio bene, è che la differenza culturale tra lei cresciuta nel Paese a stelle e strisce degli anni 80, e me cresciuto in un angolo sperduto e rurale della Sicilia orientale, ha sempre costituito una barriera invisibile che ci impediva di comprendere i rispettivi punti di vista al cento percento. Si andava dalle cose più stupide, come la difficoltà nel farsi due risate insieme guardando un film di Fantozzi (un umorismo amaro che lei non ha mai compreso), fino all’approccio nel crescere le figlie. Quest’ultimo, a dirla tutta, è stato uno dei motivi che lentamente ci ha portato ad allontanarci: il mio punto di vista all’italiana, in cui le regole, le buone maniere e l’educazione erano i pilastri dello sviluppo cognitivo e della formazione di persone indipendenti, si scontrava sempre più spesso con l’intelligenza emotiva di Sunshine, che invece pensava più all’aspetto di integrazione sociale e di libertà tipiche della cultura americana. Abbiamo provato a trovare una quadra in questo contesto, ma finivamo spesso per pestarci i piedi, creando più confusione che altro nella testa delle figlie. Leggi il resto di Mogli e buoi dei paesi tuoi
Ma cosa ci dice il cervello
La mia giornata lavorativa comincia a mezzogiorno, grazie al fuso orario di tre ore che mi separa dal mio luogo di lavoro. Quindi ho spesso la mattina a disposizione per sbrigare commesse varie o per rassettare l’appartamento in cui mi sono trasferito da poco. A volte tiro fuori l’asse da stiro e faccio contento l’omino talebano seduto sulla mia spalla, che con il suo disturbo ossessivo compulsivo, odia grinze e pieghe varie sulle camicie. Per unire l’utile ed il dilettevole, accendo la televisione e mi guardo un film per passare il tempo mentre gli indumenti passano sotto il ferro caldo per essere stirati. L’altro giorno ce n’era uno di Paola Cortellesi che ha attirato la mia attenzione, da fan di quest’attrice: Ma cosa ci dice il cervello. Un film che mi ha colto di sorpresa per il cambio repentino di trama dopo le prime battute. Leggi il resto di Ma cosa ci dice il cervello
Dazi allo zero percento
Non è ancora passato un mese dall’insediamento di Trump e già non ne posso più e vorrei scappare da questo Paese pieno di matti in cui la qualità della vita per noi comuni mortali è peggiorata notevolmente negli ultimi vent’anni. E non lo dice un cretino qualsiasi come il sottoscritto, ma fior fiore di ricerche e statistiche che fanno vedere come in America si vive meno e peggio rispetto a tante altre nazioni nel mondo. Ti confesso di sentirmi in trappola, e la sensazione non è certo delle più piacevoli: se non fosse per il lavoro e le figlie, specialmente considerando i recenti cambiamenti nella mia situazione familiare, avrei già fatto i bagagli. Ma non ho le forze per rimettermi in gioco a cinquant’anni suonati, trovare un lavoro da qualche altra parte, e ricominciare da zero. Perché tutto sommato il lavoro che faccio adesso mi piace ed è una di quelle poche certezze che mi sono rimaste, ed a cui non vorrei rinunciare. Oramai per me, come direbbero i nostri cugini francesi, rien ne va plus. Leggi il resto di Dazi allo zero percento