due chiacchiere

Articoli recenti, pagina 5

Crostata di mele e crema

Mi sto facendo proprio vecchio, ed i primi acciacchi cominciano a farsi vedere in maniera più prominente. Qualche anno fa, ad esempio, il mio medico mi ha diagnosticato quella che in italiano si chiamerebbe sindrome idiopatica postprandiale, un nome complicato che in soldoni vuol dire che non potrò mangiare zucchero per il resto della mia vita, e che se sgarro, devo beccarmi un paio di giorni di mal di testa debilitanti che mi costringono a letto finché l’organismo non è ripulito da ogni minima traccia di sostanze zuccherine. Non ti nascondo che a principio è stato molto difficile accettare questa sentenza così drastica, per un siciliano come me, abituato a gustare un cannolo dopo il pranzo della domenica, o qualche bignè o torta alla crema in occasione di compleanni e ricorrenze varie. Pian piano ho imparato ad apprezzare il gusto della frutta ed a limitare gli “sgarri” ad una punta di cucchiaino del dolce di turno, rubata di nascosto e con la speranza che il mio cervello non ci faccia caso. Tutto questo per dire che la ricetta di oggi non è stata certo facile da scrivere (e anche per farti notare che ho quasi smesso di proporre dolci in questa rubrica), ma a detta di coloro che hanno avuto il piacere di assaggiarla, è una sfiziosa sorpresa per le cene estive con parenti ed amici. Leggi il resto : Crostata di mele e crema

Una parola inglese davvero versatile

Oramai le scuole sono finite da qualche settimana, i maturandi sono diventati più maturi, e la gente ha attivato la modalità estate, e si gode le meritate ferie e la bella stagione. Ed allora, per rimanere con un argomento leggero, adatto ad essere consumato tra una fetta d’anguria ed un bagno nelle acque cristalline delle spiagge d’Italia, ho pescato fuori il video qui sotto dalla lista di argomenti sulla lingua inglese. In cui Osho Rajneesh, un famoso filosofo indiano, ci racconta della versatilità di una ben precisa parola inglese, che ha un qualcosa di magico. Non ti anticipo nulla per non rovinarti la sorpresa. Dico solo che guarda caso, ne avevo già parlato quasi lo stesso giorno del lontano 2009. Ho pensato che fosse un modo divertente per allenare uno dei quattro componenti di una lingua straniera, l’ascolto. Ovviamente, se hai domande o idee specifiche, non esitare a farti vivo nei commenti. Leggi il resto : Una parola inglese davvero versatile

Tre mesi con i fogli di stile separati

Come forse ricorderai, a fine marzo (ammappa come passa il tempo!) avevo annunciato di star conducendo un esperimento sul blog, per capire se servire i fogli di stile e le funzioni JavaScript in un file a parte piuttosto che infilati direttamente nel codice sorgente della pagina, facesse alcuna differenza in termini di prestazioni e soprattutto risparmio di banda consumata sul server. Il verdetto dopo tre mesi? Nessuna differenza, a dimostrazione del fatto che la maggior parte dei visitatori che approdano in quest’angolino sperduto nella rete sono occasionali, giusto due de passaggio, per usare la famosa frase di Mario Brega nel film Borotalco.

In altre parole, una ragione per cui i fogli di stile in genere sono definiti a parte è perché il browser li conserva in un angolino (la cache, per usare il termine tecnico) e poi quando carica nuovamente la pagina, non deve farseli spedire dal server un’altra volta, risparmiando sulla quantità di dati che vengono trasferiti in rete. Ma se il visitatore è occasionale, la cache sarà sempre vuota, ed ecco che il trucchetto non funziona più, anzi: ogni pagina genererà richieste multiple al server per scaricare tutti i pezzi. Impacchettando un bel fagottino che contiene tutto e mandandolo al browser in un solo colpo si rivela, allora, una soluzione migliore. Tutto questo per dire che da questo mese ho reimpostato tutto come prima. Fammi sapere se noti qualche problema.

Siamo la generazione più felice

L’altro giorno, durante un momento di pausa, scorrevo distrattamente tra le cavolate che mi proponeva il mio feed di Google, e sono inciampato in un intervento che già dalle prime righe ha colto la mia attenzione. Una riflessione agrodolce di un autore sconosciuto sulla spensieratezza della generazione a cui appartengo, quella dei nati negli anni ’70. Un breve viaggio tra i bei ricordi d’infanzia che ancora oggi sono conservati in uno specialissimo cassetto della memoria che tutti, chi più chi meno, custodiamo gelosamente per il suo valore inestimabile. E così ho pensato di conservarlo su queste pagine, per poterlo apprezzare in futuro, quando mi capiterà per caso nuovamente tra le mani. Leggi il resto : Siamo la generazione più felice

Il Titanic delle pensioni italiane

Questo post non c’entra nulla con i recenti eventi dei 5 poveri disgraziati morti in fondo all’oceano. Durante una recente puntata della trasmissione radiofonica Uno, nessuno, 100Milan, il conduttore si è fatto una bella chiacchierata con Sergio Rizzo, editorialista del Corriere della Sera e vicedirettore di Repubblica, per parlare del suo ultimo libro Il Titanic delle Pensioni. L’annosa questione del futuro del sistema previdenziale italiano ritorna, di tanto in tanto, sotto i riflettori, quando questo o quel governo apporta delle modifiche all’età pensionabile, ai contributi necessari e via dicendo. In pochi, però, si rendono effettivamente conto della spirale perversa nella quale i nostri nonni ed i nostri genitori ci hanno lasciato. Da un lato si sono scritti regole per avere lauti benefici una volta raggiunta l’età prescritta (sistema retributivo, ti dice nulla?), e dall’altro non si sono preoccupati di mantenere un ricambio generazionale che potesse sostenere e pagare le loro pensioni. Leggi il resto : Il Titanic delle pensioni italiane

Windows e Linux vanno finalmente a braccetto

Che io sia da sempre stato un fan dei prodotti Microsoft non è poi un gran segreto. Sebbene in ufficio fossimo tutti dotati di postazioni Mac che costavano più della mia vecchia automobile, ho sempre ritenuto Windows più che sufficiente per le mie esigenze domestiche da spippolatore della domenica, come mi dicevano in Toscana. Dal media center precursore dei più moderni Firestick e Roku, al server VPN domestico, negli anni sono riuscito a piegare il sistema operativo di Redmond alle più svariate esigenze con poco sforzo. Negli anni, probabilmente grazie al vento della concorrenza di Cupertino, ho notato un lento ma inarrestabile miglioramento dell’ecosistema a cui ero tanto affezionato. Ora sul computer di casa ho Windows 11, e devo dire che soddisfa completamente tutte le mie necessità di sviluppo software, smart working, e passatempo. L’avvento di PowerShell, in particolare, ha portato una massiccia dose di benefici ed ha colmato definitivamente quella lacuna con MacOS di cui tutti eravamo consapevoli. Leggi il resto : Windows e Linux vanno finalmente a braccetto

Affilare le lamette del rasoio

Qualche settimana fa, mentre mi facevo la barba, ho notato che la lametta faceva un po’ fatica a scivolarmi sul volto. In tempi normali, non avrei pensato due volte a cambiarla con una nuova, d’altro canto sono quasi due mesi che la stavo usando. Ma con i chiari di luna ed i prezzi da capogiro che ci troviamo di fronte ogni volta che andiamo al supermercato, ho deciso di rivolgermi a San YouTube, che mi ha suggerito un trucchetto per estendere la durata di questo piccolo ma prezioso oggetto. Così ho deciso di conservare il video qui sul blog a futura memoria, e di cogliere i proverbiali due piccioni con una fava, sfruttando l’occasione per la lezione d’inglese di oggi, che si concentra sul listening. Già anni fa avevo usato quest’espediente per insegnarti come sbucciare correttamente una banana, quindi ho pensato di usare lo stesso espediente in quest’angolino di pubblica utilità quotidiana. Leggi il resto : Affilare le lamette del rasoio

Everything everywhere all at once

Accidenti, sono già passati tre mesi da quando Sunshine ed io abbiamo guardato gli Oscar a stelle e strisce in TV, ed abbiamo scoperto un po’ di film interessanti da guardare (quando riusciamo a non addormentarci sul divano dopo una lunga giornata a correre a destra e sinistra). Uno dei film che ci ha incuriosito di più, avendo vinto un sacco di statuette, è stata Everything everywhere all at Once (a quanto pare il titolo non è stato tradotto in italiano), e così abbiamo deciso di guardarlo qualche sera dopo. Giusto io e lei spaparanzati sul divano, dato che alle figlie questa roba non sembra interessare molto. I primi venti minuti sono stati un po’ confusionari, specialmente per Sunshine che sospettava si trattasse di un film distopico, di cui lei non va certo matta come me 😉 D’altro canto non avevamo letto recensioni o guardato nessun trailer, giusto per non rovinarci la sorpresa. Poi però a poco a poco abbiamo cominciato a capire di cosa si trattasse, e ad apprezzare lo stile narrativo scelto dai registi. Solito avviso prima di proseguire: qui nel seguito parlerò della trama del film, quindi non proseguire la lettura se non vuoi rovinarti la sorpresa. Leggi il resto : Everything everywhere all at once

Torna in cima alla pagina