due chiacchiere

Quanta caciara sul 25 aprile

I più maliziosi potranno pensare che in questi giorni non ho parlato del 25 aprile e delle solite ritrite polemiche intorno alla Festa della Liberazione italiana per il semplice fatto di essere vicino a Fratelli d’Italia, e quindi di conseguenza un simpatizzante del fascismo. Il che vorrebbe dire che per me questa commemorazione della sconfitta di Mussolini sarebbe un qualcosa di intollerabile. La verità è che non ne ho parlato perché per me non ha senso fare alcuna polemica su una data così importante nella nostra storia nazionale. Nel Paese a stelle e strisce, ad esempio, nessuno si sogna di far polemica sul 4 luglio: pur nella polarizzazione estrema in cui si trova la società americana, quel giorno è vissuto come un momento di unità nazionale. Il nostro problema è che non abbiamo mai fatto veramente i conti con quel passato, non c’è mai stata una vera Norimberga italiana con cui chiudere definitivamente quel capitolo buio della nostra storia, ed allora la polemica continua a trascinarsi come uno zombie che di anno in anno esce dalla sua cripta per poi tornarci a fine giornata.

La censura del monologo dello scrittore Antonio Scurati, che quest’anno ha fornito la scintilla per una diatriba sull’antifascismo, è solo l’ultimo pomo della discordia sul 25 aprile: negli anni la festa della Liberazione, nonostante la sua vocazione unitaria e nazionale, è stata spesso al centro di polemiche politiche. A partire dagli anni Sessanta, come ha notato Giovanni Belardelli sul Foglio, quando avviene la prima vera ufficializzazione della festa di Liberazione: è il 1965 quando il leader socialista Pietro Nenni parla a Milano di una ricorrenza “ormai patrimonio della nazione”, e subito diventa oggetto di contestazione, trasformandosi negli anni del ’68 nell’emblema di uno spirito della Resistenza che secondo la sinistra extraparlamentare era stato tradito dai partiti progressisti. Certo non aiutò il fatto che le Brigate Rosse se ne appropriarono nei loro manifesti ideologici. Ma da allora, i partiti non hanno più smesso di dare una connotazione politica a questa festa, e noi continuiamo a rivivere, un po’ come nel film di Bill Murray, lo stesso giorno e le stesse discussioni anno dopo anno.

Personalmente la penso come il buon Maurizio Bianconi, che in una recente puntata di Uno, Nessuno, 100Milan, ha condiviso il suo pensiero in merito.

Io ho creduto, e non rinnego niente, sono stato nel Movimento Sociale, ma non ho mai creduto al fascismo, io credevo in una forza nazionale e sociale che rappresentasse la democrazia in maniera diversa, quindi non c’avevo niente a che fare. E quindi in questo fascismo e il fascismo di reverenza, sono sempre stato contrario. Devi anche sapere che ho una buona parte di sangue ebreo, quindi non ho mai avuto questa difficoltà. Rispetto la Meloni che ha sempre detto di essere antifascista, oggi da leader continua a essere antifascista.

Devi fare questo ragionamento: il fascismo non è nato su una nuvola, e tutti che gli davano contro. Il fascismo è nato perché milioni e milioni di italiani gli hanno dato il consenso. Questo è vero. Ma è questo però è una cosa da condannare. Vanno condannati tutti quelli che hanno fatto pratica di fascismo, tutti. E qui Scurati dice una cosa che tutti hanno sottovalutato, è che invece era il cuore da prendere di quella dichiarazione un po’ a spot, un po’ a carosello, un po’ sbagliata. E cioè che il fascismo è tutto condannabile, dal 22 al 45, non dal 43 al 45. Allora Eugenio Scalfari andava condannato perché era razzista, fascista, col pugnale e il fez. Allora Aldo Moro non doveva rincominciare a fare politica perché è stato professore, razzista, fascista, ha scritto testi contro gli ebrei. E allora Giorgio Bocca non doveva andare in democrazia a dire quello che ha detto perché ha scritto fior di libri contro gli ebrei.

Però voglio dire, Enzo Biagi stesso ha scritto una critica su un libro, su un film famoso. Sì, anche Montanelli è stato prima fascista e poi condannato. Montanelli ha avuto un pregio però, che nel corso del fascismo è diventato antifascista. Questi sono stati tutti dopo. Giorgio Napolitano ha fatto il Presidente della Repubblica e quando gli hanno chiesto ma perché lei cosa pensa della resistenza? Non posso dire bene perché allora ero fascista e non l’ho fatta. C’è una differenziazione sostanziale in questa questione. Chi è stato antifascista come Pajetta, come Togliatti, deprecabili per altri motivi o ammirabili, non lo so, vanno rispettati. Chi si è stato antifascista dal 20 aprile in poi andrebbe preso, fatto un fascio, veramente buttati al fiume. E allora le lezioni questi non le possono dare. E allora io ammiro la Meloni. Pur essendo antifascista io, che non si piega a questa moda.

Commenti

  1. Molto interessante il tuo post, e devo dire che su molte cose mi trovo d’accordo. Tra queste il fatto disgustoso che molti abbiano cambiato casacca solo al momento della caduta del fascismo e quindi per mero tornaconto personale. Oggi poi in Italia ma forse anche altrove, avverto un clima liberticida pericoloso e che non è di destra o sinistra è di tutti governanti, per cui mi sembra necessario più che celebrare, tornare a lottare.

    Risposte al commento di DANIELE VERZETTI ROCKPOETA ®

    1. ha scritto:

      Il clima liberticida appesta tutto l’occidente, non solo l’Italia. Ci vendono un’illusione di libertà di espressione, di benessere delle società in cui viviamo, confrontandole con le “dittature” russe e cinesi, ma alla fine della fiera, la frittata è la stessa.

  2. Aldo
    ha scritto:

    Su Scurati ti segnalo di nuovo una cosa di Travaglio (ahah):
    https://www.open.online/2024/04/27/marco-travaglio-scurati-bortone-rai-censura/

    Risposte al commento di Aldo

    1. ha scritto:

      Ecco appunto. Si è fatto tanto rumore per nulla.

  3. ha scritto:

    Condivido molto di questo tuo post!

    Risposte al commento di Daniele

    1. ha scritto:

      Peccato che a pensarla così sembrano essere davvero in pochi.

      Risposte al commento di camu

      1. Trap
        ha scritto:

        Penso che almeno un buon 80% consideri questo giorno come una qualsiasi domenica, ovvero giorno di festa

        Risposte al commento di Trap
        1. ha scritto:

          Spero tu abbia ragione, perché invece stando ai giornali sembra che tutti siano pronti a fare a cazzotti tra di loro (vedi manifestazione a Milano con 100 mila partecipanti).

  4. ha scritto:

    Posso dire una cosa relativamente in tema? Tutto sto baccano dietro al monologo di Scurati per me ha avuto solo un risultato, ho conosciuto il nome di uno scrittore di cui ignoravo l’esistenza e di cui francamente facevo a meno.
    Come sempre tanto rumore per niente e faccio notare che proprio a cavallo del caos 25 aprile e tutti impegnati a discutere del monologo non andato in porto, sventolato davanti al naso dei cittadini italiani ha distratto tutti da un altro fatto forse più importante perchè tocca le tasche di chi è sotto il reddito dei € 28000, il decreto Primo Maggio con cui dovevano dare in busta paga ai lavoratori che rientrano in tale fascia ben € 100,00, bene tale aumento slitta di un anno.
    Ormai ho preso l’abitudine, quando sono tutti impegnati in discorsi inutili a guardarmi intorno perchè solitamente è il momento in cui ci passa sotto il naso qualcosa di ben più serio senza che si abbia il tempo di rendersene conto! La distrazione di massa è servita.

    Risposte al commento di Piero_TM_R

    1. ha scritto:

      Già, le cosiddette armi di distrazione di massa.

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