Dopo la pausa estiva, rieccoci qui per una nuova stagione con le interviste doppie. Le vacanze sono finite? La coda in autostrada è stata sfiancante? Il rientro in ufficio è deprimente? Allora consolati con le interviste doppie: due chiacchiere con la blogosfera italiana. Questo potrebbe essere lo slogan per una ipotetica réclame della mia rubrica. Dovrei mandare qualche curriculum alle agenzie pubblicitarie, sai mai mi prendono. Scherzi a parte, oggi sono seduti nel mio salotto virtuale due tecnici, a cui però ho voluto far domande di tutt’altra natura. Sia Tiziana di Tech and Roses, che Giovanni di A Life-hacker’s Moleskine non si sono scoraggiati ed ecco cosa mi hanno risposto.
Commenti moderati, liberi o una mista via di mezzo?
T: In generale commenti liberi, almeno finché non sorgono problemi che suggeriscano di moderarli. I commenti sono assolutamente i benvenuti ed è auspicabile che si crei una discussione attorno agli argomenti trattati dai post, quindi non farei nulla per scoraggiarli. La moderazione può rappresentare un ostacolo a chi d’impulso decide di lasciare un commento, toglie immediatezza alla discussione, spesso il fatto di non vedere subito il proprio commento pubblicato è frustrante. D’altro canto è vero che se il tono della discussione tende spesso a trascendere o se il blog è preso di mira da troll che anziché discutere vogliono soltanto creare flame, la moderazione può diventare una scelta consigliabile se non obbligata.
G: Commenti moderati. Quando ho iniziato erano liberi, ma non c’è voluto molto tempo perché cambiassi idea. Due i motivi principali: la crescita del fenomeno dello spam nei commenti ai post e la scarsa o nulla conoscenza delle regole non scritte della netiquette, con conseguenti flame fra i commentatori. Non che i flame in sé siano il male assoluto – flame e troll in un certo senso fanno parte dell’ecosistema blogosferico – ma non mi sento per nulla tenuto a ospitarli anche a “casa mia”, già bastano e avanzano forum e social networks.
Il tuo prossimo viaggio: quando, dove e perché
T: Ho voglia, da un po’ di tempo, di un viaggio via terra da fare con tempi lenti e ritmi rilassati. Dopo tante vacanze fly&drive, un po’ di corsa per vedere tutto il possibile, avrei voglia di partire e di gustare il viaggio stesso come esperienza e non soltanto come trasferimento verso una meta. Mi piacerebbe ad esempio viaggiare attraverso il sud della Francia, tra Provenza e Camargue, poi risalire costeggiando il canal du Midi, arrivare in alto nella zona di Bordeaux, e poi Bilbao e Paesi Baschi. Se ci fosse più tempo anche Asturie, fino al Portogallo. L’ideale sarebbe poter fare questo viaggio non in alta stagione e poter quindi godere della libertà di decidere sul momento dove andare e dove soggiornare, senza prenotare nulla in anticipo.
G: Il mio prossimo viaggio fuori dai confini nazionali sarà in Spagna, ma molto in là nel tempo: probabilmente l’anno prossimo. Voglio tornare a visitare alcuni luoghi già toccati in passato, per poi partire da lì ad esplorare nuove mete – turistiche e, perché no, anche lavorative.
In questo momento la Spagna sta attraversando una crisi economica e occupazionale molto più grave che qui in Italia, ma ci sono buone probabilità che si riprenda prima e meglio di noi.
Nel frattempo per quest’anno girerò l’Abruzzo. Il terremoto ha fatto danni solo in una parte circoscritta del territorio, non in tutta la regione: già a poca distanza dall’epicentro la situazione è assolutamente sicura, le strutture ricettive sono intatte e pienamente operative, e il territorio in generale merita – sotto tutti gli aspetti: clima, paesagggio, ospitalità, arte, storia, iniziative culturali e, ovviamente, gastronomia.
Oltre tutto, sarà anche un modo per dare una mano all’economia della regione, fortemente colpita dal sisma anche sul piano dell’immagine “turistica”.
Chi sono i tuoi blogger preferiti e perché
T: Anziché indicare singoli blogger vorrei indicare una categoria, di cui mi sto occupando anche per lavoro: quella dei local blogger. Credo che vi siano grandi potenzialità in questo tipo di blog e diversi motivi di interesse nel leggere chi scrive della realtà in cui vive. Dal punto di vista del Citizen Journalism i local blog possono rappresentare una valida alternativa alle redazioni locali dei media mainstream, dal punto di vista turistico un filo diretto con una persona del luogo, che può dare indicazioni e consigli di prima mano. Tutti noi sappiamo quanto è più ricca e autentica l’esperienza che viviamo quando ci capita di visitare una città guidati da un amico che vi abita, piuttosto che seguire i percorsi turistici codificati da una guida cartacea: il web ci permette potenzialmente di avere un “amico blogger” in ogni luogo che intendiamo visitare.
G: Mah… in realtà sono talmente tanti che mi riesce difficile stilare un elenco, una specie di “top ten” o di “best of”. Diciamo che leggo (abbastanza) regolarmente decine di blog, scremati dalle centinaia in cui mi sono imbattuto per serendipity o a cui sono stato indirizzato dai blogroll o dal passaparola in questi anni, quindi in effetti praticamente tutti questi blog sono i miei “preferiti”: non riuscirei proprio a limitare l’elenco ai “migliori” dieci o venti, per dire.
Aggiungo che, mentre scrivevo questa risposta, ho realizzato che il mio blogroll non è affatto esaustivo: non contiene affatto tutti i blog che mi piacciono – e che leggo perché mi piacciono – ma solo alcuni, e in molti casi anzi neanche quelli che leggo più assiduamente: la verità è che dovrei metterci mano, perché contiene un misto di blog “preferiti” e di blog che semplicemente ho scoperto negli ultimi mesi (e che quindi sono tuttora “sotto osservazione”) e al tempo stesso non elenca molti dei blog che mi piacciono di più e che seguo più assiduamente (colpa dei feed reader: li leggo da lì, e quindi non mi pongo il problema di linkarli anche sul blog).