Il nuovo motore di ricerca di casa Microsoft ha decisamente una marcia in più rispetto alla concorrenza: ti paga moneta sonante quando compri qualcosa seguendo uno dei risultati (anche non sponsorizzati) mostrati nelle loro pagine. Questo non è un articolo sponsorizzato, ma avendo già accumulato 100 dollari in un mese, mi sembrava giusto fare un po’ di pubblicità al servizio Cashback made in Redmond. Chissà se una cosa del genere prenderà mai piede nel mondo del commercio elettronico italiano!
Commenti
Interessantissimo. Scommetto che nel tempo peggiorerà… per ora far sentire in giro che il servizio paga aiuta a diffondere l’uso di Bing. Lo terrò in considerazione per i prossimi acquisti… 😉
Ciao,
Emanuele
@Emanuele: perché dovrebbe peggiorare? Anzi, io spero che migliori 🙂 Ah questi “maccofili” sempre invidiosi!!
Nono, non è questione di guerre di religione (tra l’altro in questo campo sarebbe Microsoft vs Google). E’ che all’inizio qualsiasi servizio deve presentarsi in maniera spettacolare… soprattutto quando serve da traino per qualcos’altro (il motore di ricerca in questo caso). La Microsoft non è nuova a tecniche simili (vedi gli Special Pack per Windows, rimasti molto più spesso teoria che realtà) e probabilmente le percentuali destinate all’utente potranno diminuire con l’aumentare degli utenti che usano il loro servizio.
Ciao,
Emanuele
@Emanuele: beh, se ho ben capito la dinamica, non è Microsoft a pagare, ma gli stessi negozi che, in pratica, pur di farsi pubblicità, sono disposti a remunerare il cliente 😉 Un nuovo approccio che rivoluzione i link sponsorizzati “alla Google” in pratica. Quindi le percentuali non dipendono da zio Bill ma dalle aziende!
Ah quindi l’articolo è scritto malino fin dal titolo… 😛
Comunque è brutto allora da un altro punto di vista: il motore di ricerca è influenzato pesantemente dagli inserzionisti e le ricerche difficilmente saranno imparziali… no?
Ciao,
Emanuele
@Emanuele: ok, mi cospargo il capo di cenere riguardo al titolo 🙂 Per l’imparzialità, il funzionamento (ovvero “dove” appaiono i link da cliccare) è lo stesso dei collegamenti sponsorizzati di Google, solo che qui quando clicchi e compri, guadagni. Quindi il sospetto di “influenzare le ricerche” si applicherebbe ad entrambi i motori, non solo a quello di casa Microsoft.