Devo confessarlo, vado corteggiando i due blogger di oggi, per avere una loro intervista doppia, da lungo tempo. Ma la vita di uno scrittore di diari, è risaputo, è sempre piena d’impegni. E quindi non ero ancora riuscito a convincere questi due preziosi ospiti a venirmi a trovare nel mio salotto virtuale. Poi si deve essere verificato un qualche allineamento di corpi celesti, che ha propiziato le loro risposte, e così eccoci qui. Ultimamente tutti gli invitati stanno un po’ latitando troppo, quindi temo di non riuscire a garantire il regolare appuntamento settimanale. Ma dopo aver messo a segno l’intervista doppia di oggi, credo di potermi ritenere “sazio” per un po’… Ok, dopo tutta questa suspense, non mi resta che dare un caloroso benvenuto a Placida Signora e Colti Sbagli.
Cosa non deve mancare sulla tua scrivania?
PS: Portacenere, sigarette, i due cellulari, il blocco per gli appunti, dizionari, l’agenda, la posta cartacea a cui rispondere, almeno un altro paio di occhiali… Ma tu hai presente com’è la mia scrivania?
CS: Direi un quaderno e una penna. Li considero ancora gli strumenti più evoluti di archiviazione dei pensieri. Non serve corrente elettrica (si scrive pure a lume di candela…) né caricabatterie di sorta (diciamo che basta qualche penna di scorta, va bene, e qualche quaderno di riserva). La scrivania che evochi nella domanda (che potrebbe pure essere virtuale, un “desktop” appunto) la associo inevitabilmente allo scrivere. Non vedo altri motivi per stare seduto a una scrivania. Certo, eccetto che guadagnarmi lo stipendio. Ma quella è un’altra questione. Ricordo ancora quando tu, e Alessandro, mi preparaste una postazione di lavoro bellissima, che poi durò solo lo spazio di qualche giorno. Comunque, ho ancora quella bella bacheca. E mi piace metterci foto, cartoline, locandine delle cose che mi piacciono di più. Anche quella bacheca è una specie di “desktop”, in fondo.
Toglietemi tutto ma non…
PS: …la Salute e il mio Amore. Davvero, tutto il resto è superfluo.
CS: La possibilità di giocare, di non prendermi mai troppo sul serio, di non farmi capire, di scrivere le cose che mi piace scrivere…
Il peccato capitale che ti si addice di più?
PS: L’accidia, intesa come “indolenza”. Tendo a non fare nulla che possa stancarmi più di quanto non lo sia già per colpa del “galòp” in cui vivo immersa quotidianamente da anni. Sono all’opposto di quelli che riescono ad essere sempre in movimento per puro divertimento; partecipare ad eventi, feste, cene, aperitivi. Quelli che viaggiano frenetici lungo lo Stivale non per lavoro o necessità familiari, ma per mero diletto e spirito sociale. Quelli che “ci sono” sempre e ovunque. Un po’ li invidio, ma non rinuncerei mai al “riposo casalingo”: è una questione di sopravvivenza. La mia.
CS: Forse l’invidia. Ma ci sto lavorando su. La vita è davvero troppo corta per sprecare energie invidiando le vite degli altri, meglio adoperarsi al meglio di sé, o come si può, per trasformare la propria vita in una forma nella quale ci si riconosca il più possibile. E poi invidiare ha un’etimologia terrificante, dentro c’è proprio il “guardar male” il prossimo. E io cerco di non guardare male davvero nessuno.
Come nasce il nome del tuo blog?
PS: Placida Signora era il soprannome scherzoso affibbiatomi da amici per prendere in giro il mio vivere sempre di corsa e, di conseguenza, il mio senso di ansia perenne. Mentre il mio sogno sarebbe sempre stato vivere in modo placido davvero. E devo dire che col passare degli anni Placida (in senso vero) lo sono diventata molto di più; ho imparato a distinguere le cose per cui vale davvero la pena impegnarsi e l’importanza del condurre un’esistenza serena, senza inutili e molesti rumori di fondo. E mi piace trasmettere questa placidità a tutti quelli che ho vicino, amici, familiari, lettori: o almeno, ci provo…
CS: Il nome del mio blog, Coltisbagli, mi identifica in rete dal 2003. Nel luglio di quell’anno, infatti, iniziai a tenere un blog sulla piattaforma Tiscali.blog. Sembrerà strano ma l’espressione “Colti Sbagli” è proprio un anagramma, uno degli anagrammi possibili, di Tiscali Blog. Ancora oggi mi sembra riesca a descrivere bene le cose che metto in rete: osservazioni sul mondo e sui suoi linguaggi, articoletti che ritagliano vecchie forme di scrittura, giochi, short story, letteratura potenziale, divertimenti ludolinguistici, narrativa naturale, orazioni funebri o civili, poesie, memorie inventate, piccole sit-com domestiche.
Descrivici la tua serata prima di andare a dormire.
PS: Di solito ceno abbastanza tardi, verso le 21. Poi sul divano in salone a guardare un poco di televisione, solo telefilm. Poi di nuovo al computer per lavorare ancora un po’, progettare le cose da fare il giorno dopo, rispondere alle mail, leggere un po’ di cose che non sono riuscita a leggere durante il giorno… In ogni caso vado sempre a letto tardi, ben dopo l’una e mezza. Leggo almeno un paio di capitoli di libri (libri che tengo appositamente sul comodino, saggistica bella ma non del tutto “lieve”) e poi finalmente crollo addormentata.
CS: Puoi immaginare, con una bimba piccola, quante cose ci siano da fare prima di andare a dormire! In genere, dopo aver fatto addormentare Sara – che ha quasi due anni -, dopo le 21 mi metto un po’ al computer: rispondo alle mail, porto avanti i progetti di scrittura, sto su Facebook, chatto, leggo notizie e blog. Verso le 23 sono già a letto, sfoglio qualche pagina di libro con le energie vitali residue, e poi crollo. Sveglia alle 6 e 30. Più, ogni tanto, qualche alzata nottura quando Sara, dalla sua cameretta, comanda. “Papaaaaàà, vieniiiiiii!”
Commenti
La scrivania di Mitì assomiglia alla mia 😀
.:.
Io invece, sarà per il mio carattere, ho una scrivania molto “essenziale” 😉
Sono scrivanie artistiche eh. ;-**
Grazie della bella intervista. L’occasione e l’abbinamento mi ha fatto particolarmente piacere perché sono un estimatore di Mitì, i nostri blog sono stati spesso dialoganti, negli anni passati, e ci siamo incontrati in una delle prime iniziative davvero belle prodotte dalla cosiddetta “blogosfera italiana”, IneditaBlog, a Genova nel 2006 (qui un poco “fuori fuoco” entrambi ) inziativa che Mitì promosse e organizzò al meglio.
@Matteo: eh si, proprio per questo volevo intervistarvi insieme 🙂 Era l’anno in cui io m’avvicinavo alla blogosfera, e ricordo che tu mi parlavi di Inedita Blog ed io che mi “gasavo” tutto per questo nuovo fenomeno, che all’epoca era nella fase esplosiva…
Sono passati solo 4 anni, eppure sembra tantissimo, vero? Baci a tutti e due! :-**
Concordo con il peccato capitale… anche per me è così, non so se sia pigrizia però..
[…] – L’intervista doppia che Camu ha fatto a me e Matteo Pelliti […]