due chiacchiere

L’intelligenza artificiale può curare il cancro

Come ho già detto in passato, lavorando dal New Jersey per l’Università della California, timbro il cartellino virtuale intorno a mezzogiorno. Questo vuol dire che, dopo aver accompagnato le figlie a scuola, ho tutta la mattina per sbrigare faccende di casa, cucinare la cena (quando il resto della famiglia decide di fidarsi delle mie scarse doti culinarie), fare un salto alla posta a spedire qualche pacco, e via dicendo. La colonna sonora delle mie mattine è generalmente rappresentata da podcast italiani ed americani, che mi consentono di tenermi aggiornato su quello che succede in giro per il mondo. Tra questi c’è Uno, Nessuno, 100Milan, in cui il conduttore Alessandro Milan, spesso accompagnato dalla sua spalla Leonardo Manera, chiacchiera con vari personaggi delle notizie di attualità. L’altro giorno, ad esempio, l’ospite era Roberto Burioni, autore del libro Match Point. In cui si fa il punto sui progressi della ricerca medica grazie agli impulsi post-pandemici.

Senza voler entrare nel merito del dibattito sui vaccini e sulla loro efficacia, è interessante notare come la pandemia abbia fornito un’occasione incredibile per raccogliere una montagna di dati sullo sviluppo della tecnica mRNA. Per capire cosa c’entra il DNA con le cellule tumorali, bisogna partire dall’inizio. Quand’ero piccolo, ero affascinato da un cartone animato chiamato Esplorando il corpo umano. Allora oggi prendo ispirazione da quel cartone, per raccontarti la storiella delle cellule tumorali. Come in una società democratica ben organizzata, tutte le cellule del nostro corpo seguono quello che alle mie figlie ho sempre raccontato come il Libro, o la Costituzione del corpo, altrimenti noto come DNA. Dal cuoio capelluto al mignolino del piedi, le cellule leggono il loro capitolo dal DNA, ed imparano a fare il loro mestiere di conseguenza.

Match Point

Quando le cellule si moltiplicano, fanno una fotocopia della Costituzione e la danno ai nuovi arrivati. A volte la fotocopiatrice però inserisce un refuso in una delle pagine (spesso per motivi esterni legati a fattori ambientali) ed allora le nuove cellule cominciano a leggere un libro che le rende diverse, e le spinge ad agire da ribelli. Il sistema immunitario, la polizia del nostro corpo, le individua e le neutralizza, se sono poche. Capita a volte però che queste cellule imparino a mimetizzarsi bene, ed a beffare la polizia, e nel frattempo continuano a fotocopiare il libro con i refusi (che a volte continuano ad aumentare). Fino ad arrivare al punto in cui raggiungono una massa critica troppo numerosa per essere neutralizzata dal sistema immunitario, ed in grado di portare scompiglio all’ordine prestabilito del corpo.

Finora si sono usate tecniche molto aggressive che di fatto bombardano interi villaggi del corpo, per sterminare queste cellule impazzite. Il problema è che quest’approccio non guarda in faccia a nessuno, e finisce per colpire anche gli innocenti che non avevano fatto nulla di male. Allora, si chiedono i ricercatori, perché invece non mandare degli emissari a correggere i refusi di quei libri pasticciati, così che quando si fanno le fotocopie, alle nuove cellule venga data una copia conforme all’originale? Ed è qui che entra in gioco la ricerca sui vaccini anti-Covid, che hanno spianato la strada a questa nuova frontiera della medicina genetica. Grazie alla mappatura del genoma umano ed a tecnologie come Crispr, oggi tutto questo non è più fantascienza.

La ciliegina sulla torta si chiama intelligenza artificiale: immagina di poter dare in pasto ad un algoritmo il tuo DNA, la tua storia clinica, ed ottenere una cura personalizzata che vada a colpire in maniera mirata esclusivamente quelle cellule impazzite. Questo è ad esempio uno dei motivi per cui all’epoca mi ero iscritto al servizio 23andme: poter contribuire alla ricerca fornendo dati sul mio stato di salute, sulle mie abitudini e via dicendo. Non sarebbe bello se servizi come questo diventassero parte del sistema sanitario nazionale, con tutte le garanzie sulla privacy e via dicendo? Non sarebbe bello poter far allenare gli algoritmi di intelligenza artificiale su montagne di dati, per poi usarli per personalizzare le cure mediche necessarie ad ognuno di noi? Forse guardo troppi film di fantascienza?

Commenti

  1. ha scritto:

    Sono convinto che la diffusione di terapie meno aggressive sia l’unica via per stroncare sul nascere le carriere di tanti sedicenti guru sempre pronti a far cassa sulla paura di pazienti angosciati.

    Risposte al commento di Mondo in Frantumi

    1. ha scritto:

      Ah su quel frangente sfondi una porta aperta. Per me è uno dei motivi per cui mi sono allontanato dalla religione in Italia, dove si va troppo appresso a santi e santini, miracoli e dove magia e fede si mescolano in un contesto che diventa pericoloso per i deboli e fin troppo allettante per i truffatori.

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