Grazie al mio palmare, posso scaricare ogni giorno i principali articoli dei quotidiani italiani, per tenermi informato su quello che succede dall’altra parte dell’oceano. L’altro giorno leggevo un articolo su La Stampa, nel quale mi sono abbastanza rispecchiato. Il titolo non poteva essere più azzeccato: addio Italia, mollo tutto e cambio vita. Ancora di più lo è l’occhiello (che sarebbe quello che io, comune mortale, chiamo sempre sottotitolo), che recita: all’estero per stress e non per povertà; su Internet le nuove vie degli emigranti. Sembra proprio che abbiano voluto riassumere la mia storia recentissima.
Un estratto dall’articolo
Nel popolo degli «emigranti consapevoli» a far scattare la molla sono mille e una ragione anche se, di base, tutti lamentano un’insofferenza crescente verso lo stress da vita occidentale.
Non vogliono scappare, spiegano, ma solo concedersi la possibilità di vivere in un mondo migliore. In maggioranza si tratta di gente di mezz’età, fra i 40 e i 50 anni, ma non mancano giovani e anziani, ben contenti di far finire la pensione in una villetta caraibica vista mare piuttosto che in un appartamento ai bordi di periferia. C’è il manager stressato dai ritmi di una vita che inizia sempre dopo le 22, ma anche chi taglia i ponti dopo una delusione amorosa, o ancora chi guarda all’Italia come a un Paese in decadenza in cui non vale la pena di far crescere i propri figli.
Partono quelli che un lavoro ce l’hanno già, e magari è anche socialmente rispettabile e ben retribuito, ma ne sono stufi. Quelli che non ci credono più. Nel Belpaese e in fondo un po’ anche in se stessi.
L’Italietta non cambierà mai
Queste ultime frasi, in particolare, posso dire di sentirle mie: io sono uno di quelli che non ci credeva più, in questo Belpaese sempre più incline a compiangersi senza saper reagire. In questa classe politica che promette un cambiamento epocale, ma finisce per litigare per le poltrone ancor prima di aver cominciato a produrre risultati.
Commenti
Verissimo.
Ma c’è anche da dire che non a tutti va bene, e non tutti hanno la possibilità economica, sociale, oppure le “palle” per fare una scelta del genere. Apprezzo tantissimo chi lo fa, chi si mette in gioco, e ricomincia da zero.
carissimo… sei finito dalla padella nella BRACE… ardente! Personalmente ho abbandonato l’italia per tanti motivi… ma… ho scelto di continuare a vivere felice in una società che offriva una linea di crescita migliore.
ho vissuto per dieci anni in Miami… per capire meglio “l’americano” ma è stata una catastofa umana senza freno… ma tu che ci fai in America?
Ps. vivo in Australia da cinque anni… ho rifiutato il passaporto… ITALIANO.
ma sono un italiano!
Risposte al commento di gio
@gio: mah, brace non direi proprio, forse hai vissuto in un contesto completamente diverso dal mio 🙂 L’Australia mi ispira molto, una mia amica (originaria di quei posti) me ne parla sempre così bene… ma la mia “porta” si era aperta verso gli Stati Uniti e quindi… eccomi qui! Anche qui ci sono molte prospettive di crescita, certo molte più che in Italia!