due chiacchiere

Barcamp o Campbas?

Mentre orde di famelici scrittori di diari online si incontravano in occasione dell’ultimo (in ordine di tempo) evento mediatico, negli stessi momenti io ero praticamente dall’altra parte dello Stivale, disperso al confine tra tre regioni. Se solo l’incontro si fosse chiamato BasCamp (invece che barCamp), il gioco di parole mi sarebbe riuscito ancora meglio, ma non si può mica avere tutto dalla vita. Fatto sta che, al contrario di chi si perdeva nei meandri di una rete informatica senza fili, io e consorte ci perdevamo in una rete di viuzze sterrate di montagna, nel punto di confine tra Campania, Puglia e Molise.

Eravamo andati a trovare alcuni amici che abitano nel capoluogo molisano, e tra un bicchiere di vinello, una fettina di salsiccia di produzione locale (anzi, casalinga) ed un po’ di formaggio, l’ora si è fatta tarda. Per rientrare “alla base” mi sono affidato al mio nuovo acquisto post-matrimoniale, un navigatore satellitare. Di cui al momento non dirò il nome, perché voglio farne una recensione in un intervento a parte. Puntualizzo solo una cosa: se ti trovi in montagna, su strade sterrate, è quasi mezzanotte e non hai un fuoristrada, non stare ad ascoltare la malefica vocina computerizzata che ti consiglia di svoltare a destra. Potresti rivivere un’esperienza degna dei peggiori film dell’orrore.

la cartina della zona dove ci siamo persi

Confesso di aver sudato freddo nei momenti peggiori, anche perché il cellulare non prendeva ed ovviamente non c’era anima viva a cui chiedere un’informazione. Ma ammetto le mie colpe: la deliziosa vocina del navigatore mi aveva detto di girare ad un incrocio circa venti minuti prima, ma io ho tirato dritto, visto che la strada che mi avrebbe fatto fare sembrava peggiore. Mi son detto “tanto calcolerà una via migliore”. In effetti il modello che ho acquistato ha un grosso difetto, che ancora non riesco a risolvere: calcola sempre la via più breve. Non importa che sia fatta di stradine tortuose o che bisogna salire fino a milleduecento metri d’altezza attraversando il valico, anziché prendere l’autostrada sottostante. Ma per fortuna sono qui a raccontarlo.

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