due chiacchiere

Le medium sono molto popolari in America

L’altro giorno, mentre guidavo in tangenziale per portare la macchina dal meccanico, un’insegna al bordo della strada ha colto la mia attenzione: reclamizzava l’ufficio di una medium che aveva da poco aperto i battenti. Si, una di quelle persone che ti leggono la mano e possono capire dalle pieghe della pelle quale sarà il tuo futuro. Quel cartello mi ha dato l’ispirazione per il post di oggi, e mi ha spinto a fare un po’ di ricerca su questo curioso argomento. Negli ultimi decenni, ho scoperto, gli Stati Uniti hanno assistito a una crescente popolarità di medium e psichici vari. Si tratta in realtà di un fenomeno che ha radici profonde nella storia culturale e sociale del paese: già ricordo che quando arrivai su questi lidi nel lontano 2008, una delle prime cose che mi colpì era lo studio di una medium a due passi dalla piazza centrale del paesello dove abitavo. Mi colpì perché, nella Sicilia dove sono nato e cresciuto, esistevano alcune maghe, ma la loro attività non era in genere alla luce del sole come in questi casi.

I vari film horror americani sull’argomento ci hanno insegnato come qui vi sia una lunga storia di movimenti basati sulla convinzione che fosse possibile comunicare con gli spiriti dei defunti attraverso medium con particolari capacità divinatorie. Ma mentre in Italia queste iniziative spesso traggono la loro ispirazione dalla religione cattolica, con madonnine che piangono lacrime di sangue e personaggi più o meno discutibili che cadono in catalessi dicendo di parlare con santi ed angeli vari, qui il nesso religioso è generalmente molto meno rilevante.

L’aumento della popolarità dei medium negli Stati Uniti può essere attribuita ad una serie di fattori, a cominciare dalla pandemia psicologica scatenata da quella virale che abbiamo appena superato: molte persone hanno cominciato a cercare conforto e risposte a domande esistenziali attraverso queste pratiche, specialmente in momenti di perdita o di difficoltà, e considerando la grande difficoltà nel trovare psicologici e psicoterapeuti in grado di soddisfare l’inattesa marea di persone che hanno cominciato a bussare alle loro porte. In secondo luogo, e qui si evidenzia la differenza fondamentale con l’Italia, c’è una crescente disillusione verso le istituzioni religiose tradizionali, che ha spinto molte persone a cercare alternative spirituali e pratiche meno convenzionali.

Negli Stati Uniti, l’esercizio del lavoro di medium non è regolamentato a livello federale, ma varia da stato a stato. Alcuni stati hanno leggi che richiedono ai praticanti di ottenere licenze o di seguire determinati standard etici, mentre in altri casi queste pratiche sono lasciate alla discrezione di coloro che decidono di avviare queste attività. La preoccupazione è che vi siano casi in cui persone fragili, che stanno attraversando un periodo difficile della propria vita, vengano abusate dal punto di vista economico e non solo, senza ottenere alcun beneficio in cambio. Tutti abbiamo bisogno di conforto e di qualcuno in grado di guidarci tra i meandri del nostro cervello, specialmente quando ci spingiamo nei vicoli più oscuri e terrificanti, ed in un mondo in cui siamo sempre più disconnessi (pur essendo, ironicamente, sempre più connessi), la mancanza di amicizie vere può spingerci tra le braccia di queste persone.

Commenti

  1. Trap
    ha scritto:

    Purtroppo le tue conclusioni dicono tutto. Spesso le persone “deboli” ne sono vittime e non hanno neanche la forza di denunciare, per vergogna.

    Risposte al commento di Trap

    1. ha scritto:

      Il fatto che qui quest’attività sia condotta alla luce del sole è ancora più inquietante 🙁

  2. ha scritto:

    Ho anche l’impressione che rispetto a noi italiani l’americano medio abbia meno sostegno familiare e sia più esposto all’idea che la vita è dura “just deal with it”, quindi sia più incline a cercare quel sostegno che menzioni ovunque lo creda possibile.

    Risposte al commento di Mondo in Frantumi

    1. ha scritto:

      Non avevo pensato a guardarla da questo punto di vista… interessante osservazione. E concordo che si, qui la famiglia non ha lo stesso “senso” che per noi italiani: in America molti ragazzi, finito il liceo, vanno a vivere per conto proprio, sia che decidano di andare all’università, sia che riescano a trovarsi un lavoro.

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