due chiacchiere

Archivio del mese di marzo 2013, pagina 2

Cinque anni in America

Ricordo l’ultimo giorno in Italia come se fosse ieri. La moglie era partita da alcune settimane, per iniziare la caccia al lavoro nel nuovo Continente in modo che almeno uno dei due potesse portare la pagnotta a casa, in questa fase di transizione. Io dal canto mio avevo iniziato la frenetica ricerca di un impiego, spedendo curriculum a destra ed a manca, e racimolando un cospicuo bottino di 5 colloqui nelle prime due settimane, tutto tramite Internet (benedetto sia chi l’ha inventata). L’appartamento che ci aveva ospitati per 5 anni in Italia era oramai completamente vuoto, l’automobile era stata venduta (portarla qui in America costava 3000 dollari, più tutte le pratiche per l’omologazione), gli amici erano stati salutati. Tutto era pronto, insomma, per questo salto nel buio.

In realtà tanto buio non era: mia moglie, essendo nata e cresciuta in America, non era certo sprovveduta. Il mio datore di lavoro italiano, a sua volta, mi concedeva un’aspettativa non retribuita di 1 anno per motivi personali: una rete di protezione non indifferente, a ben pensarci. Ed infine il cambio favorevole (per me) tra euro e dollaro, che gonfiava magicamente i risparmi che avevamo da parte. Insomma, non ero certo l’immigrato con la valigia di cartone che s’imbarcava alla ricerca di miglior fortuna.

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Troppo poco, troppo tardi

In questi giorni ho letto credo ogni possibile opinione sulle conseguenze del risultato elettorale in Italia. Dallo scetticismo internazionale (con punte notevoli come quella tedesca) alle varie diatribe interne su chi sarà il capo del governo, su quanto durerà questa legislatura, e se davvero Grillo riuscirà ad innescare la scintilla del cambiamento all’interno dei palazzi della politica. Il mio parere, in tutto questo, è riassunto egregiamente dalle parole di Alain De Carolis:

Badate bene una cosa: la mia opinione é che nonostante tutti gli sforzi ed i buoni propositi il M5S non riuscirà assolutamente a sistemare niente in Italia. Come direbbero qui: “too little, too late”. E’ troppo tardi per correre ai ripari: le cose non andranno meglio, anzi andranno molto peggio di ora. La ricchezza che fino a questi anni ci ha accompagnato non é un dono divino, non ci arriva perché siamo predestinati al successo. Tutt’altro! Essa é stata la somma di sforzi, di battaglie, di fortune ed intelligenze che si sono susseguite nei secoli: fango e sudore, lacrime e sangue. Costruire é stato arduo e ha richiesto vite intere, per distruggere invece é bastato un soffio…

Gli occhiali di Google ai nastri di partenza

Mentre in Italia eravate bombardati dagli ultimi sgoccioli di campagna elettorale prima, e dai vari talk show ad elezioni finite dopo, qui in America Google annunciava di aver lanciato un programma sperimentale per far provare alcuni prototipi di Glass ad un ristretto numero di utenti e giornalisti. Ho letto con particolare interesse alcune delle prove sul campo fatte da questi fortunati prescelti, ed ho iniziato a pensare a come potrebbe diventare il mondo fra qualche anno, quando l’ennesima diavoleria tecnologica avrà preso piede e gli utenti non sembreranno più usciti da qualche film di fantascienza.

Già, perché quello che era un sogno soltanto un anno fa, e poco più di un esperimento appena 18 mesi fa, si è materializzato in un vero e proprio prodotto. Un prodotto che potrebbe presto essere tra le nostre mani (o sulla nostra testa, piuttosto) entro la fine del 2013. Un nuovo tipo di dispositivo di elaborazione, indossabile, progettato per ridurre la distrazione, creato per permettere di catturare e comunicare in un modo che dovrebbe sentirsi completamente naturale a chi lo indossa. Leggi il resto di Gli occhiali di Google ai nastri di partenza

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