due chiacchiere

Celebriamo con i fatti, non con le parole

In questi ultimi giorni ho letto sia sulle polemiche sulla campagna Open to Meraviglia (eh già, perché quelli di memoria corta dimenticano che queste cose succedono sia a destra… che a sinistra) che sugli attacchi ad Elly Schlein per aver confessato in un’intervista su Vogue di avere una personal shopper da 300 euro l’ora (e quindi apparentemente lontana e distaccata dalla classe sociale che il suo partito dovrebbe difendere e rappresentare). Ho letto della kermesse sottotono che si è tenuta a Roma per la festa dei lavoratori, che più che un concerto, ogni anno diventa il luogo dove polemizzare a tutto spiano sull’operato del governo di turno. Invece non ho letto praticamente da nessuna parte che l’Italia, insieme alla Spagna, in questo primo trimestre del 2023, è tra le poche ad aver superato le previsioni degli analisti sul prodotto interno lordo, mentre la Germania arranca, e la Francia (altra cosa che i giornali stanno facendo di tutto per ignorare) da mesi si trova a fronteggiare una crisi interna ed uno scontento popolare senza precedenti. Insomma, come al solito la gente si lascia distrarre dalle cose stupide, per non pensare a quelle che contano davvero.

In Italia invece, grazie al taglio del cuneo fiscale, vi ritroverete una media di 70 euro in più al mese in busta paga quanto prima (si, solo per 6 mesi al momento, ma meglio che una martellata sui denti, no?). E la riforma del reddito di cittadinanza finalmente consentirà di legare la formazione ai contributi percepiti, spronando i giovani a costruirsi un futuro basato sulle competenze acquisite sul campo, e le aziende ad impegnarsi di più su questo fronte. A questo punto direi che quelli che avevano paura di questo governo fascista, ora possano dormire sonni un po’ più tranquilli, non credi? Si certo, non è un governo perfetto: i due masculi della maggioranza non perdono occasione per rompere i cabbasisi e vestire i panni di novelli Tafazzi. Ne sono consapevole, e spero proprio che prima o poi si calmino o si tolgano di torno (uno ha già un piede nella fossa, poveretto) per lasciar lavorare in pace quella santa donna di Giorgia. E sia chiaro, non voglio certo dire che l’Italia tutto d’un tratto sia diventato un Paese dove tutto funziona alla perfezione.

Bisogna pur ammettere che la Meloni non ha la bacchetta magica, sebbene abbia sistemato più cose in 6 mesi che altri governi in 5 anni. O forse preferiresti avere Scholz, Macron o quell’altro inglese (ho perso il conto di quanti ne hanno cambiati negli ultimi anni), Sunak. O peggio ancora, quell’allocco ottantenne di Biden, che non si sa mai se dorme o quando inciamperà sulla prossima scalinata. No, da osservatore esterno, io scelgo Giorgia Meloni senza se e senza ma. Diamo un’occhiata al video che ha pubblicato un paio di giorni fa, ad esempio. Mettiamo da parte la politica per un attimo: non trovi che questa donna abbia un modo fresco e piacevole di comunicare e di rapportarsi con la gente? Questa passeggiata tra le stanze di Palazzo Chigi è un’idea geniale, alla quale non aveva mai pensato nessuno prima, checché se ne dica. Dimmi la verità, tu quale altro politico vedresti fare una cosa simile con analoga naturalezza e spontaneità? A me, a dirla tutta, manda in estasi il passaggio finale del video, dove lei si ferma sullo sfondo delle bandiere italiana ed europea, mostrate con quell’orgoglio che tutti gli altri ricordano soltanto durante la finale dei mondiali. Un tocco comunicativo raffinatissimo, non c’è che dire.

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