due chiacchiere

Come funziona l’assicurazione sanitaria americana?

Visto che qualche settimana fa ti parlavo di come la sanità sia standardizzata nel Paese a stelle e strisce, ho pensato di riprendere l’argomento per approfondire la questione burocratica. Spesso l’argomento è trattato dai media stranieri in maniera superficiale e con molti stereotipi, e c’è tanta disinformazione quando si parla di assicurazioni sanitarie. Per carità, la situazione è lungi dall’essere idilliaca, ma in questo post vorrei concentrarmi sul funzionamento, senza esprimere opinioni su pregi e difetti di un sistema complesso e burocratizzato. L’idea, a dirla tutta, m’è venuta l’altro giorno, quando ho ricevuto un’email dalla mia assicurazione (gentilmente offerta dal mio datore di lavoro), che mi avvisava che uno dei medici che avevo visto nelle scorse settimane, aveva inviato la sua fattura, e che era pronta sul portale per essere pagata.

Ma partiamo dall’inizio. Una volta ogni quattro mesi vado dall’igienista a farmi la pulizia dei denti. La mia assicurazione sanitaria  copre due visite nell’arco di un anno solare, per la terza loro coprono il 20% della tariffa contrattata con i dentisti convenzionati, ed il resto lo tiro fuori di tasca mia (60 dollari). Così lo scorso Novembre mi sono presentato allo studio del dottor Dickerson, dove la simpatica segretaria all’ingresso (no, non questa), dopo un’attesa di qualche minuto, mi ha fatto accomodare nella stanzetta dove l’igienista si sarebbe presa cura dei miei denti. Alla fine della seduta, l’igienista mi ha dato una bustina con dentro uno spazzolino nuovo, un rotolino di filo interdentale ed un campioncino di dentifricio e mi ha congedato. Senza pagare nulla, mi sono incamminato verso casa. L’igienista infatti manderà la fattura direttamente alla mia assicurazione, e se ci fosse da pagare un ticket (altrimenti noto come co-pay negli Stati Uniti), lo studio dentistico mi manderà un bollettino a casa per pagarlo.

Visto che le spese sanitarie sono deducibili, il datore di lavoro mette a disposizione una speciale carta di credito che si può usare soltanto per spese mediche, sulla quale accreditano ogni mese una cifra prestabilita decurtata dal salario prima del calcolo dell’imponibile (quindi semplificando l’idea della detraibilità). Questa carta è poi collegata all’assicurazione sanitaria, che la utilizza per effettuare i pagamenti dei ticket associati alle varie visite mediche. Io, ad esempio, ho impostato la mia in modo che i pagamenti non siano automatici, ma che io debba autorizzarli dopo aver preso visione della fattura (non si sa mai che qualcuno faccia il furbo!). Ed ecco perché mi è arrivata l’email di cui ti dicevo sopra. Qui di seguito ti faccio vedere uno screenshot del portale della carta di credito, con l’elenco delle visite ed il relativo costo:

Un dettaglio del pannello di controllo dell'assicurazione

Come vedi, la visita con il dentista mi è costata 60 dollari (75 meno il 20% pagato dall’assicurazione), che ho prontamente pagato online con l’apposita carta. Poi si vede la seduta di fisioterapia della figlia piccola (costo del ticket: circa 13 dollari), e la visita dalla pediatra della figlia grande (si, qui i ragazzi vedono il loro pediatra di fiducia fino a 16 anni circa). Se voglio, posso cliccare sul pulsante Dettagli per sapere esattamente cosa sto pagando. Ecco ad esempio un estratto della mia recente ecografia addome lo scorso Novembre, che il gastroenterologo mi ha prescritto per tenere sotto controllo il mio fegato un po’ grasso (accidenti agli hamburger!). Come vedi sono elencati il co-pay, quanto ha pagato l’assicurazione, e quanto ho sborsato di tasca mia (16 dollari e 4 centesimi).

, con i costi, il copay e quanto pagato dall'assicurazione

Chissà che il governo italiano non legga anche questo post e prenda spunto per ammodernare il sistema sanitario nazionale nel Belpaese.

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