Nel mio oramai consueto giretto serale per le vie di BlogCity, oggi ho trovato una interessante discussione sulle classifiche, che mostrano i blog più “di tendenza” del momento. Chi è dentro se ne vanta, chi è fuori cerca di smontarne la falsa autorevolezza. Stando infatti ad alcuni semplici esperimenti condotti da “esperti del settore”, pare che le classifiche vengano spesso falsate ricorrendo a trucchi ingegnosi. L’idea di base è sempre la stessa: più altri siti ti citano, più stai in alto in classifica. Fatta la legge, trovato l’inganno: mi metto d’accordo per farmi citare, o peggio costruisco una mia rete di siti “fantasma” che mi puntano.
(da Prove tecniche di trasmissione) Se farete una visita più approfondita sui siti che permettono la visualizzazione di statistiche, vi renderete conto che molti di questi signori hanno massimo 1000 visitatori al giorno, per altro non in piena estate (di cui non si sa se unici e da cui bisogna dedurre i vari spider dei motori di ricerca).Ma come fanno allora ad essere lì? Come fanno quasi ad intaccare la popolarità di Beppe Grillo? Semplice, con l'autorefenzialità: per crescere all'interno delle varie classifiche l'elemento principe sono i link; questi possono essere posizionati sia all'interno di un post, che tra i cosidetti siti amici.
Insomma, un altro mito che cade, per chi come me ancora un pochino ci credeva: le classifiche ti fanno venire voglia di far meglio, di proporre qualcosa di accattivante, semplice e carino, e migliorano un pochino la propria autostima. Cosa ben diversa, come giustamente puntualizza l’autore dell’articolo originale, dal migliorare l’autorevolezza del sito in questione. Non vale assolutamente l’equazione secondo cui chi è in alto nella classifica, allora è sicuramente più attendibile. Anzi, a giudicare da questi sporchi trucchetti, pare proprio il contrario.
Commenti
Post interessante, ora vado a tessera la mia tela di link e blogroll 😀
Io avevo letto un altro tipo di articolo ma questo è davvero illuminante.
Cos e pazz… :-/
Già, è un po’ triste scoprire che non c’è nulla di “genuino” nelle tante classifiche che si vedono in giro. Un po’ come la pubblicità delle barrette di cioccolato, c’è sempre da chiedersi “si, ma cosa c’è dietro?” vabbè…