Uno dei libri più chiacchierati degli ultimi tempi su Amazon si intitola “Chirurgia vascolare for dummies” (cioè per principianti). Adesso il mondo sarà pieno di gente in grado di effettuare un intervento al cuore da autodidatta. Il concetto è semplice: risparmia tempo e denaro, praticando da solo la tua chirurgia vascolare. Acquistando il libro, si ricevono in omaggio un bisturi, ago speciale da sutura, filo autoassorbente, un paio di guanti, ed uno specchio per controllare con cura ogni passo dell’intervento sul proprio torace. In fondo, perché affidarsi ad un chirurgo esperto ma molto costoso?
Grazie al cielo, il numero di persone che acquistano questo libro sembra ancora abbastanza limitato. La maggior parte della gente è ancora convinta che, trattandosi di chirurgia vascolare, sia meglio affidarsi alle mani di una persona competente ed esperta. Ma perché ho voluto fare questo preambolo così curioso? Perché se per il chirurgo, le persone realizzano il confine tra il “fai da te” e l’esperienza, non altrettanto vale per la scrittura. Specialmente quella sul web. Raramente qualcuno ammette di non avere buone capacità nel gestire i contenuti di un sito.
Forse qualcuno è disposto a confessare di non essere un bravo scrittore, ma non di più. In pochi si rendono conto che l’arte di scrivere, specialmente per un grande sito, richiede rigore. Chiunque può cimentarsi nel buttar giù due righe, facendole passare per una poesia (dalle dubbie qualità, probabilmente), ma i veri poeti non nascono tutti i giorni a migliaia: al contrario sembrano essere sempre più rari. Le parole hanno cambiato il corso della storia, tante e tante volte: la peste e le meteoriti hanno avuto i loro effetti, ma altrettanto sono riusciti a fare gli autori di veri gioielli della conoscenza umana: Isacco Newton, Charles Darwin, Dante Alighieri. Ognuno portava la sua piccola rivoluzione, nel modo di pensare e di concepire la realtà circostante. Ancora oggi ad esempio, i cristiani pensano che il Purgatorio sia un’istituzione ufficiale della Chiesa, quando invece si tratta di un espediente lettarario dantesco.
Internet, per giungere ai giorni nostri, è in ordine di tempo l’ultima grande rivoluzione nel campo della comunicazione: dalle ricette di cucina alle lezioni a distanza, dalla curiosità calcistica alle grandi sfide scientifiche, tutto è in rete. L’archivio online è la nostra memoria collettiva: quando non mi ricordo una cosa, io per primo penso subito “vado a guardare su Internet”. E quante volte mi è capitato di non poter lavorare, perché non avevo disponibile il collegamento ad Internet. Ogni giorno che passa, dipendiamo sempre di più da questo immenso repertorio di conoscenza. E qui, come si direbbe dalle mie parti, casca l’asino.
La gente, proprio per effetto di questa assuefazione al mezzo informatico, ha sviluppato un senso critico molto elevato. Come quando entriamo in una sala operatoria: se solo ci accorgiamo di una cosa fuori posto (ad esempio un bisturi caduto per terra, o macchie di sangue sul pavimento), siamo i primi a dire “no, questa sala operatoria non è tenuta bene, andiamo via”. Lo stesso vale per il tuo sito web: un visitatore è sempre pronto a premere il pulsante Indietro e cambiare sito, se si accorge di qualcosa di “stonato” nel contesto.
La maggior parte delle aziende o delle persone che gestiscono un sito, non danno ancora oggi l’importanza giusta a questo strumento dalle infinite potenzialità. Spesso è l’ultimo arrivato, quello con il contratto a progetto, a pubblicare i contenuti o disegnare le pagine. E se, raramente, mettono un professionista a svolgere quel ruolo, difficilmente lo porranno in condizione di svolgere adeguatamente il proprio lavoro. Si finisce anzi spesso per cadere in discussioni inutili e controproducenti con i “capi”, che vorrebbero imporre la loro linea editoriale.
La morale della favola è: come abbiamo deciso di affidare gli interventi al cuore a specialisti del settore, anche per il web è giunto il momento di riconoscere l’esistenza della figura di un professionista adeguato. La dittatura di autori egocentrici porta alla pubblicazione di contenuti vuoti, adatti soltanto a riempire tante pagine del sito. Ma solo le organizzazioni che riconosceranno l’importanza della “qualità” dei contenuti, avranno successo nel prossimo futuro.
Commenti
Bello, parole sante.
Però nn posso fare a meno di pensare che sia un articolo scritto qualche tempo fa e messo da parte per un momento “poco creativo”, ci ho preso? 😉
Mi piace quello che scrivi e ti seguo da un po’, e sei la conferma che il poco e sensato è molto meglio del tanto (e spesso copiato) ed vuoto che spesso ci si trova a leggere.
Ciao
@alessio: se leggi sotto il titolo, vedrai che ho specificato che si tratta di un articolo che avevo scritto nel 2006 in effetti 🙂 Interessante che tu abbia notato la differenza stilistica tra il camu odierno e quello di tre anni fa… si vede che sono cambiato (in meglio? in peggio?)