La notizia rimbalzata a titoli cubitali sulle principali testate giornalistiche americane negli scorsi giorni è stata che non vedevamo un’inflazione così alta dal 1981. Mentre in Europa state vivendo un’inflazione importata (cioè legata esclusivamente al costo delle materie prime e della distribuzione), qui quelli che hanno studiato ci dicono che si tratta di un’economia surriscaldata: la disoccupazione bassissima che spinge in alto i salari, la penuria di materie prime per via delle guerre, la catena di distribuzione ingolfata, l’impennata della domanda di beni di consumo dato che la gente ha più soldi e voglia di rimodernare la casa o cambiare l’automobile. Tutti fattori che contribuiscono a spingere i prezzi al consumo verso l’alto, che i politici americani non riescono ad arginare in nessun modo, mentre quell’allocco di Biden continua a contare le mosche sul muro. La Banca centrale americana prova a gettare acqua sul fuoco con l’aumento dei tassi, ma quello che nessuno ci dice è che questa mossa potrebbe rivelarsi fatale per l’economia.
Già, perché nel 1981 il tasso d’interesse era al 20% (si, hai letto bene), ma il debito pubblico americano era di soli 980 miliardi (per darti un’idea, quello italiano a Marzo del 2022 è di 2.750 miliardi) e la domanda di buoni del Tesoro era in crescita, perché il Paese a stelle e strisce era visto come una roccia solida su cui poter fare pieno affidamento per il futuro. Oggi la situazione è radicalmente diversa: i tassi d’interesse della Banca centrale sono sotto il 3%, con un debito pubblico di 31.000 miliardi di dollari mentre la domanda di buoni del Tesoro è in declino dal 2017. Un punto percentuale d’incremento dei tassi vuol dire pagare un conto grande quanto l’intera manovra speciale varata per fronteggiare l’emergenza Covid, inclusi gli aiuti a pioggia distribuiti dal governo nel 2020 e nel 2021.
Sono d’accordo con le Cassandre della situazione, secondo cui ora che il dollaro s’è infognato nel vortice dell’iperinflazione, ed in maniera così rapida, non si possa più tornare indietro. La Banca centrale non può far scendere i prezzi, può solo tentare di non farli alzare ulteriormente. Ma il vero problema è l’erosione della fiducia dei consumatori e dei creditori, che non credono più in un sistema politico che ha ridotto l’America in questa situazione di stallo perenne. L’unica cosa che salverà questa nazione, almeno per qualche decennio, è la sua potenza militare: anche quando l’America non potrà pagare il conto salato delle proprie spese, nessuno si sognerà di invaderla ed approfittare di questo suo momento di debolezza. Per il resto, sono convinto che continueremo a vedere grandi cambiamenti sociali nell’occidente civilizzato, con la Cina che scalpita per diventare la prima economia mondiale, grazie alle riforme di Deng Xiaoping.
Qualche settimana fa ricorreva l’anniversario della strage della Piazza di Tiananmen, in cui persero la vita alcuni degli studenti che protestavano per la situazione economica e pedagogica in cui si era venuto a trovare il sistema cinese cresciuto fin troppo in fretta negli ultimi decenni, in seguito alle riforme radicali introdotte da Xiaoping, e raddrizzare la barca che Mao Tse-Tung aveva quasi affondato con la sua testarda convinzione di isolazionismo internazionale ed il fatto di voler dare priorità all’agricoltura e non all’educazione. Da allora la Cina ha fatto passi da gigante ed è diventata la fabbrica del mondo, comprando allo stesso tempo il debito di tanti Paesi occidentali, e principalmente quello americano. In questo modo è riuscita a stringere un doppio cappio intorno al collo dello zio Sam, continuando a pagare i suoi debiti da un lato, e fornendogli tutti i beni di consumo a prezzi stracciati dall’altro. Certo, milioni di persone sono state sottoposte a ritmi disumani pur di ottenere questo traguardo, ma il risultato finale è che il livello di benessere generale in Cina, checché vogliano farci credere i giornali, è cresciuto enormemente sotto Xiaoping prima e Xi Jinping adesso. E questo doppio cappio sarà determinante nel pianificare le prossime mosse sullo scacchiere internazionale. Perché non dimentichiamo che se la Russia voleva l’Ucraina, la Cina sono decenni che vuole Taiwan.
Commenti
Sarò breve: quanto può valere la moneta quando ne inizi a stampare all’infinito? La guerra è solo un tappeto sotto il quale nascondere gli errori degli ultimi anni. Per salvare il paese la FED ha stampato dollari a tonnellate e una volta riversati nei mercati, l’inflazione era la cosa più inevitabile del mondo.
Ciao,
Emanuele
Risposte al commento di Emanuele
Si vede che è venerdì sera, ed hai dato una mitragliata di commenti sul sito prima di staccare la spina per il weekend 😀 Interessante che hai messo il link alla St. Louis FRED, sito che l’anno scorso monitoravo praticamente ogni giorno dovendo rifinanziare il mutuo, e visto che i tassi di riferimento sono proprio quelli riportati su quel sito (una serie diversa da quella che hai indicato tu). Sul discorso che quest’inflazione dovevamo (o dovevano?) prevederla già da mesi, siamo perfettamente d’accordo. A settembre dell’anno scorso tutti i grandi parrucconi da entrambe le sponde dell’oceano dicevano che sarebbe stata un’inflazione transitoria, e che interessava soltanto alcune nicchie specifiche (microchip, materiale edile, ecc). Ma il problema era, come hai detto tu, aver inondato i mercati di denaro a costo zero, che ha fatto nascere in questi ultimi anni milioni di società “alla Uber” che non avevano profitti ma speravano di poter rimanere a galla continuando a ricevere investimenti da gente che il denaro se lo faceva dare aggratis dalle banche. Condivido in pieno gli errori da principianti fatti in questi decenni, che hanno portato l’economia in un vicolo cieco dal quale, a mio parere, non usciremo più.
Risposte al commento di camu
Praticamente sta succedendo la stessa cosa del 2008, quando tutte le banche davano mutui quasi senza garanzie
Risposte al commento di Trap
E poi ci dicono che è importante studiare la storia per evitare di commettere gli stessi errori 😫 Tutte minchiate…