due chiacchiere

Perché il Presidente americano non può cadere?

E dopo aver parlato del governo italiano, non potevo non gettare un’occhiata a quello che succede su questa sponda dell’Atlantico. Nel pormi la domanda del titolo non mi riferisco ovviamente al senso letterale del verbo, anzi da quel punto di vista quell’allocco di Biden è già caduto più di una volta. Penso piuttosto a questa inusuale forma di presidenzialismo presente qui negli Stati Uniti, dove può accadere che il comandante in capo sia di un partito, ed il parlamento abbia una maggioranza (a volte anche netta) dell’altro partito. Il cosiddetto divided government, come lo chiamano quelli che hanno studiato. Già, non dimentichiamo che nel Paese a stelle e strisce esistono soltanto due partiti, al contrario della maggior parte delle democrazie europee e nel resto del mondo. Due partiti che si spartiscono, stando ai recenti risultati usciti dal voto, più del 70% dell’elettorato americano, annullando di fatto ogni speranza che si possano intravedere all’orizzonte nuove coalizioni alternative. Ovviamente non ci sarebbe nulla di male ad avere solo due partiti se i rossi repubblicani di destra ed i blu democratici liberali (al contrario dei colori in Italia, giusto per aumentare la confusione), giocassero in maniera pulita e nell’interesse del bene del Paese.

Sfortunatamente questo non è più il caso sin da prima di Obama, e la collaborazione (anche a denti stretti) ha ceduto il passo ad un ostruzionismo sfrenato che non si ferma davanti a nulla, in cui l’unico scopo di chi mantiene la maggioranza in Parlamento è quello di gettare in cattiva luce qualsiasi parola esca dalla bocca del Presidente. Certo non voglio dire che un sano e vigoroso dibattito tra le istituzioni non sia una cosa buona, anzi, è la linfa della democrazia. Però quando manca quel senso di rispetto non solo per l’avversario, ma specialmente per noi comuni mortali che dobbiamo sbarcare il lunario alla fine del mese, allora diventa un’esasperante rincorsa ad alzare i toni (ed il signor Trump ne è stato un esempio evidente) solo per pavoneggiarsi davanti a propri elettori. Ecco perché ho sempre ritenuto il modello alla francese più flessibile nell’adattarsi a situazioni estreme come questa, attribuendo allo stesso tempo il potere esecutivo ad una figura che rappresenti il proprio Paese sulla scena internazionale. Intanto mi rassegno al fatto che per i prossimi due anni, cioè fino alle prossime presidenziali, la democrazia americana rimarrà ingolfata per via del suo motore istituzionale rotto.

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