Il volto “a caratteri” che vedi qui sotto è stato presente per molti anni nella mia firma in fondo ai messaggi di posta elettronica. La nazionalità non è facilmente definibile, ma sembra uno di quegli abitanti delle isole caraibiche, con il suo cappello di paglia e la barbetta da figo. Lo disegnai prendendo spunto da una moda molto diffusa all’epoca: quella delle immagini fatte solo di caratteri (meglio nota come ASCII-art). Poi, finita l’università, non usando più la casella di posta d’ateneo, salutai il mio amico definitivamente passando al nuovo compagno d’avventure, quello che vedi anche qui sopra a sinistra, appoggiato con i gomiti all’intestazione della pagina.
Un dilemma mai risolto
Dirai: e quindi? Beh, nulla… mica ogni articolo che scrivo deve avere per forza una sua utilità esplicita. Potrò pure permettermi, di tanto in tanto, di riportare semplicemente qualche frammento del mio passato. Per raccoglierlo insieme agli altri in un contenitore unico che mi identifichi sempre meglio. Noto comunque che pur essendo trascorsi quasi quindici anni dall’invenzione del tizio caraibico, i miei gusti sono rimasti costanti: l’idea di fondo, di qualcuno appoggiato a qualcosa, è sempre la stessa. Forse c’è una spiegazione psicologica a tutto questo?
Commenti
Ti piace cullarti… o sei “nato stanco”?! 😉
Ciao,
P|xeL
Probabilmente la seconda che hai detto, eh eh…
aaah… amarcord! 🙂
quante mail…
Anche oggi è in auge la ASCII art. Ne fanno addirittura filmati come questo.
Risposte al commento di Trap
Ma pensa, certo che la gente ne ha di tempo libero da dedicare a questi progetti 😀 Beati loro!