due chiacchiere

Pane, amore e…

A volte torno stressato dal lavoro, non tanto per la quantità di mansioni che mi tocca svolgere, quanto per la qualità (bassa) di quello che mi viene assegnato. E dire che sono un “laureato” che ha studiato, conosce tonnellate di teoria, e potrebbe fruttare molto di più, se messo all’opera in settori che invece sono lasciati completamente allo sbando. Ma si sa, gli informatici abbiamo questo destino, almeno nel Belpaese: sudare sette camicie per conseguire l’agognato titolo, avere tante belle speranze, e poi ritrovarsi ad essere stipendiati meno di mille euro al mese per fare lavori demotivanti e senza organizzazione. Ok, questo è uno sfogo personale, sono certo che molti riescono ad ottenere condizioni migliori delle mie, quindi non posso generalizzare sulla situazione dei poveri informatici sfruttati.

Ecco un motivo per il quale partirei anche oggi stesso per altri lidi. Si, perché a differenza di tanti che si lamentano e poi però non fanno nulla, io qualcosa farei. Ma non posso, non adesso per lo meno. Però non capisco la lamentela di tanti: ieri sera c’era un servizio in televisione sulla gestione dell’acqua a Napoli: bollette non pagate da anni, acqua marrone che esce dalla fontanella, gente abusiva che si allaccia alle tubature senza dire nulla. Una situazione degenerata in cui tutti si lamentano ma nessuno prende una decisione chiara per “riformare” il settore: forse un’utopia, una cosa che non si potrà mai fare. E allora la soluzione? Andarsene, non ne vedo altre.

Commenti

  1. keltik ha scritto:

    la penso nello stesso identico modo, specialmente per quel che riguarda l’ atteggiamento diffuso in noi italiani. a parole tutti a criticare e a fare i bravi cittadini, quando in realtà il nostro eroe è “il furbo”.

    ho accarezzato molte volte l’ idea di andarmene da qui e mettermi alla prova in società più dinamiche: sud america, europa dell’ est …

    purtroppo più tempo si aspetta e più forti sono i legami che ancorano qui.

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