Ieri pomeriggio ho ricevuto una mail da un mio amico intitolata “E tu te lo farai mettere?”, residuo di una catena di Sant’Antonio circolata in rete un paio d’anni fa, frutto della campagna di disinformazione che certe correnti politiche avevano messo in campo contro la riforma sanitaria di Obama. Il titolo, che i malpensanti potrebbero interpretare nel modo sbagliato, fa riferimento ad una notizia secondo cui uno dei decreti attuativi della riforma conterrebbe l’obbligo per tutti gli americani di farsi installare un microchip sottocutaneo d’identificazione. Giusto per fare un po’ di sana informazione obiettiva, e chiarire come stanno veramente le cose, ho pensato di condividere con te quello che ho scoperto in rete dopo una veloce ricerca.
Premetto che secondo me magari ci fosse una tale proposta di legge, per svecchiare un sistema sanitario costoso e molto arretrato tecnologicamente. Qui ogni volta che vai da un dottore per la prima volta, devi compilare una decina di moduli in cui elenchi la tua storia sanitaria, le medicine che prendi, chi contattare in caso di emergenza e via dicendo. Tutta carta che non sempre viene poi convertita in formato digitale, tant’è che il mio medico di famiglia, all’annuale visita di controllo, pur conoscendomi si presenta sempre con un fascicolo cicciotto con tutte le analisi passate e quant’altro. Se un microchip consentisse a qualsiasi medico di sapere in maniera istantanea tutto sul mio stato di salute, le medicine prese da quando sono nato, i sintomi, le analisi, le radiografie, il mio status di donatore d’organi e la condizione di “riciclabilità” degli stessi, io correrei a farmelo impiantare.
La verità ti fa male, lo so
Sfortunatamente la campagna di disinformazione che fa molto Grande Fratello (quello di Orwell, non quello di Mediaset), invece, si basa su un’interpretazione distorta di un paragrafo estrapolato da uno dei documenti ufficiali. Snopes.com precisa:
The page numbers and language cited in these emails were taken from HR 3200, an early House version of health care reform legislation which was never passed by Congress. Passages cited from HR 3200 are therefore irrelevant as that bill was never signed into law, and the cited wording did not appear in the replacement bill
Non solo le frasi incriminate erano in una delle prime bozze, ma facevano riferimento alla possibilità di aggiungere un dispositivo RFID a tutte le protesi impiantate alla gente (dai pacemaker ai femori), per semplificarne la tracciabilità e misurarne l’efficacia. L’idea di fondo del legislatore era quella di estrapolare delle statistiche per comprendere quali modelli davano i risultati migliori e creare un database ad uso e consumo di medici e cittadini.
In conclusione, Obama non è un personaggio uscito da un libro di Orwell, e gli americani non avranno impiantato nessun chip sottocutaneo nel 2013.
Commenti
Perché tenere il microchip sotto pelle piuttosto che in un portafogli e/o in un database “in the cloud”?
Ciao,
Emanuele
Risposte al commento di Emanuele
@Emanuele: verissimo, e mi accontenterei anche di quello, anche se in casi estremi il portafogli potrebbe non essere a portata di mano 😉
PS: ben trovato, allora non sei sparito del tutto!
@Emanuele: è quello che mi chiedevo anch’io, pensando a una tessera sanitaria FUNZIONALE…
Risposte al commento di Davide
@Davide: e secondo me non dovrebbe essere neppure necessario un lettore complicato e proprietario. Si potrebbe benissimo creare una cosa simile all’aggeggio che Square ha inventato per l’iPhone. In quel modo ogni medico avrebbe il suo iPad ed all’arrivo del paziente, gli basterebbe passare la tessera nel lettore per avere il suo quadro clinico ovunque si trovi 🙂
Risposte al commento di camu
@camu: Anch’io appena ho visto quegli aggeggi mi si è illuminata la lampadina sui suoi mille usi, spero che prima o poi ci arrivino. Attualmente ad esempio sto collaborando con un’agenzia che ha sviluppato un’app per iPad e iPhone da fornire ai medici dermatologici per aiutarli nella diagnosi.
Comunque penso che non serva nessuna tecnologia proprietaria perché se non sbaglio qualsiasi lettore di smart card va bene per la tessera, serve appunto solo una periferica in grado di leggerla.
Risposte al commento di CyberAngel
@CyberAngel: il fatto che non serva una tecnologia proprietaria mi rassicura 🙂 Ma serve comunque un computer a cui collegarlo, o va bene anche un dispositivo mobile? Riguardo all’app sulle diagnosi, hai proprio colpito nel segno di quello che io auspico accada nel futuro prossimo: la possibilità per il medico non solo di accedere alla storia clinica del paziente, ma anche a basi di dati con casistiche e profili simili, in grado di suggerire diagnosi e trattamenti. Condividendo con altri medici in giro per il mondo le nuove scoperte ed eventuali approcci sperimentali su malattie ben note ma incurabili.
Mi viene in mente l’articolo su Wired di qualche mese fa, in cui si parla di un medico che sembra aver trovato una cura per la rabbia, che come tutti sappiamo è ad oggi ancora considerata una malattia mortale. Mettere in contatto specialisti nel mondo e condividere esperienze e diagnosi, potrebbe salvare molte vite!
Risposte al commento di camu
@camu: Sinceramente non ho mai provato con un dispositivo mobile ma, in attesa che aggeggi più compatti si diffondano, probabilmente collegandoli con degli adattatori ai vari tablet potrebbero funzionare anche lì. In fondo credo che servano solo da periferica di lettura, nient’altro (ma potrei sbagliarmi). Forse invece bisogna vedere se tutti i sistemi riconoscono i driver dei lettori smart card.
@camu: questa è fantascenza!
Risposte al commento di giglio
@giglio: e dire che le tecnologie ci sarebbero tutte!
Risposte al commento di camu
@camu: allora dai, brevetta qualcosa!
Ma negli States non esiste una sorta di Tessera Sanitaria come la nostra?
Risposte al commento di CyberAngel
@CyberAngel: che funzioni ha la tessera sanitaria italiana? A me la diedero proprio mesi prima di partire per l’America, e non l’ho mai usata veramente. Mi faresti un esempio concreto d’uso? Contiene le informazioni di cui dicevo qui sopra?
Qui la tessera ha il puro scopo di identificare chi la possiede, di determinare il livello di copertura garantito dall’assicurazione, compreso il costo del ticket da pagare e via dicendo.
Risposte al commento di camu
@camu: Premesso che non ti devo stare a spiegare come funzionano le cose in Italia però diciamo che pian piano (mooolto lentamente) sta prendendo sempre più piede in vari utilizzi.
Il suo scopo principale sarebbe quello di contenere il tuo storico clinico, ma avendo pure il tuo codice fiscale ed essendo dotata di microchip viene utilizzata – ad esempio – per verificare l’età di chi compra le sigarette alle macchinette, piuttosto che per controllare i rifornimenti di benzina con lo sconto agevolato nelle zone di confine. Questi sono alcuni degli utilizzi che mi sono venuti in mente e che ho provato personalmente.
Sarebbe possibile anche usarla come carta di credito ma direi che per il momento questa è una possibilità remota anche se potrebbe essere comoda avere tutto in uno ed evitare così di dover esibire un documento d’identità (tra l’altro senza diritto del richiedente).
Risposte al commento di CyberAngel
@CyberAngel: non sapevo che si poteva utilizzare anche come carta di credito. Così facendo l’agenzia delle entrate saprà in tempo reale cosa compro e quando spendo. oibò!
Al momento io non l’ho ancora attivata perchè tutto il meccanismo non mi convince. Comunque sia una volta attivata devi comprare alla ASl il lettore altrimeni non puoi leggere i dati contenuti nella tua tessera. Vediamo gli sviluppi…..
ciao ciao
Risposte al commento di sandra
@sandra: Ciao Sandra. Essendo una carta dotata di microchip in futuro potrebbe essere abilitata anche come carta di credito, al momento non mi pare che già si possa utilizzare in tal senso. Per quanto riguarda il problema dell’Agenzia delle Entrate di “rassicuro” dicendoti che la Finanza, secondo la nuova normativa, può già controllare i tuoi conti senza più dover passare da una richiesta al tribunale e quindi…
Sulla lettura dei dati sì, ti devi attrezzare con un lettore di smart card se vuoi accedere digitalmente ai vari servizi come richiedere direttamente i propri referti o vedere il proprio storico.
Alcuni servizi comunque sono disponibili su tutto il territorio nazionale, mentre altri dipendono da regione a regione. Per chi fosse interessato può trovare tutti i servizi disponibili sul sito della propria Regione, come quello della Regione Lombardia.
Ah dimenticavo: io da più di un anno posso richiedere i prestiti in biblioteca solo utilizzando la CRS.
Se abitavi ancora in Italia ti avrebbero sostituito la vecchia tessera con quella con il microchip. Il lettore si può comprare ovunque anche alla ASL e costa intorno ai 4 euro. Però il lettore in verità serve alle farmacie e studi medici privati e pubblici per aprire il tuo fascicolo sanitario elettronico e per aprire le ricette e prescrizioni mediche per visite ed esami. Ancora non ho trovato applicato il suo utilizzo…fintanto non obbligheranno i medici (come ad esempio hanno fatto per il certificato medico di malattia, niente più raccomandate!) non vedremo i benefici.
Quella della carta di credito sarebbe una buona applicazione ma penso non verrà mai attivata!!!!!!!!
Risposte al commento di giglio
@giglio: Comunque dipende anche molto da dove vivi. Da noi ormai tutti i medici e farmacisti e uffici pubblici usano da qualche anno il lettore per la carta. Io personalmente non ce l’ho perché per fortuna non ne ho mai avuto bisogno, mentre i miei per prenotare le visite e altro preferiscono telefonare al CUP col numero verde e devo dire – almeno in Lombardia – è uno dei servizi pubblici che più funzionano anche a livello di gentilezza degli operatori.
A Firenze e provincia è solo teoria, speriamo si passi a breve alla pratica.
Grazie a tutti per i chiarimenti. L’idea di questa Tessera Sanitaria usata anche per la biblioteca mi porta a pensare che forse il ruolo sarebbe potuto essere ricoperto dalla carta d’identità, ma è comunque un approccio innovativo. Spero che gli americani possano imparare dagli italiani, una volta tanto 🙂
Risposte al commento di camu
@camu: Sì effettivamente è quello che mi chiedo anch’io. Abbiamo introdotto la patente europea, la tessera sanitaria digitale, il passaporto con microchip eppure andiamo ancora avanti con il pezzo di carta sgualcito come carta d’identità la cui unica funzione è quella di accertare la propria identità, visto che con gli altri documenti (tranne il passaporto) non è possibile. Quanto dev’essere ancora lungo questo periodo di test che stanno facendo? Boh!
[…] questa bufala che da anni circola in rete, ne avevo già parlato lo scorso Novembre. Come già dicevo a suo tempo, se davvero esistesse una cosa del genere, io […]