due chiacchiere

Una nuova consapevolezza

Da un po’ di tempo non scrivo articoli sull’accessibilità: mi sono troppo concentrato ad implementarla su queste pagine, e non ho avuto tempo di “spiegarla” agli altri. Oggi prendo spunto da un piacevole scambio di battute su una lista di discussione: tutto è partito dalla mia segnalazione che qui in America una catena della grande distribuzione, Target (una specie del Carrefour italiano), è stata condannata a pagare 6 milioni di dollari di risarcimento perché il suo sito era inaccessibile ai non vedenti. Provocatoriamente, ho chiesto se mai vedremo in Italia una cosa analoga per punire gli Enti Pubblici che non rispettano la legge. Ed ho detto che il mio blog è accessibile perché mi piacerebbe diffondere la cultura del rispetto del disabile, che qui in America è così radicata nella coscienza sociale. Riporto la risposta di Antonino Attanasio, avvocato e non udente, che condivido totalmente.

Questo è un obiettivo nuovo, anzi antico… in pratica sarebbe come dire che le persone devono comunicare come obbligo sociale e giuridico. Come affermazione, la tua è bellissima e condivisibile. Ma quanto all’attuazione pratica i problemi giuridici e , come dire, socio-economici sono enormi. Mi spiego: supponendo che un sito, o un portale, o un blog, siano emanazione della libertà di manifestazione del pensiero, oltre che della libertà di impresa o professione, tutto si risolve appunto nel garantire questa forma di espressione libera e senza condizionamenti.

L’accessibilità è altro: mentre per il settore pubblico dovrebbe essere un obbligo in ragione dei compiti istituzionali di servizio della collettività locale o regionale o nazionale, per il settore privato, impresa o professione, in ragione della parità di trattamento tra le persone e della convenienza economica di un’area di mercato non indifferente ancorchè tutta da misurare, il discorso è da condurre su un altro piano. Diciamo che parlare di un obbligo giuridico di accessibilità infrapersone è eccessivo, perchè il rifiuto di comunicare è anch’esso emanazione della libertà di pensiero: anche se negativo, è un diritto.

Io penso che più che di obbligo di accessibilità dei blog personali, si debba parlare di individuazione di una etica nuova, frutto dell’emersione della “schiuma della terra”: un tempo “quelli come noi” erano reietti, uccisi o con prospettive di vita più breve dei normali. Adesso siamo emersi come soggetti di diritto, ed invece di chiedere di essere come gli altri nel senso di scimmiottarli sopratutto nei vizi, perché non provare a creare strumenti concettuali e etici nuovi? Per esempio io ho sempre sostenuto che un cieco che ruba a un altro cieco è ladro due volte. mi hanno risposto che è un furto come gli altri. Io dico di no…

Antonino,
avvocato e sordo.

Commenti

  1. danny
    ha scritto:

    Parole sante !

    Per questo argomento è molto facile scadere nella demagogia del luogo comune….

    Io fortunatamente per scansare il servizio di leva ho fatto il servizio civile !
    Dopo i primi 2 mesi in ambulanza (duri… durissimi … )
    ho iniziato a capire, e quello che inizialmente era orribile è diventato quasi un piacere…

    (ambulanza non solo emergenze ma anche servizio ai disabili)

    non mi dilungo oltre e consiglio a chi può di fare esperienze simili …

    1) per se stessi (grande momento di crescita interiore)
    2) per le persone che aiuti a fare quello che da soli non possono fare e che noi invece facciamo con estrema semplicità senza pensare alla “fortuna” che abbiamo.

    Per quello che riguarda l’Italia in materia ????
    ormai camu lo sa ! he he he

    no comment !

    nel deserto del “pincopallinoqualsiasi” i (diversamente abili) sono tenuti molto più in considerazione che da noi !
    ma in questo caso non è un problema di paese inteso SOLO come infrastrutture…
    ma soprattutto di educazione civica e morale !

    forse è meglio che torni a scrivere delle vacanze in Grecia … questi argomenti mi mandano un po’ su di giri !
    hissua !
    dy

  2. Sara
    ha scritto:

    Bellissimo post. Bravo:)

  3. camu
    ha scritto:

    Sara, il merito è tutto di Antonino, che mi ha concesso di condividere con voi le sue parole. Sfortunatamente le cose non vanno come vorremmo, e fra qualche giorno pubblicherò un altro articolo su questo tema. Però io continuo a strutturare queste pagine affinché siano accessibili, a dimostrazione del fatto che basta poco (in termini di soldi e di conoscenze informatiche) per ottenere risultati di tutto rispetto.
    Danny, sottoscrivo quello che dici: in Italia manca quell’educazione civica e morale che tanti altri Paesi hanno, Stati Uniti compresi. Ma d’altro canto la gente prende come esempio la classe governante: se già loro urlano in tv e non si rispettano tra di loro, perché non deve farlo il popolo? Qui ogni tanto guardo le dirette dal Congresso: i deputati sorridono, si fanno le battute, sono cordiali. Mica come le scene che abbiamo visto in Parlamento durante la caduta del governo Prodi, giusto per ricordare le più recenti 🙁

  4. Irish Coffee
    ha scritto:

    ok sistemiamo le cose in Italia,
    da dove cominciamo?
    ottimo post e bellissima iniziativa ma per l’Italia mi sa che siam lontani anni luce
    come hai ricordato giustamente tu un governo è appena caduto ed ora si fa tanto parlare ma i fatti vanno a rilento
    abbiamo molto da imparare dal mondo
    forse abbiamo piccole cose che il mondo dovrebbe imparare da noi, ma sicuramente fuori dal web
    ciao carissimo 🙂

  5. MassiGrassi
    ha scritto:

    Io credo sia il contrario. Non possiamo aspettarci una classe politica diversa da quello che siamo noi.

    Siete mai andati ad una riunione di condominio ? Avete mai assistito ai litigi per un parcheggio in città ?

    Questo per dire che bisogna lavorare sulla cultura e sul senso civico di ognuno di noi. Magari iniziando seriamente ad insegnare Educazione Civica nelle scuole. A quel punto, magari, molte cose si sistemerebbero senza troppa fatica.

  6. camu
    ha scritto:

    Irish Coffee, concordo con te: siamo lontani anni luce dal sistemare le cose, e siccome non penso di vivere così a lungo (che poi gli anni luce sono una distanza nello spazio, non nel tempo, ma mi confondo sempre) ecco perché me ne sono venuto qui dove le cose già funzionano e lo stile di vita è diverso. L’educazione civica, in America, è una cosa presa molto seriamente, a partire dalle scuole.
    MassiGrassi, ma come facciamo noi a cambiare se la classe politica fornisce il cattivo esempio? L’educazione civica in Italia? Solo tempo perso: perché magari a scuola studi tante belle parole sui libri che parlano di istituzioni, rispetto delle regole, legge uguale per tutti e via dicendo. Poi ti basta accendere la tv e vedi politici arrestati, gente che urla in parlamento, scontri istituzionali vari. E ti rendi conto, allora, che il libro e la professoressa hanno detto un sacco di fregnacce.

  7. Francesco
    ha scritto:

    … Camu: “perché magari a scuola studi tante belle parole sui libri che parlano di istituzioni”… non si fa neanche quello…

    Risposte al commento di Francesco

    1. isaak
      ha scritto:

      @camu: “perché magari a scuola studi tante belle parole sui libri che parlano di istituzioni” … ed in effetti stavolta bisogna concordare con francesco, laddove dice che non si da nemmeno quello.

      Ma d’altro canto prendersela con la scuola e’ da ipocriti, visto che il senso civico dovrebbe essere una realta’ dinamica che si vive tutti i giorni e non una nozione che si puo’ impartire cosi’ astrattamente. A partire dalla famiglia, se uno nasce in un contesto fondamentalmente “nanofilo” o bossiano, leghista, mafioso o quant’altro e’ ovvio che poi viene su privo di senso civico.

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