due chiacchiere

Caro amico ti scrivo

Così cantava qualche anno fa il buon Lucio Dalla, riassumendo in una lettera quello che era successo nell’anno appena trascorso e facendo i buoni auspici per quello che stava iniziando. Musiche a parte, per questo piccolo blog disperso nel grande mare della rete, invece la vita è appena iniziata. La speranza è di vederlo crescere sano e robusto, con tanti amici intorno che lo coccolano e lo vogliono bene.

In effetti, ogni volta che ho realizzato qualcosa che poi è andato in onda sul web, ho sempre provato un po’ il sentimento di responsabilità. D’altro canto, ogni propria creazione è quasi come un figlio: una nuova promessa che si vorrebbe far evolvere e a cui dare l’attenzione che merita. Non prendermi per matto, spero di non esserlo ancora diventato. Chissà, se e quando un giorno avrò un figlio, e leggerà queste poche righe, cosa penserà del suo papà svitato. Comunque, in attesa di sfornare il pargolo in carne ed ossa, faccio pratica con il web. E con la comunicazione.

Volendo fare una riflessione di fine anno (suvvia, facciamola!), mi auguro che nel futuro si possa comunicare di più, ma in maniera vera, come si faceva una volta. Mi auguro, insomma, che si torni al passato. Già perché sebbene oggi i mezzi di comunicazione non manchino (dal cellulare ai blog, dalla chat a tante altre diavolerie), in realtà ognuno di noi comunica sempre meno. Basta guardarsi intorno: al supermercato o alla posta, se qualcuno può furbamente passarti avanti, lo farà. E non vale il detto “l’occasione rende l’uomo ladro”. Ok, forse in poche righe sono riuscito a saltare di palo in frasca (il mio professore d’italiano me lo diceva sempre, è un mio difetto), ma quello che voglio dire è che oggi, paradossalmente, siamo tutti molto più individualisti. Chiacchieriamo amabilmente via internet con una sconosciuta ragazza che si trova dall’altra parte del mondo, e poi a stento rivolgiamo il saluto al vicino la mattina uscendo di casa.

Serve identificare un colpevole per questo? Non lo so, a quello penseranno fior di psicologi, sociologi, intellettuali pagati fior di milioni (di euro) che lo faranno per noi. E alla gente basterà ascoltare questi “professori” in tv per convincersi di quello che dicono. Continuando, però, a urlare al pedone che passa con il rosso, anche a Natale.

Commenti

  1. Trap
    ha scritto:

    Intanto… auguri di buon anno 🙂

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