La domanda è all’apparenza innocua, elementare, quasi banale. Ma nel Paese a stelle e strisce, in un’epoca in cui la sessualità è messa fortemente in discussione e diventa argomento di feroci dibattiti politici tra destra e sinistra, è una domanda a cui nessuno è in grado di rispondere davvero. Allora ci ha provato un giornalista, Matt Walsh, in un documentario (mi spiace, la pagina Wikipedia in italiano non esiste, a quanto pare) che tramite una serie di interviste con esperti del settore, fornisce allo spettatore un bel po’ di materiale su cui riflettere. Bisogna precisare che Walsh è stato al centro di diverse polemiche negli ultimi anni per le sue posizioni considerate controverse dai benpensanti, sul tema del transgenderismo, che gli hanno anche procurato diversi problemi sui social. Non credo di rovinarti la sorpresa, dicendoti che alla fine dei 90 minuti, nessuno degli intervistati ha saputo dare una risposta soddisfacente a quella domanda.
Tra questi, Patrick Grzanka, professore associato presso il Dipartimento di psicologia e presidente del programma interdisciplinare su donne, genere e sessualità all’Università del Tennessee di fronte alla domanda rimane visibilmente turbato e dopo un momento di silenzio afferma che “una donna è una persona che si identifica come una donna”. Marci Bowers, ginecologa e chirurgo, spiega che “la femminilità è una combinazione di attributi fisici e di ciò che mostri al mondo attraverso indizi di genere”. Ci sono donne fermate per strada che sono letteralmente inebetite di fronte a questa domanda, c’è chi ride, chi se ne va, chi si guarda in giro con aria interrogativa, nemmeno alla Marcia delle Donne di Washington riesce ad ottenere una risposta. E quando dice di cercar la verità Walsh si sente rispondere che quella parola è condiscendente e transfobica. A questo siamo arrivati.
Chiaramente l’iniziativa ha un tono provocatorio, che gli ortodossi della comunità LGBTQ non sembrano gradire per nulla, stando alle loro reazioni mentre parlano con Matt. Ma l’intento è più che legittimo: in un mondo in cui il genere è diventato questione di opinione, specialmente negli Stati Uniti, dove ci sono genitori che incoraggiano i figli già dalla tenera età a guardare alla propria sessualità in maniera fluida, cosa vuol dire per un uomo sentirsi una donna? Il cosiddetto cambiamento di genere è un’illusione che sta causando tanta sofferenza: in un video che Matt ha condiviso su Twitter, una dottoressa dice che “togliere il seno” ad una adolescente è una cosa naturale, perché già a quell’età sanno benissimo cosa vogliono, e che male che va, può sempre farselo ricostruire dopo. Ma stiamo scherzando?
Per carità, non etichettarmi come omofobo: sin dai tempi del liceo, ho avuto vari amici e colleghi gay, e mi sono sempre trovato a mio agio. Quello che mi disturba è l’indottrinamento di ragazzini fragili ed insicuri, che ancora non sanno quello che vogliono, e che sono messi sotto un’enorme pressione dalla società che li circonda. Quello che mi disturba è vedere uomini che si sentono donne, gareggiare fianco a fianco alle donne e strappar loro tutte le medaglie e la gioia di realizzare una vittoria dopo una lunga carriera di sacrifici, semplicemente perché il fisico di questi uomini è biologicamente più performante. Quello che mi disturba è la violenza con cui quelli che vogliono esprimere un parere diverso sono immediatamente tacciati di bigottismo ed etichettati come retrogradi matusalemme che non capiscono nulla. Mentre dall’altra parte si organizzano sfilate per i diritti e l’uguaglianza di tutti. Ma qualcuno alla fine rimane sempre meno uguale degli altri.
Commenti
Che dirti, non posso che commentare con le tue parole:” Quello che mi disturba è l’indottrinamento di ragazzini fragili ed insicuri, che ancora non sanno quello che vogliono, e che sono messi sotto un’enorme pressione dalla società che li circonda. Quello che mi disturba è vedere uomini che si sentono donne, gareggiare fianco a fianco alle donne e strappar loro tutte le medaglie e la gioia di realizzare una vittoria dopo una lunga carriera di sacrifici, semplicemente perché il fisico di questi uomini è biologicamente più performante. Quello che mi disturba è la violenza con cui quelli che vogliono esprimere un parere diverso sono immediatamente tacciati di bigottismo ed etichettati come retrogradi matusalemme che non capiscono nulla. Mentre dall’altra parte si organizzano sfilate per i diritti e l’uguaglianza di tutti. Ma qualcuno alla fine rimane sempre meno uguale degli altri.”
Risposte al commento di DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
Mi disturba anche leggere la pagina Wikipedia sul documentario, dove si ribadisce più e più volte la parola “conservatore”, quasi a demonizzare, etichettandolo in maniera pedante, il lavoro di Walsh.