due chiacchiere

Passeggiando per le vie della capitale

Si conclude oggi questa miniserie di appunti sparsi sul nostro recente viaggio in Italia. Il gran finale è andato in scena su uno dei palcoscenici più belli del mondo: Roma. Il piano originale prevedeva che io tornassi all’ovile, mentre Sunshine e le ragazze sarebbero rimaste qualche settimana in più, per visitare i suoi parenti a Benevento ed i nostri amici a Pisa. Il mio volo di ritorno per gli Stati Uniti era alle 11 del mattino, quindi avevamo deciso di approfittarne e partire dalla Sicilia il giorno prima, per passare il pomeriggio tra le stradine del centro storico romano. Poi la mattina dopo, ci saremmo diretti tutti alla stazione Termini: io sarei salito sul Leonardo Express e loro avrebbero preso un treno per Pisa. Sfortunatamente, l’incendio all’aeroporto di Catania ha scombinato i nostri piani, e così Sunshine e le figlie sono volate direttamente a Pisa, con un volo da Comiso che, guarda caso, era stato inaugurato proprio quella settimana. Io invece sono andato a Catania a restituire l’auto che avevamo noleggiato, e mi sono imbarcato per Roma per conto mio.

Posate le valigie ad un bed and breakfast dietro la stazione centrale, mi sono incamminato alla volta di Santa Maria Maggiore, con l’intento di raggiungere la Fontana di Trevi ed il Colosseo, che non vedevo da almeno 18 anni. Per fortuna la giornata non era particolarmente afosa: l’ondata di caldo che aveva investito lo Stivale qualche giorno prima aveva lasciato il posto a temperature più tollerabili, considerando che era l’inizio di agosto. Una cosa che sicuramente non c’era l’ultima volta che ero stato nella capitale erano i tantissimi monopattini elettrici sparsi per la città. Da Bird a Lime, ce n’erano per tutti i gusti e per tutte le tasche. Però considerando il costo di un euro più 25 centesimi al minuto, capisco come mai la maggior parte erano parcheggiati ai bordi del marciapiede inutilizzati.

Dopo aver buttato qualche monetina nella fontana, e dopo qualche selfie con lo sfondo di Montecitorio (no, lei non c’era 😫), m’era venuto un certo languorino, una voglia di qualcosa di buono, come diceva una volta la pubblicità. Ora, io non sono certo un esperto di Roma, ma ho sempre sostenuto che se ti trovi nella città eterna devi mangiare una delle specialità locali: dai bucatini all’amatriciana alla coda alla vaccinara, da una bella trippa al sugo fino alla carbonara, la scelta è ampia. E quale quartiere di Roma offre la miglior selezione culinaria della città se non Trastevere? E così, dopo una veloce sbirciata al cellulare per trovare un ristorantino con buone recensioni, la scelta è caduta su Mastro Fidelio.

Dettaglio della mappa di Roma con evidenziato il percorso a piedi da Piazza di Spagna a Trastevere

Dal Colosseo mi sono incamminato verso il Circo Massimo (accidenti, non me lo ricordavo così lungo!), ho fatto una breve sosta alla Bocca della Verità, che aveva chiuso da pochi minuti, ed ho attraversato il ponte Palatino per tuffarmi nell’atmosfera calda e piacevole di Trastevere. Forse è per questo che la chiamano la Città Eterna: il fascino di quel quartiere è rimasto immutato dall’ultima volta che mi ero avventurato tra quei vicoli ed avevo ammirato il Tevere scorrere placido qualche decina di metri più giù. La gente seduta ai tavolini del bar oppure a chiacchierare al bordo della strada, la musica di una qualche band improvvisata sullo sfondo, il profumo di cibo genuino: mi sembrava quasi di essere in uno di quei film d’altri tempi, lontano anni luce dal caos e dalla confusione della metropoli.

Dettaglio di un piatto di pasta alla carbonara

Per cena sapevo già cosa avrei ordinato: una bella carbonara fatta come Dio comanda (altro che la schifezza della pasta all’Alfredo di Olive Garden!) oppure una trippa alla romana. Non sapendomi decidere, ho finito per ordinare entrambi. Tanto avrei avuto modo di digerire con calma in albergo, e poi chissà quando mi sarebbe ricapitata un’occasione del genere 😁Il prezzo finale è stato più che ragionevole, specialmente considerando che qui in America una pietanza oramai non costa meno di 20 dollari, e fino a 30 per un piatto di pesce, cose da pazzi.

: carbonara 9 euro, trippa 14 euro, acqua e coperto 4 euro, totale 27 euro.

Dopo cena ho preso un taxi lì vicino, che per 8 euro mi ha riportato all’ovile. La stazione Termini mi è sembrata pulita e tutto sommato tranquilla. Certo, i tipi loschi non mancavano, ma si facevano gli affari loro, e non sembravano in cerca di guai. Anche perché ho notato qualche volante delle forze dell’ordine nei paraggi a tenere sotto controllo la situazione. Non c’è nulla da fare, Roma ha sempre il suo fascino, anche ad Agosto.

Commenti

  1. Trap
    ha scritto:

    Peccato, una cena con lei sarebbe stata la tua ciliegina sulla torta 🙂

    Risposte al commento di Trap

    1. ha scritto:

      Mi sarebbe bastato anche solo vederla da lontano 😁

Lascia un commento

Torna in cima alla pagina