Giacomo era proprio una di quelle persone che tutti vorrebbero avere come amico, sia uomini che donne. Con entrambi i sessi sapeva essere “cool” al punto giusto, il suo orientamento sessuale non appesantiva mai le relazioni, il suo essere gay non era mai messo in mostra. Con Enrico s’erano conosciuti alle scuole superiori, e da allora erano sempre stati buoni amici. Era stato persino il suo testimone di nozze, il che aveva voluto dire per Enrico dover rompere la regola dettata dalla tradizione, secondo cui i testimoni sono sempre sorelle e fratelli. Ma per lui era più importante il legame vero con l’amico, che quello imposto dalla parentela. D’altro canto Giacomo era un po’ colui che l’aveva “svezzato”, che proprio negli anni dell’adolescenza gli era stato vicino nei momenti difficili di quest’età. Gli aveva insegnato l’arte di corteggiare le donne, gli aveva fatto fumare il primo spinello, l’aveva persino portato sulla tangenziale una notte in cui erano entrambi ubriachi fradici. Insomma, insieme avevano imparato a gustarsi ogni momento che la vita regalava loro.
Persino la sua storia con Laura era in qualche modo “merito” di Giacomo, visto che era stato lui a presentargliela. Non che lui se ne facesse un vanto, intendiamoci, ma in fondo in fondo si compiaceva nel vedere quant’era ben affiatata quella coppia. Enrico a volte si sfogava con lui, quando c’era qualche problema, e Giacomo sapeva sempre leggere tra le righe e fornire la soluzione giusta. Questo era probabilmente uno dei pregi che Enrico ammirava maggiormente in lui. Era un po’ come nei film d’azione, dove il protagonista è quello che sa tutto con precisione sin dalle prime scene, e riesce a prevedere tutte le mosse dell’avversario studiando un piano che s’avvererà esattamente nel modo in cui è stato orchestrato. Tant’è che aveva sempre sospettato che Giacomo sin dal principio aveva progettato tutto in modo che loro due si riuscissero a mettere insieme: un piano “diabolico in senso positivo” per vedere il suo migliore amico felicemente accasato con la persona che s’era dimostrata degna di lui.
Un po’ come in quel telefilm che raccontava la storia di alcuni dispersi su un’isola remota dell’Oceano Pacifico, in cui alla fine era tutto intrecciato attorno all’eterno duello tra fede e ragione, così era per Giacomo ed Enrico, anche se in questo caso c’era un’alternanza di ruoli: in certi periodi Giacomo era la fede e l’altro la ragione, ma poteva benissimo capitare il contrario. Proprio di recente era stato Enrico a dover consolare l’amico per una brutta storia sentimentale finita nella maniera peggiore. C’è da dire infatti che, sebbene non si facesse problemi di sorta, non tutti sapevano “ufficialmente” delle inclinazioni sessuali di Giacomo. Specialmente in famiglia, specialmente quando la tua famiglia è di quelle tradizionaliste del meridione. Quindi non era certo stato un bello spettacolo vedere il suo fidanzato impazzito andare in giro a sputtanarlo a destra e sinistra. Tutto perché Giacomo aveva semplicemente chiesto una pausa di riflessione. “Certa gente è meglio perderla che trovarla, e poi meglio ora che dopo anni di convivenza” aveva provato goffamente a consolarlo Enrico.
Commenti
bello il riferimento a Lost 😀
@Simona: beh, in fondo devo spargere qualche traccia qua e là per dare ai lettori degli indizi 🙂
Sono sorpreso di come ancora la connotazione di omosessuale (o gay per buttarla in politica) coinvolga tutta la persona.
Tra i tratti del carattere – non è una connotazione più forte di ciò – è quella più intima, che può avere riflessi contenuti nella conduzione della vita.
Altro è farne uno status, però c’è chi non può farne a meno.
Forse in questi ultimi anni l’orientamento sessuale non covenzionale (quindi omosessuale o bisessuale) è meno condizionante, mi sembra che ciò comporti maggiore distensione.
Un caro saluto
Francesco
@Francesco: comunque certo non è inteso in senso discriminatorio o ghettizzante 🙂 Anzi…
Ciao Camu,
ho scritto quanto sopra positivamente sollecitato dalla tua frase “non tutti sapevano “ufficialmente” delle inclinazioni sessuali di Giacomo”, che connota Giacomo come Giacomo (e non come gay o omosessuale, posto che anche questi sono secondo me tratti positivi quanto la capacità di amare), il quale ha tra i tasselli della sua personalità delle preferenze sessuali.
Come dire, ho avvalorato la correttezza dell’espressione
Francesco