La moglie ed io guardammo per la prima volta questo film quando arrivò nelle sale cinematografiche: la produzione d’oltralpe mi ha sempre affascinato, da Leon con Jean Reno (uno dei miei attori preferiti, dopo Carlo Verdone) al divertente Taxxi (e sequel) del 1998. Audrie Tatou, nuova promettente stella del cinema francese, si presentava finalmente al grande pubblico. Leggendo un post di Emanuele qualche settimana fa, mi è venuta voglia di riguardarlo. Ho riscoperto la sua attenzione per “i dettagli che nessuno noterà mai”, il suo mondo incantato, un po’ triste e che s’incastra con tanta fantasia nella realtà intorno a lei.
Anche a me capita, a volte, di osservare il mondo da un’altra prospettiva: mentre l’autobus mi porta al lavoro la mattina, osservo dal finestrino il mondo intorno a me, con il profilo dei grattacieli di New York sullo sfondo. Guardando le persone (più o meno sempre le stesse) che l’autobus raccoglie durante il tragitto, mi diverto ad immaginarle mentre urlano alla borsa di New York per acquistare e vendere azioni, oppure sedute alla loro scrivania al trentesimo piano dell’Empire State Building a fare riunioni sul marketing aziendale.
Un altro film che ti consiglio di vedere, sempre con Audrie Tatou, è M’ama non m’ama: una storia d’amore e tradimenti piena di… colpi di scena. Chi ha scritto la trama è proprio un genio: ti dico solo che tutto quello che vedrai nel primo tempo magicamente si trasformerà in qualcos’altro nella seconda parte del film.
Commenti
Bellissimo Amelie. Uno dei capolavori cinematografici che mi è rimasto nel cuore. Fa vedere un mondo diverso, un modo di vivere, semplice, sereno e bello.
Ciao,
Emanuele
Camu, ho il massimo rispetto per i tuoi gusti personali, tanto che non mi permetterei mai di criticarli, ma la sola idea di accostare Jean Reno a carlo verdone mi fa ribrezzo! Il primo è un attore, vero, affascinante (no-gay mode), assolutamente speciale, uno che sa fare ruoli drammatici (Ronin, magistrale!) e comici (La pantera rosa, da pisciarsi addosso, con quel pazzo di Steve Martin) con la stessa bravura. L’altro è uno che da 30 anni fa le stesse facce da pirla, gli stessi personaggi cui cambia solo il nome, le stesse battute in un fastidioso romanesco (che se avesse minimamente imparato da Aldo Fabrizi o da Sordi non sarebbe così irritante). E’ come paragonare il cioccolato alla cacca, secondo la mia umile e criticabilissima opinione.
In quanto a film francesi, c’è qualcosa di splendido e qualcosa di intollerabile, come del resto ovunque nel mondo cinematografico. Taxxi e sequels ad esempio vivono di una comicità un tantino forzata ma certe trovate sono geniali, mentre mi dispiace per te ma la Tatou non la sopporto proprio! Che Dépardieu viva MOOOOOOLTO a lungo 🙂
Di film non ne ho visti molti. Spesso alla domanda tipica: Ma hai visto quel film? rispondo: No. Però Il Favoloso Mondo di Amelie sono andata a vederlo al cinema ed è sicuramente uno dei miei film preferiti. Quindi dovrò seguire il tuo consiglio e guardare M’ama non m’ama.
Un film francese di genere diverso, ma che mi è piaciuto molto è 36 – Quai des Orfevres (con Depardieu, Auteil e Dussolier).
Ho visto l’ultimo film che pare aver sbancato in Francia: “Giù al Nord”.
Non potete capire quanto sia divertente! 😛
Consigliatissimissimo!
Emanuele, concordo assolutamente. Non è certo l’unico capolavoro che considero degno di essere rivisto decine di volte: da Frankenstein Junior a Il miglio verde, i miei preferiti sono parecchi in effetti!
Sba, anche io ho il massimo rispetto per il tuo punto di vista. I gusti son gusti, che possiamo farci. A me il “burino” verdoniano è sempre piaciuto, perché in fondo rappresenta un po’ l’italiano medio. Come dimenticare Bianco Rosso e Verdone (non il secondo, che è stato un fiasco incredibile) oppure il pacioccone Leo di Un sacco bello? Anche il personaggio di Manuale d’amore 2 (e la splendida colonna sonora) meritano, a mio modestissimo parere. Lo so, non è la stessa comicità di Fabrizi o Sordi, sono il primo a dirlo, ma per me Verdone rimane sempre l’icona del tipico italiano, un po’ arruffone 🙂
Anna e Giulia, grazie per i consigli. Vediamo se riesco a trovarli qui!
Camu, sto girando da due gg con il cd della colonna sonora de “Le Fabuleux destin d’Amélie Poulain”, in borsa. Lo ascolto praticamente d’appertutto. Al lavoro, mi aiuta a rilassarmi, in auto, a casa, insomma Yann Tiersen ha fatto un capolavoro. Il film poi è semplicemente bellissimo.
L’ho visto sia in lingua originale sia in italiano e ti dirò che i film in lingua originale hanno un’altro sapore, molto più bello, nulla da togliere ai nostri doppiatori che sono fra i più bravi al mondo. Io mi soffermo spesso ad osservare il mondo intorno a me e scopro sempre nuovi dettagli.
Un saluto
Brava annagb, 36 – Quai des Orfèvres è un film splendido.
Camu, Verdone rappresenta il tipico italiano DEL SUD; ora, non è per essere razzisti, ma c’è una diversità immensa di carattere e di comportamento fra la gente del sud e quella del nord. Io non mi identifico affatto con Verdone, e non trovo nemmeno una persona fra quelle che conosco che possa somigliare anche solo minimamente a lui. Lo vedo un po’ come l’emblema del cinema italiano, troppo concentrato a rappresentare personaggi e situazioni di un sud troppo differente dalla realtà in cui si vive qui a nord. Ti faccio un esempio: l’ultimo film che ricordo con buona parte dei dialoghi in dialetto del nord (lombardo) è stato “L’albero degli zoccoli” di Ermanno Olmi, parliamo di fine anni 70, e il dialetto aveva… i sottotitoli in italiano!!! Invece nei film in cui si parla siciliano da inizio a fine, lì bisogna sforzarsi di capire eh! Forse è per questo che il cinema italiano per il 98% mi fa schifo. E Verdone ne rappresenta il punto più basso. Figuriamoci poi che nelle ultime, inguardabili commedie dei Vanzina a Boldi facevano fare le battute in romanesco!
Scusa se mi inalbero, ma mi sento discriminato (dal cinema). Ma sono contento lo stesso che la Juve ha vinto 🙂
Sba, ora che hai spiegato le tue motivazioni mi è tutto più chiaro, lo ammetto 🙂 E non posso darti torto, anche se la comicità e i grandi attori, in Italia, sono sempre venuti dal centro-sud, e su questo non ci si può far molto: da Totò a Sordi, da Vittorio Gassman a Sofia Loren. Passando per la toscana di Benigni, s’intende. L’albero degli zoccoli l’ho sentito nominare, ma credo di aver visto solo la sua versione comica, L’albero delle zoccole 🙂 Non volermene… si fa per scherzare!
bello il film… anche se sono amante della vecchia commedia all’italiana, quella con sordi, totò, fabrizi…