In questi giorni non si parla d’altro che di matrimonio, coppie di fatto, crisi di governo dovute all’ingerenza religiosa nelle decisioni dello Stato, e via dicendo. Come sai bene ho (quasi) sempre evitato di toccare argomenti politici su queste pagine, ma i cosiddetti “patti civili di solidarietà” su cui si è alzato un gran polverone, secondo me si risolvono in maniera molto meno complessa di quella che sembra. Innanzitutto per le coppie eterosessuali: vuoi che ti si riconoscano i diritti derivanti dall’unione con il tuo partner? Sposati, che ci vuole! Forse sono ingenuo io a farla così semplice.
In fondo seguendo il rito civile, non è necessario spendere molti soldi o seguire pratiche burocratiche assurde: basta presentarsi in comune, all’ufficio apposito, e dire all’impiegato di turno che ci si vuole sposare. Ti faranno compilare un po’ di moduli, due foto, due marche da bollo per le pubblicazioni, ed il gioco è fatto: tempo un mesetto e sarete convolati a giuste nozze. Cioè in altre parole: non capisco perché bisogna istituire un nuovo tipo di “legame di fatto” quando già quello che abbiamo, contemplato dalla Costituzione, va più che bene e non comporta particolari sacrifici (non è necessario neppure comprare l’abito da sposa, basta un normale tailleur). Ecco cosa non mi è chiaro: l’approccio tutto italiano di complicare le cose, anziché semplificarle, sfoltendo la già nutrita serie di leggi che regolano questo istituto.
Considerazione a parte meritano le coppie omosessuali: la famiglia, così come la intendevano i padri costituenti, è formata da un uomo ed una donna. Allora facciamo come in Inghilterra, dove Elton John e felice fidanzato, hanno potuto coronare il loro sogno. In quel Paese, hanno detto semplicemente: sentite, volete vedere riconosciuto il vostro legame davanti alla legge ed alla comunità? Bene, allora vi assumete (più o meno tutti) i doveri e guadagnate i diritti delle coppie sposate civilmente: successione, accesso ai contributi, tassazione, e via dicendo. L’unica cosa, lo ammetto, su cui storco un po’ il naso sono le adozioni: ma la discussione si farebbe oltremodo lunga, quindi non entro in argomento.
Commenti
Italia: Ufficio Complicazioni Affari Semplici
Sono d’accordo con te, in effetti non capisco “I diritti” per le coppie di fatto. Sposarsi ormai non vuol dire andare in chiesa o indossare l’abito bianco, anzi, non devi nemmeno fare la festa se non vuoi. Vogliono i diritti ma non vogliono promettere niente quindi…. eh certo “they want their cake and want to eat it too” Bisogna giurare qualcosa prima. Se loro hanno paura di questo “legame” non devono nemmeno pretenderne i diritti. Idem per come la pensi su gli omosessuali. E idem per l’adozione, renderebbe più difficile la vita del bambino.