due chiacchiere

Kimagure orange road

Quando ero “giovane” e riuscivo ad organizzare meglio il mio tempo, una delle mie passioni erano i cosiddetti fumetti manga, quelli giapponesi per intendersi. Segno che praticamente da sempre ho avuto una specie di attrazione speciale per il mondo orientale, per la loro cultura e le loro presunte “stramberie” quotidiane. Per il mio ventitreesimo compleanno, tra i vari regali ne ho ricevuto uno che ancora ogni tanto rileggo con piacere: il libro di Orange Road, la storia di un triangolo amoroso tra le più famose dell’epoca. In Italia è stato trasmesso anche il cartone animato, con il titolo “È quasi magia, Johnny” sulle reti Mediaset.

Il protagonista Kyosuke (oppure Johnny, nella traduzione occidentale) è innamorato di una avvenente ragazza, ed è a sua volta oggetto dei sentimenti di un’altra ragazza. Nulla di più normale, si potrebbe pensare. Ma forse proprio in questa presunta banalità si nasconde il segreto del successo della storia: l’analisi dei legami amorosi, così comuni nella vita adolescenziale tratteggiata nel romanzo, è uno spunto per riflettere sulla propria situazione. Più o meno tutti abbiamo provato qualcosa per la compagna di banco, ai tempi della scuola. Poi qualcuno, addirittura, la compagna di banco se l’è pure sposata.

(dal libro) Quando si socchiudono, i tuoi occhi iniziano a tremare. Sembrano quelli di un cucciolo che si è perso nel bosco. Occhi in ansia. Sembrano dire “muoio di paura”, mentre mi guardano imploranti. Gli stessi occhi che di solito mi scrutano capricciosi o imbronciati, oggi… stanotte, appaiono invece fragili, come non li avevo mai visti prima. È buffo, ma mi sento come un cavaliere che corre in tuo soccorso nel bosco più profondo.
Che vergogna…
Mi sento anche… colpevole…
Perdonami, Ayukawa.
In realtà anch’io mi sento fragile. Inerme. Proprio come te.
Sto tremando come uno stupido… sì, come uno stupido.

Commenti

  1. Trap
    ha scritto:

    Non dimenticherò mai quella serata a casa tua assieme a Federico in cui mi prestasti i primi tre numeri di Video Girl Ai. Li lessi tutti insieme in quella stessa sera… Aaaaah, che amarcord!!

  2. camu
    ha scritto:

    Vero, mi ricordo anch’io quella mitica serata… ho ancora i fumetti, anche se prendono polvere. Prima o poi mi deciderò a regalarli a qualche discepolo più degno di me!

  3. swanbarese
    ha scritto:

    Ciao, giusto ieri ero in una città mercato e nei soliti cestoni con i le VHS a prezzi rasoterra c’erano fior di cartoni dei bei tempi. Il primo che mi è saltato all’occhio è stato D.N.A.2 🙂 ahh, che bei momenti persi dentro le pagine di un manga! Ora mi è rimasto solo berkerk e ogni volta che passo in edicola e vedo una copertina che mi piace e un numero 1 (eeh, la serie la devo leggere dall’inizio :-)) lo compro. Peccato che poi mi dimentichi di comprare gli altri, occupato come sono a rincorrere le cose “importanti” che a malapena trovo il tempo di fare. 🙂
    Ciao
    Luigi

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