due chiacchiere

La tristezza e l’allegria

Un po’ come fanno i concorrenti di “Chi vuol essere milionario” quando devono interpellare il pubblico, non esprimerò il mio punto di vista su due notizie apparse nelle scorse settimane in rete. Mi limiterò a riportare i fatti, e poi ognuno si farà l’opinione che crede. Un po’ di retroscena: circa quattro anni fa in Italia, l’allora Ministro per l’Innovazione Lucio Stanca, promosse una legge che tutt’oggi porta il suo nome: un elenco di requisiti che i siti che erogano un pubblico servizio devono (nota il tempo del verbo, non ho detto “dovrebbero”) rispettare, per essere accessibili alle persone disabili. Per esempio descrivere le immagini importanti per i non vedenti, o aggiungere i sottotitoli ai video per i non udenti. Anche in America esiste una legge del genere, più vecchia e più generica (non solo limitata ai siti web, ma estesa anche a televisione, edifici pubblici e servizi), che proprio in questi mesi molti vorrebbero aggiornare, per adeguarla all’evoluzione della tecnologia.

Sei milioni ai non vedenti

Target è una catena di negozi della grande distribuzione americana (una specie di Esselunga, Carrefour e Auchan in Italia). Leggo sul sito di Business Week (traducendo in italiano):

Target ha accettato di pagare 6 milioni di dollari in danni ai querelanti californiani che non riuscivano ad usare il suo sito web, come parte di una class action avviata dalla Federazione Nazionale dei Non vedenti, uno dei principali gruppi che difendono i diritti dei non vedenti americani. L’accordo, annunciato Mercoledì, prevede che Target depositi i soldi su di un conto corrente fruttifero, dal quale gli associati potranno prelevare la loro quota. Ma la cosa più importante è che Target dovrà implementare delle linee guida interne per rendere il suo sito più accessibile entro la fine di Febbraio del 2009. La Federazione offrirà il suo aiuto volontario per discutere i cambiamenti da apportare.

Target e la Federazione hanno stipulato un accordo di tre anni durante i quali un gruppo di esperti continuerà a monitorare il sito per assicurarsi che i requisiti di accessibilità siano rispettati, ad esempio per la navigazione tramite screen reader.  Al termine del periodo concesso all’azienda per mettersi in regola, se tutto sarà in linea con le aspettativa, la Federazione rilascerà il suo bollino per certificare che i miglioramenti sono stati completati.

L’intera vicenda è stato costruita intorno alla legge Americans With Disabilities Act, un insieme di norme scritte nel 1990 che impongono ai commercianti ed altri servizi di pubblica utilità di rendere il servizio fruibile per i disabili. La prima difesa di Target si era basata sull’idea che la legge si applica solo agli spazi fisici, ma i giudici non gli hanno dato ragione.

Chiuso l’unico avamposto pubblico

Il Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione si era dotato, in seguito all’entrata in vigore della legge Stanca, di un ufficio per controllare e supervisionare la sua applicazione. Su Semplicemente.org leggo che quest’ufficio sarà presto smantellato del tutto.

Molto probabilmente questo ufficio non esisterà più. Ma non solo: è altamente probabile che nessuno si occupi più di accessibilità da quelle parti. Ci sarà un motivo per questo scempio, ma onestamente mi sfugge. La prima conseguenza sarà che tutti gli interlocutori, e non sono pochi, che considerano l’Ufficio Accessibilità come un punto di riferimento ne resteranno privi. Spazio aperto ai mille ciarlatani dell’accessibilità quindi e vita dura per le pubbliche amministrazioni che desiderano applicare la legge.

Mi fa male pensare che sia stato il governo Prodi ad aver posto le basi per la fine dell’accessibilità in Italia. Il declino del CNIPA è infatti cominciato grazie alla politica del precedente governo. La sinistra italiana, come sempre, è il peggior nemico di se stessa.

Ma la colpa va condivisa con le associazioni dei disabili, che sono state le grandi assenti nel dibattito sull’accessibilità del Web in Italia. E questo è disarmante. Possibile che dobbiamo essere noi sviluppatori a difendere i diritti dei disabili sul Web? Possibile che debba essere Scano a muoversi per denunciare le barriere architettoniche? Assurdo.

Commenti

  1. MassiGrassi
    ha scritto:

    Qualche mia esperienza personale / professionale:

    1) su Target ho appena acquistato un regalo per la lista nozze di un amico e ti devo dire che ha evidenti problemi di usabilità in generale (e non solo per quanto riguarda il livello di accessibilità). Detto ciò l’accordo non mi stupisce visto come funzionano (o fanno paura) le class action in America.

    2) Un paio di anni fa stavo facendo consulenza per realizzare il sistema di eprocurement di una regione del Nord Est. Una volta conclusa l’analisi funzionale parliamo con il team di sviluppo e la prima cosa che mi viene detto è : “beh se dobbiamo realizzarlo con tutte le norme di accessibilità corrette vi scordate i tempi previsti …”. Beh, rispondo io : “ma non è obbligatorio essendo un servizio pubblico ” … risate generale. Risultato nessuna accessibilità.

  2. (Lady).Chobin
    ha scritto:

    Il mio blog non è accessibile a tutti, me ne dispiace, anche perchè avevo sostenuto un esame e partecipato a una conferenza durante il periodo universitario sull’argomento accessibilità.

    Non conosco Target ma ora vado un attimo a faci un giro, a dopo.

  3. camu
    ha scritto:

    Massi, anche in Italia le class action dovevano essere una realtà già dallo scorso Giugno, ma ovviamente non convenivano a nessuno e quindi tutto è slittato nel silenzio generale 🙂 Intanto gli amministratori delle pubbliche amministrazioni se ne approfittano, visto che la legge italiana sull’accessibilità in realtà non prevede alcuna pena concreta, ma soltanto qualche scappellotto ai più indisciplinati!
    LadyChobin, è già qualcosa che tu ti renda conto dello stato delle cose. In effetti altre persone mi hanno contattato per chiedermi se conviene costruirsi una “carriera” su quest’argomento (seguendo corsi, master, e via dicendo). A giudicare da come stanno le cose, li ho sconsigliati fortemente.

  4. MassiGrassi
    ha scritto:

    Pensandoci ieri sera, ho poi deciso di presentare un disegno di legge su: il gioco della politica proprio riguardante questo argomento.

    ciao

  5. camu
    ha scritto:

    Massi, ti ho già votato 🙂 Quello che scrivi nel disegno di legge è davvero importante, ma quanti politici capirebbero lo “spirito” che hai voluto esprimere tra le righe?

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