Ogni tanto mi viene in mente la richiesta di alcuni lettori di vedere più foto su questo blog, e così tiro fuori il mio melafonino per immortalare qualche curiosità. Come ad esempio la “settimana italiana” al locale supermercato, dove molti prodotti italici, dalla pasta Barilla al pancarré, dalle mozzarelle ai biscotti, erano in offerta speciale π Noi ovviamente ne abbiamo approfittato, riempendo il carrello e facendo scorte di generi alimentari non deperibili.
Commenti
Ma quanto c’è veramente di italiano a parte il nome?
Lo dico, giusto perchè, è una settimana che varie trasmissioni italiane stanno riprendendo il tema dei prodotti all’esterno, all’apparenza italiani ma che di fatto hanno solo il nome o i colori sul pacchetto.
Risposte al commento di Enrico
@Enrico: beh, dipende. La Barilla è sicuramente italiana. In altri casi è più un aggettivo per contrassegnare lo stile, come il pancarrè all’italiana della foto sopra.
Infatti il pancarre’ non è proprio sinonimo d’Italia.Nel menu’ giornaliero italiano non manca mai il pane fresco e a casa mia anche la schiacciata all’olio anche questa rigorosamente fresca….anzi calda di forno!
Risposte al commento di giglio
Certo, anche io non potrei mai far a meno del buon pane fresco, ma ciò non toglie che… Paese che vai, pane che trovi. Non sai quanto ho sofferto in Giappone!!!
Ma quello è il pane sancarlo π cattivissimo. barilla sì, pane strano NO
Come già ti dicevano varie trasmissioni qui in Italia hanno puntato il dito sull’uso improprio che viene fatto negli USA di certi nomi, marchi e aggettivi per richiamare l’origine di certi prodotti. Confagricoltura stima che 4 prodotti “italiani” su 5 negli USA siano tarocchi con un danno economico calcolabile in circa 10 miliardi di Euro annui. Ma quello che è ancor più dannoso per la nostra già fragile economia è che certi prodotti made in USA richiamanti i più famosi prodotti made in Italy e poi esportati in paesi quali ad esempio la Cina. A questo punto il danno economico diventa enorme.
Io mi chiedo come non ci sia il modo di tutelare la nostra qualità all’estero, specie in un paese come gli USA dove è ben radicata la cultura della tutela dei marchi, dei brevetti e del copyright … Io vieterei anche di chiamare “pizza” tutto quello che non risponde a certi requisiti qualitativi e di modalità di produzione …
A tal proposito cosa se ne dice dall’altra parte dell’oceano ?
Saluti
Risposte al commento di Sanghino
Beh pensa che io ho un piatto di portata in terracotta con su scritto a caratteri cubitali Villa della Luna, davvero bello ed elegante. Peccato che sul retro piccolo piccolo ci sia scritto Made in China π Per il resto, non ho visto vere e proprie contraffazioni: olio, pasta e biscotti che compriamo sono “imported from Italy”, ma alcune altre cose sono knock-offs, come dicono qui. La tutela è una cosa complicata, il vero punto è non comprare la roba contraffatta, come le borse che in Italia i marocchini vendono in spiaggia π segno che il fenomeno andrebbe prima combattuto in casa…
Risposte al commento di camu
@camu:
be, tra vendere un prodotto contraffatto per mezzo della grande distribuzione, dove l’acquirente ha maggior titolo a credere nella genuinità di ciò che compra ed il vu cumprà che vende la borsa gucci la differenza è tanta.
@camu: Come dice anche ardos85 c’è differenza, quando di fronte a me ho un venditore ambulante da spiaggia ho la certezza che quella merce è un falso.
Mi chiedo io se le persone che acquistano quei prodotti alimentari e non con palesi richiami all’Italia siano consapevoli di prendere un pacco. E peggio ancora se questi prodotti approfittano del richiamo “italiano” magari per praticare prezzi anche maggiorati.
Ciao
Risposte al commento di Sanghino
@Sanghino: ma io non ho mai parlato di prodotti contraffatti, quando mi riferivo al supermercato. Non capisco come sia venuto fuori questo discorso… Anche in Italia vendono il ketchup e gli hamburger, allora pure gli americani dovrebbero farsi valere, no? π E che dire dei crauti e della baguette? E la lista potrebbe continuare… Devo essermi spiegato male, mi spiace.
Risposte al commento di camu
@camu: ma dai, non puoi paragonare le due cose Un conto è vendere prodotti italiani un altro spacciarne altri di dubbia provenienza per italiani facendo utilizzo decettivo di bandiere e parole quali Italia, Italian etc.
Certo che in Italia vendono la ketchup, ma questa non è spacciata per prodotta in America, così come la baguette che mangi non ha sopra la confezione vessilli francesi.
Risposte al commento di ardos85
Premesso che stando ad un articolo di Wired i “marocchini” muovono un terzo del PIL mondiale e non andrebbero poi tanto sottovalutati, voi state facendo confusione. Qui la cultura delle bandiere è molto diffusa in generale, ed il tricolore non é per “prendere in giro” il consumatore, ve l’assicuro. Italiano è un aggettivo che rappresenta una particolare preparazione, non la provenienza. Allora il signor Antonio Della Corte che vende le sue “Antonio mozzarelle” con la bandiera, dovrebbe essere arrestato secondo voi? Non capisco ancora la vostra crociata contro un mulino a vento…
embe’… i panini rotondi per hamburger e quelli per gli hotdog almeno in tutta la mia provincia vengono prodotti da un’unica marca, hanno ovviamente stelle e strisce ovunque quasi ci manca la faccia di Obama sopra e sono “made in europe”, addirittura come se fosse una nazione l’europa… Su questo pero’ nessuno discute.
Comunque, negli USA la roba ha scritto “Imported from Italy” come dice camu, un sacco di aziende italiane esportano cibi nel mondo specialmente negli USA e come viene commercializzata poi e’ una scelta dei venditori, la roba sembrera’ finta ma non lo e’ e non si mettono a scrivere “Imported from Italy” cosi’ a caso.
Ed anche se fossero prodotti “falsi” scrivere sopra il pane o qualunque altra cosa “italian” non vuol dire NIENTE, indica semplicemente il tipo o sono scelte di marketing piu’ che legittime.
Vendere qualcosa con scritto sopra “Mozzarella di bufala campana certificata ultrabollata di provenienza assicurata blahblah” quando in realta’ non lo e’ e’ un reato (in Italia), vendere una mozzarella con scritto sopra “Mozzarella italiana” o con una bandiera italiana non e’ un bel niente. Quando si parla di usi impropri di marchi e nomi italiani al TG si parla di questo, possibile che dopo averne parlato per anni (senza risolvere niente, poi) ancora non s’e’ capito cosa, come, quando e perche’?
Risposte al commento di Jack
Esatto π E fino a prova contraria una bandiera italiana su un prodotto non è reato, dico bene avvocato? Anzi fosse per me, la bandiera americana sul ketchup (che io ho sempre usato al maschile, essendo una parola straniera e neutra) la metterei eccome! Ma questa è una mia fissazione con le bandiere…
Risposte al commento di camu
@camu:
Io la uso al femminile in quanto la vedo come salsa ketchup.
@Jack:
Quando un produttore o distributore utilizza segni idonei a confondere il consumatore inducendolo in errore ad esempio sulla provenienza di un determinato bene si ha un uso decettivo.
Inoltre la bandiera in questione, in questo caso, non può nemmeno essere considerata come marchio, almeno in base alle norme che regolano la disciplina a livello nazionale e comunitario in quanto bandiere, emblemi o altri stemmi nazionali non possono essere utilizzati quale marchi.
Risposte al commento di Ardos85
Allora facciamo causa a tutti i semafori del mondo perché usano due dei tre colori nazionali? Guarda la foto, non c’è nessuna bandiera nel marchio π
Risposte al commento di camu
@camu: Siamo alle solite Camu.
Io l’ho gia’ detto .. ma qui pare che come al solito siamo a ripetere le cose all’infinito.
E’ inutile dare troppa corda agli italiani .. tanto non capiscono, sembra di parlare con i bambini dell’asilo o della materna, lasciali pure a crogiolarsi nella loro beata ignoranza… e a farsi i loro “trip” mentali. Sono personaggi stupidi, infantili, si aggrappano disperatamente a qualunque stronzata e sono capaci di “discuterne” ( tra virgolette .. ma si dovrebbe dire blaterare) all’infinito.
La cosa simpatica poi è che questi inutili chiacchieroni a vanvera sono gli stessi che hanno mandato al governo per vent’anni una coppia di delinquenti .. un nanetto dedito a coltivare le amicizie con le nipotine minorenni … e quell’altro handicappato semiparalitico con la bava alla bocca, quello che con la bandiera “italiota” ci si puliva il culo per intenderci .. impresentabili entrambi nel consesso della comunita’ internazionale.
E poi questi poveracci hanno la faccia di tolla di presentarsi qui da te a fare i nazionalisti a tutto spiano. Ma andassero a zappar la terra…
Risposte al commento di isaak
@isaak: ma vai a quel paese!
Risposte al commento di Arquen
Camu, un piacere, siccome sono un africano, vorrei commentare ogni volta che isaak scrive queste cavolate.
E comunque dovresti abitare qui per capire quello che volevo dire con la foto, mi rendo conto che molti non hanno una visione chiara della “vera” cultura sociale americana…
@Jack: Non solo in Italia è reato, lo è in tutta Europa. Stranamente non si riesce a farlo essere al di fuori del vecchio continente.
Forse si sta andando un po’ fuori da quello che doveva essere il problema centrale. Negli USA, ma non solo, vengono venduti prodotti chiamati “Chianti” oppure “Parmigiano”, oppure “Salame Toscano”, “Mozzarella Campana” … prodotti tutti o quasi made in USA. Qui è il danno per quello che è il nostro export. Io poi non ho esperienze personali, ma da quello che viene riportato anche la qualità di questi prodotti è scarsa. E qui anche la beffa, perchè oltre al danno economico anche quello di immagine.
Io non metto in dubbio che in California possa essere prodotto dell’ottimo vino, ma che lo si chiami “Brunello” …. bè un po’ mi fa sentire preso per il naso.
Il discorso delle bandiere, dei colori e dei richiami è un problema limitato, diventa grave quasi si vanno a colpire DOP, IGT, DOCG e via discorrendo. Fecero vedere la scorsa settimana una confezione di formaggio su cui era scritto “Gorgonzola” … ecco era tutto fuorchè gorgonzola.
In parole povere non stiamo parlando di prodotti generici, ma di prodotti scarsi fatti passare per alta qualità italiana. E qui, scusatemi, ma non ci sto.
Questo è quanto.
Saluti
@camu: probabilmente siamo andati un po’ fuori tema …. non è l’uso della bandiera italiana in discussione … potrebbe essere il fatto che una macchina costruita in Argentina venga chiamata “Ferrari”, oppure una macchina costruita negli USA chiamata “Lamborghini”. Certo è discutibile anche il fatto che uno sconosciuto qualsiasi costruisca un’auto e ci metta per esempio sopra la scritta “Italian Style” o cose simili quando questa non ha niente di italiano. Ma il primo caso è clamoroso e, lo ripeto, causa danni enormi all’economia nostrana.
Be’ io bella foto vedo una confezione di pane con su scritto italian ed un tricolore che si rifa’ all’Italia.
Sui semafori possiamo passare oltre.
Per quanto riguarda la Ferrari veramente ti sembra un esempio plausibile o la tua voleva solo essere una battuta?
ecco uno che chiede più foto! π
il pancarrè all’italiana non é molto diverso dal pane “toscano” venduto nei supermercati in uk, immaginati che bontà.
Scusate l’intrusione, ma penso che Camu abbia le capacità per capire quello che compra e che poi mangerà. Se prodotti italiani importati, se un riferimento allo stile, o se altro, ecc.. E’ lui che sta lì, è lui che guarda quei prodotti.
Che c’entra lui con tutto il resto del ragionamento? π
Risposte al commento di Arquen
@Arquen: ma infatti i commenti non sono una critica a Camu. La foto che ha postato è servita da apripista ad una discussione che non verte, almeno per quanto riguarda me, sull’autore ma sulla politica commerciale di molte aziende che operano all’estero-
In tema di cibo, anche in Italia non stiamo messi bene . . . anche qui ci sono i vari pacchettini di formaggio “parmesan” già grattato e se vai a leggere cè persino l’ementhal , ma niente parmigiano . . . π
Leggevo da qualche parte che una azienda dolciaria delle Langhe ha pensato di comprare terra in Sud America, piantare noccioli”comuni” e mettegli nome “noccioli delle Langhe” così che poi sulle etichette di quella crema spalmabile a base di cacao e nocciole (e che si mangia col cucchiaio perchè, col pane fa ingrassare), possono scrivere “nocciole delle Langhe” senza problema, ma a metà prezzo! :-/
Lo sapete che buona parte dei panettoni e/o colombe artigianali sono fatte con impasto già preparato e congelato . . . preparato mesi prima dell’uso???
Ma non vedete che panettoni e colombe ormai sono farcite e ricoperte di tutto e della ricetta tradizionale DOC non hanno più niente!
L’altro giorno guardavo l’etichetta delle alici sott’olio con capperi di Pantelleria . . . confezionate in: Croazia o Albania . . .
Ma non possiamo nemmeno pensare a diventare autarchici. π
Appena arrivata qui al Centro, nei negozi non si trovava il taleggio. Ce lo portava mio fratello quando veniva a trovarci, altrimenti ci si accontentava del quartirolo o, si imparava ad apprezzare il pecorino . . . la bresaola comparva un giorno all’improvviso, la signora ci disse: “arriva dalle parti vostre e il prezzo era quello della mortadella . . . π
Una volta mando il Figlio adolescente a comprare qualcosa tra cui la Fontina . . . torna con un formaggio ricoperto di cera rossa . . . cazziatone a lui, che è uno goloso e deve imparare anche a comprare bene, se vuole mangiare bene e alla prima occasione, con lo scontrino per trovare la commessa giusta, visto che era un supermercato dove andavo abitualmente, le ho fatto presente che se uno chiede “fontina” vuole un formaggio italiano della Val d’Aosta che ha un nome e un sapore speciale . . . non un formaggio filante olandese, se voglio il Gouda, chiedo il Gouda . . . mi ha risposto: “Ah! Ma tu me lo devi dire, che vuoi la valdostana, per noi la fontina è quella con la buccia rossa!” Ignoranza! π
In questo caso e solo in questo caso uso la parola cara a Isaack . . . “Italioti” π
Che poi, se uno sta negli USA, deve comprare quello che trova, se il pecorino non è fatto dal pastore dietro casa dei nonni . . . 99% del pecorino romano è fatto in Sardegna! π
Non credo che i danni all’economia agricola siano questi, piuttosto i prezzi troppo cari di certi prodotti o la mancanza di “cultura gastronomica” che fa andar bene e chiamare pizza, in tutto il mondo, qualsiasi cosa rotonda cotta al forno e con del rosso sopra:
Ciao, Fior
Risposte al commento di Fiordicactus
@Fiordicactus: riguardo ai panettoni e alle colombe pasquali, abbiamo risolto il problema: non li compriamo più da qualche anno! Meno intrugli nello stomaco, meglio è! π
@Fiordicactus: per fortuna arrivi tu a gettare un po’ di luce sull’argomento e mediare tra le posizioni estreme che si sono formate. Grazie!
@Arquen e Isaak: come al solito ho dovuto moderare i commenti. Gli attacchi personali preferirei che li evitaste, o comunque li spostaste in altra sede. Grazie π Per il resto cercherò di pubblicare altri generi di foto che non gettino benzina sul fuoco!
Risposte al commento di camu
@camu: Si ok… guarda che pero’ hai saltato il secondo commento di arquen. Quel commento li mi sembra alquanto pesante…
Risposte al commento di isaak
@isaak: okay, vi ho ri-moderato entrambi. Per favore restiamo in tema, ragazzi.
Risposte al commento di camu
@camu: però hai saltato le decine di commenti offensivi di isaak in giro per il blog. E non penso basti una semplice moderazione cancellando qualche frase… π
Risposte al commento di Arquen
@Arquen: segnalali e provvedo a moderarli. Scusate ma io nel weekend ho altro a cui pensare, quindi qualcosa di sicuro mi sfugge π Suvvia, perché non ci calmiamo un po’ tutti, visto che già il Lunedì è difficile di suo?
Risposte al commento di camu
@camu: a me piacerebbe commentare tutti i tuoi post, ma spesso evito perché ci sono i commenti di isaak che dalla prima all’ultima parola offendono il mio paese. E non mi pare giusto che (e forse anche altri) debba far finta di non vederli o riderci su. π
Appunto perché è lunedì, poi si mette pure sto… π
Risposte al commento di Arquen
@Arquen: per quanto i commenti di Isaak siano estremi, in Italia vige sempre la libertà di parola. Se da un lato mi permetto di cambiare il linguaggio usato, dall’altro non mi sentirei a posto con la coscienza a censurare e bannare Isaak (anche perché ci vuole poco a cambiare IP o nickname) da questo sito. Rischierei di essere denunciato π Suggerimenti?
Risposte al commento di camu
@camu: vuol dire che ti leggerò. π
Risposte al commento di Arquen
@Arquen: grazie per la fiducia!
Perdonami Isacco, volevo sapere se vivi nel paese che tanto bistratti o sei emigrato da qualche altra parte.Saresti così gentile da illuminarmi?
Risposte al commento di ardos85
@ardos85: ti rispondo io per evitare pretesti per altre bagarre. Il ragazzo abita nei Paesi del Nord Europa π
Risposte al commento di camu
@camu: forse abita ad Utsjoki π
dunque il mito della fuga dei cervelli è sfatato….. scappano anche gli altri.
Risposte al commento di ardos85
A quanto pare tutti i miei inviti a non gettare benzina sul fuoco continuano a cadere nel vuoto… π
[…] una qualche polemica imprevista, com’è successo per il pane “italiano” immortalato al supermercato la scorsa settimana. Il che mi dispiace, perché il mio unico intento è di condividere […]
No ma scusa, c’è qualcosa che mi sfugge…
Tu hai pubblicato la foto di un pane a fette ed è successo tutto sto finimondo? O_O
Risposte al commento di larvotto
Esatto, anch’io non riuscivo a crederci. Si vede che le cose vanno proprio male in Italia e non si sa più su cosa far polemica, ora che Berlusconi è uscito di scena e Monti non si può toccare π
Risposte al commento di camu
@camu: π
Ho scoperto che spesso i post che io considero “pensati, importanti o di spessore” (nel mio piccolo mi immagino che alcune cose che scrivo corrispondano a queste descrizioni) ricevono molte “visite” e pochi commenti . . . quando scrivo qualcosa che considero “leggero, spiritoso, fru fru” commentano in molti e ci discutono su! π
Ciao, Giagia (blogger e lettrice onnivora!) :-*
Risposte al commento di Fiordicactus
@Fiordicactus: Così è la vita Giagia! π
Concordo, capita lo stesso anche qui, come vedi. La profezia di Aldous Huxley si sta avverando. Altro che 1984…
in effetti… -_-‘
Mi permetto di aggiungere un intervento visti gli ultimi commenti e considerato che ho partecipato alla discussione.
Il post di Camu nasce sicuramente per trattare un argomento “leggero”, per quello che mi riguarda la mia intenzione era quella di prendere spunto per spostare l’attenzione su di un aspetto che, visto il momento, è meno leggero e che può costituire un “mattoncino” per rimettere le cose in sesto da questa parte dell’oceano. Mi riferisco ovviamente alla poca tutela (nessuna o quasi) che c’è nei confronti di certi prodotti del comparto agro-alimentare. Poi la discussione è degenerata sui simboli, la bandiera e altri argomenti poco attinenti sia al topic iniziale sia allo spunto di riflessione che era nelle mie intenzioni dare.
Personalmente non penso che vendere una confezione di pane con su stampato il tricolore sia un abuso, diversamente la penserei se venisse venduto un pane con su scritto “Pane di Altamura” e sotto trovassi la dicitura “Made in USA”. Questo a mio avviso configura un danno economico e di immagine. E questo vale per le decine di prodotti che dovrebbero essere tutelati: formaggi, vini, salumi. Si parla di danni di decine di miliardi di Euro l’anno. Decine di migliaia di famiglie italiane che potrebbero stare un po’ meglio.
Saluti
Risposte al commento di Sanghino
Grazie per la precisazione. Magari posso fare un post in merito…