Uno dei film secondo me più belli del 2005 è stato Crash, Contatto fisico, che ho guardato ieri sera in versione DVD. Non conoscevo nei dettagli la trama, ma mi aspettavo uno dei soliti filmetti americani sparatutto, dove l’eroe di turno vince sul cattivo dopo due ore di tribolazioni. E invece si è rivelato completamente diverso l’impianto scelto da regista ed autori. Il sottotitolo recita “Quando ti muovi alla velocità della vita, scontrarsi è inevitabile”, ed in una delle prime frasi del film, più o meno, uno dei protagonisti ammonisce la moglie sul fatto che nelle città moderne non c’è più il contatto fisico tra le persone.
Sullo sfondo, l’accento è posto sulle discriminazioni razziali contro i neri d’America, visti troppo spesso come il capro espiatorio dei mali della società moderna. Questo filo conduttore lega varie storie tra loro: vite che si incrociano, si scontrano. La morale della favola, secondo me, è che non si finisce mai di imparare dai propri errori: tutti possiamo sbagliare, a volte facciamo qualcosa di “cattivo” per rabbia o per disgusto. Ma poi arriva il momento in cui ci si rende conto che la nostra cattiveria non ha fatto altro che produrre altra cattiveria, e così via in una catena potenzialmente infinita. Davvero è questa la società che vogliamo?