due chiacchiere

Non possiamo multare la ricerca

Negli scorsi mesi ho letto sui giornali italiani dell’animato dibattito sulla farina di grilli e sulle carni sintetiche, anche in seguito alla proposta di un disegno di legge per multare le aziende che osano fare ricerca in questo settore. Certo, posso capire il desiderio ancestrale di difendere le tradizioni alimentari scolpite nel nostro DNA mediterraneo, che si accompagna allo scetticismo verso gli ingredienti non sempre “salutari” che vengono impiegati per produrre questi cibi alternativi. D’altro canto ne avevo già parlato qualche mese fa, andando a sbirciare su come si muove l’equivalente mercato americano in questo settore, ed in quell’occasione avevo già condiviso il mio parere sulla necessità di investire in questi metodi alternativi, sia per motivi ecologici ed ambientali, sia per ridurre la sofferenza inflitta agli animali da macello negli allevamenti intensivi.

Adesso si minaccia persino di multare la ricerca, e questa non è mai una cosa buona. Perché lo spauracchio di Galileo e Copernico censurati e ripudiati dalla chiesa non è in fondo una memoria così distante, e dovremmo imparare dagli errori commessi a quei tempi, invece che ripercorrere le tracce dei bigotti che avevano paura del progresso. Qualcuno potrebbe stupirsi del fatto che io stia criticando una decisione del governo che ho tanto applaudito fino ad ora, ma come ho già avuto modo di dire, io non sono mica legato ad una bandiera solo per principio. Al contrario, proprio perché ho riposto in loro la mia fiducia di elettore, sarò ancora più critico ed attento a quello che fanno, per assicurarmi che mantengano la linea generale che ci hanno venduto durante la campagna elettorale.

Un vetrino da laboratorio riempito di carne macinata, con due mani a tenerlo

Il provvedimento è arrivato dopo la campagna lanciata nei mesi scorsi da Coldiretti contro il “cibo Frankenstein”, che ha raccolto, stando a fonti bene informate, mezzo milione di firme da parte dei diretti interessati. Il rischio, denunciano gli organizzatori, è che l’Unione Europea segua l’esempio americano, ed introduca richieste di via libera alla commercializzazione di prodotti come Impossible Burger o Beyond Meat. Con la preoccupazione che, dopo la carne, la sperimentazione si estenda al pesce ed al latte, mettendo a rischio la naturalità degli alimenti più presenti nella dieta, continuano quelli della Coldiretti. Insomma, ancora una volta si sventola lo spauracchio della pericolosità di innovare una filiera, al solo scopo di tutelare gli interessi economici di chi ne fa parte. Ancora una volta si pensa soltanto al portafogli.

Evitando lunghi giri filosofici e discussioni arzigogolate, la verità è che la popolazione mondiale ha raggiunto livelli intollerabili per il pianeta. La giustificazione che “si è sempre fatto così” non si può più applicare, perché basta pensare che solo 30 anni fa eravamo circa la metà di quanti siamo oggi su questa palla che chiamiamo casa. E se vogliamo evitare di creare un discostamento sempre più netto tra ricchi e poveri, la ricerca è la nostra unica salvezza, e non possiamo permetterci di multarla.

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