Come raccontavo qualche mese fa, un recente controllo medico di routine si è trasformato in qualche mese di tensione degno dei migliori film di Dario Argento, con tanto di colonna sonora di Profondo Rosso da fare accapponare la pelle 😅 Alcune macchioline sospette in una radiografia al torace si sono rivelate essere una lieve forma di sarcoidosi, una malattia che colpisce principalmente i linfonodi dei polmoni, causando la formazione di granulomi, che non sono altro che palline di cellule immunitarie che pensano di difendere il corpo da un agente estraneo. Ovviamente il medico che mi ha preso in cura ha cominciato a voler fare una lunga lista di esami per capire meglio di cosa si trattasse, incluse nientepopodimeno che due biopsie nel giro di 6 mesi, una PET completa del corpo, un paio di TAC ed esami del sangue quanto basta.
La seconda biopsia è risultata inconclusiva, perché quell’incompetente del medico che l’ha fatta, non è riuscito a prelevare un campione di cellule grande abbastanza da poter essere esaminato in maniera esaustiva. Mi è stato anche spiegato che, durante la procedura, hanno mischiato per sbaglio i campioni di due noduli 🤦 Quindi non solo non c’erano abbastanza cellule da analizzare per il patologo, ma quelle poche che avevano, non si sapeva a quale nodulo appartenessero. Eppure il conto a casa me l’hanno mandato lo stesso: 3.200 dollari di ticket, ovvero la somma che si paga dopo che l’assicurazione sanitaria ha coperto la propria parte di spese. Già, perché il totale è stato di ben 21.600 dollari (no, non c’è alcun refuso) per una biopsia, di cui 18.000 pagati dall’assicurazione, ed il resto a carico del paziente.

Ora, io qualche spicciolo da parte ce l’ho (ma mica tanti, specialmente con la situazione del divorzio e spese annesse e connesse), ma un povero cristo che fa fatica ad arrivare a fine mese, come fa a pagare 3.200 dollari per una biopsia, per lo più inconclusiva? Tant’è che ora il dottore vuole farmi fare un’altra TAC di controllo, ma io gli ho già fatto il gesto dell’ombrello, perché ho capito il suo giochino, che è quello di spremere quanti più danari possibile dal sottoscritto e dalla mia assicurazione, senza in realtà arrivare ad una diagnosi certa e definitiva. Ho già deciso che nei prossimi giorni andrò a farmi dare una seconda opinione da un medico che mi è stato raccomandato da un amico, per vedere se finora questo cialtrone mi ha solo preso in giro.
Ed è per questo che, come scrivevo nel titolo, qui passa davvero la voglia di farsi curare. In Italia, almeno nell’Italia del sud, spesso si ha a che fare con strutture fatiscenti e la famigerata malasanità, in cui l’organizzazione del lavoro è solo una chimera lontana. Però ho avuto modo di relazionarmi con medici competenti, che non erano lì soltanto per il vil danaro, ma perché in quel giuramento di Ippocrate ci credevano davvero, e che una goccia di passione ce la mettevano. Qui, dove le strutture funzionano, e la sanità è gestita come un orologio svizzero che genera lauti guadagni, la competenza medica lascia a volte a desiderare, e ci si sente trattati più come un numerino che come una persona.
Allora mi chiedo che senso ha inseguire una cura a botte di migliaia di dollari, se alla fine del percorso magari si trova una soluzione al proprio problema, ma si rimane senza un soldo bucato in tasca. Uno stato democratico degno di questo nome, dovrebbe garantire la salute dei propri cittadini, non a discapito del loro benessere economico e sociale. Ma nel Paese a stelle e strisce dell’oligarchia americana, questa è solo una lontana utopia. La verità molto più prosaica è, come sempre, che quello che conta è solo il portafogli.
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Commenti
Trap ha scritto:
Che tristezza 🙁 forse ti conviene fare tutti quei esami in Italia, anche se magari farli tutti quei esami in tempo breve sarebbe un po’ complicato, a meno di non chiedere il supporto di una clinica privata.
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camu ha scritto:
Ci avevo pensato, ma alla fine il problema sarebbe appunto il tempo. Poi comunque io non ho diritto all’assistenza sanitaria in Italia, avendo trasferito la mia residenza all’estero, quindi comunque pagherei anche lì.
kOoLiNuS ha scritto:
Eh… son ca$$* amari direi. Se manca la fiducia nel medico, se come dici l’atteggiamento è quello della fattura e chi se ne fotte della diagnosi non c’è molto da star contenti.
Mi chiedo se nel loro sistema non si può in qualche modo minacciare la struttura sanitaria “incompetente” in modo tale che l’assistito e la sua assicurazione paghino solo per un risultato concreto e non anche per esami mal eseguiti o inconcludenti.
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camu ha scritto:
Si, esiste un ente di controllo a cui ci si può rivolgere per segnalare queste situazioni, l’abbiamo fatto anni fa quando l’assicurazione non voleva pagare certe cose per mia figlia, ed abbiamo vinto alla fine. Ma è una trafila lunga, ed ora che lavoro per la California, tutto è molto più complicato (e ti pareva) perché la mia assicurazione sanitaria ha sede lì, quindi l’ente di competenza non è quello del New Jersey dove abito, ed esistono varie aree grigie di rimpallo di responsabilità. Insomma, passa proprio la voglia…
Katrina Uragano ha scritto:
Non ci sono parole, davvero.
Uno deve sempre sperare che non gli accada mai nulla perché altrimenti, oltre alla preoccupazione e al dissanguamento economico, si entra pure in questi gironi infernali dai quali sembra troppo lungo uscire.
Ti abbraccio e spero che tu stia bene. Aggiornaci.
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camu ha scritto:
Ma infatti è proprio questo che mi lascia demoralizzato: già uno sta male di suo e deve preoccuparsi di tante cose, poi il sistema invece che rendere le cose più facili, le complica. La proverbiale beffa oltre al danno (economico). Vi terrò aggiornati su queste peripezie.