Come forse ricorderai, un paio di mesi fa ho partecipato ad una bella iniziativa virtuale lanciata da Giuseppe Marino sul suo blog: Un racconto, tante voci. Ogni mese viene fornita una traccia sulla quale i lettori decidono di costruire una storia come meglio credono. Da poco è stata annunciata la traccia suggerita per marzo (sembra quasi di essere agli esami di maturità), e così dopo aver saltato l’appuntamento del mese scorso, rieccomi adesso a cimentarmi in questa piacevole impresa. Sono certo che anche stavolta sarò in ottima compagnia, quando verranno pubblicati i lavori dei partecipanti sul blog di Giuseppe. Ero tentato di continuare il mio filone distopico, ma alla fine ho preferito andare sul classico, e lasciare che la mia fantasia si materializzasse in una storia ispirata dalla mia situazione sentimentale attuale.
Il tramonto incendiava il cielo come una pagina scritta con inchiostro d’oro e fiamme. Lei lo osservava in silenzio, le mani in tasca, il vento che le scompigliava i capelli. Era lì da quasi mezz’ora, immobile, come se il tempo si fosse fermato con il sole all’orizzonte. Non si era accorta di lui, fermo qualche passo più indietro, ad ammirarla con lo stesso stupore con cui si guarda un miracolo inaspettato. Enrico conosceva quel luogo da sempre, ma da quando Chiara aveva iniziato a venire lì, era come se tutto avesse assunto un significato nuovo.
Si avvicinò piano, temendo di interrompere il momento, ma lei sentì la sua presenza e si voltò. “Ciao”, disse con un sorriso appena accennato, lo sguardo ancora perso tra i colori del cielo. “Ciao”, rispose lui, sistemandosi lo zaino su una spalla. “Sei venuta a salutare il sole prima che vada a dormire?” Lei ridacchiò, scuotendo la testa. “Qualcosa del genere. A volte mi piace pensare che lasci dei messaggi segreti nel cielo, solo per chi ha voglia di leggerli.” Enrico annuì, trovando come sempre affascinante il modo in cui Chiara vedeva il mondo. “E cosa dice stasera?”
Lei strinse gli occhi, osservando l’orizzonte. “Dice che ogni tramonto è una fine, ma anche una promessa. Che domani ci sarà una nuova alba, una nuova possibilità.” Si guardarono per un istante, il vento che giocava con i loro vestiti e il profumo del mare che si mescolava nell’aria. Enrico sentì un impulso irrefrenabile di prenderle la mano, di stringerla a sé, di dirle quanto le ore passate con lei fossero le più belle della sua giornata. Ma non lo fece. Invece, lasciò che il silenzio parlasse per loro, mentre il sole scivolava lentamente dietro l’orizzonte e la notte iniziava a stendere il suo velo stellato. Sapeva che c’era tempo. Dopo tutto, il cielo aveva appena fatto loro una promessa.
Proprio in quel momento, il telefono di Chiara vibrò nella tasca del suo giubbotto. Lei lo estrasse, lesse il messaggio e il suo volto si irrigidì all’istante. Enrico notò il cambiamento, il sorriso che si spegneva, lo sguardo che si abbassava. “Tutto bene?” chiese lui, preoccupato. Chiara esitò, poi lo guardò negli occhi con un’intensità che lo fece rabbrividire. “Devo andare. Ora.” Si voltò e iniziò a camminare in fretta, quasi correndo verso il parcheggio. Enrico restò fermo, confuso. Poi, senza pensarci due volte, la seguì. Non sapeva cosa stesse succedendo, ma una cosa era certa: quella sera il tramonto aveva portato con sé molto più di una promessa.
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Commenti
Trap ha scritto:
Bellissimo 🙂 Proverò a partecipare anche io al contest entro la fine del mese
Risposte al commento di Trap
camu ha scritto:
Un esercizio di creatività così semplice e piacevole… ci vediamo di là!