Ci sono registi che, da appassionato del genere distopico, ho sempre apprezzato in maniera particolare per le opere d’arte che ci hanno regalato. Christopher Nolan, con Interstellar, Inception e Tenet, giusto per nominarne tre a caso, è certamente lì in cima alla classifica. Ma sul podio io metterei anche il meno conosciuto Sam Esmail, che con la serie televisiva Mr. Robot, secondo me ha saputo raccontare in maniera accurata una storia complessa ed appassionante, mai scontata o prevedibile, anzi. Un paio d’anni fa, è uscito il suo ultimo film, Il mondo dietro di te, ambientato in un futuro neppure molto lontano (visti i chiari di luna che stiamo vivendo in questi mesi), un inquietante viaggio nell’incertezza, un thriller psicologico che mescola paranoia, tecnologia e collasso sociale in una storia avvolgente e disturbante.

Ma partiamo dall’inizio. La trama segue Amanda (Julia Roberts) e suo marito Clay (Ethan Hawke), che decidono di prendersi una pausa dalla città affittando una villa fuori città per il fine settimana. La loro vacanza viene interrotta quando due sconosciuti, G.H. (Mahershala Ali) e sua figlia Ruth (Myha’la Herrold), bussano alla porta sostenendo che la casa è la loro, e che un misterioso blackout ha colpito New York, e quindi non sanno dove andare. Da quel momento, la storia si trasforma in una lenta spirale di paranoia e disgregazione, mentre segnali sempre più inquietanti indicano che qualcosa di enorme sta accadendo nel mondo esterno.
Uno dei principali punti di forza del film è l’atmosfera di logorante tensione sapientemente costruita da Esmail. Grazie ad un uso azzeccato della colonna sonora ed alla fotografia che trasuda inquietudine, anche i momenti apparentemente tranquilli suscitano un senso di nervosismo nello spettatore. Un po’ come in Mr. Robot, Sam preferisce suggerire piuttosto che mostrare, centellinando i dettagli scena dopo scena. C’è da dire che il cast gioca un ruolo determinante nel rendere il film efficace: Julia Roberts non delude, seppur lontana dai ruoli a cui ci aveva abituati, mentre Mahershala Ali è un’interessante scoperta, dando al suo personaggio un senso di calma enigmatica. E poi ovviamente c’è il mio lato preferito, quello dell’esplorazione della tecnologia, e di come condiziona la nostra vita quotidiana.
Tuttavia, parlando con alcuni amici, ho notato alcuni difetti, che potrebbero rendere la visione un po’ meno piacevole. Il ritmo della narrazione, ad esempio, potrebbe risultare maledettamente lento, soprattutto nella prima parte, in cui Esmail si prende forse troppo tempo per costruire i personaggi e l’ambientazione. E poi (spoiler alert!) c’è la questione molto dibattuta in rete sul finale volutamente ambiguo, che a quanto pare ha lasciato insoddisfatti coloro che si aspettavano una spiegazione chiara o una chiusura meno ambigua. Si vede che queste persone non hanno visto il finale di Mr. Robot 😅. Certo, la scena in cui distruggono tutte quelle Tesla è stata un po’ dura da digerire.
P.S.: mi auguro che abbiate passato una buona Pasquetta, e mi raccomando, occhio a non esagerare con gli arrosticini.
Commenti
Franco Battaglia ha scritto:
Non ha riscosso troppo successo, eppure la ritengo una delle produzioni Netflix più apprezzate e coinvolgenti.. tante scene d’effetto, come quella delle Tesla o della nave verso la spiaggia, e comunque una storia che tiene costantemente alte tensione e inquietudine.
p.s. a Pasqua gli arrosticini sono tradizione imperdibile. Per me almeno. 😉
Risposte al commento di Franco Battaglia
camu ha scritto:
Eh eh, quanti bei ricordi con gli arrosticini. Peccato che qui pasquetta non si festeggi! Riguardo al film, la mia teoria è che non ha riscosso successo perché la gente cerca qualcosa di meno “inquietante”, per scappare per qualche ora dalla tristezza della realtà che ci circonda.