due chiacchiere

Quattro metà, che confusione

Fine settimana tranquillo, quello appena trascorso in casa camu. Sebbene le temperature inizino ad essere finalmente più miti, il prato inglese non si è ancora risvegliato dal letargo invernale, e quindi non è necessario tosarlo religiosamente ogni sette giorni. Quindi ne approfitto per dare una sfoltita alla pila di camicie da stirare, e per guardare qualche film in Italiano, dato che la sera in famiglia non sarebbe fattibile, per le limitate capacità linguistiche delle figlie. Tra l’offerta disponibile sui servizi di streaming, c’era questo Quattro metà, con Matilde Gioli, che interpreta la dottoressa Giulia a fianco di Luca Argentero in Doc, Nelle tue mani. A parte lei, devo ammettere che non conoscevo nessuno degli altri attori, ma questo non m’ha scoraggiato dal dare una possibilità a questa pellicola che, dalla trama, sembrava piuttosto stuzzicante. Prima di proseguire, il solito avviso ai naviganti: nel seguito farò riferimento a dettagli della trama, quindi ti prego di fermarti qui se non vuoi rovinarti la sorpresa.

La trama è presto detta: Luca e Sara invitano a casa loro due amici, e gli raccontano le storia di due ragazzi (Dario e Matteo) e due ragazze (Giulia e Chiara) e di come è scoccata la scintilla tra loro. Cavalcando il tema del “cosa succederebbe se…”, vengono raccontate due storie in parallelo, quella in cui Dario sceglie Giulia mentre Matteo sceglie Chiara, e l’altra in cui le coppie si invertono. Ma invece che presentarci le due storie separatamente, Luca e Sara hanno la malsana idea di intrecciarle, saltando dall’una all’altra quasi senza continuità di soluzione. Producendo, di fatto, soltanto una gran confusione nello spettatore, a mio modesto parere.

Tra le righe s’intravede l’ineluttabilità del destino, che sottopone a prove alquanto simili le coppie parallele, se così le possiamo chiamare: il fatto che le ragazze restino incinta, l’offerta di lavoro importante a Londra che pone un ostacolo sul cammino sentimentale, e via dicendo. I protagonisti, soprattutto quelli maschili, non risultano mai credibili. Ilenia Pastorelli appare fuori parte e Matilde Gioli riesce solo a dare un minimo spessore al suo personaggio. Senza parlare della fotografia e dello sfondo di una Roma che non viene mai esaltata o sfruttata per fare da palcoscenico verace alle varie situazioni in cui si trovano i protagonisti. In breve, un’ora e mezza della mia vita che nessuno mi restituirà mai.

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