due chiacchiere

Archivio del mese di luglio 2008

Pomodori ripieni al forno

Questa ricetta la cucinò per la prima volta il nostro amico Massimo qualche anno fa. Ricordo sempre quella serata d’estate, al fresco in veranda, a ridere e scherzare con gli amici. Il sapore non lo dimenticherò mai: morbido ma non asciutto, gustoso ma non pesante. I pomodori ripieni al forno sono un piatto ideale per questa stagione: facile da preparare (chi ha voglia di stare ai fornelli con la canicola d’agosto?) e piacevole da accompagnare ad una bella insalata di riso o qualche altra pietanza in tema con la stagione. Da poco me l’ha rifatta la moglie, di cui ti propongo la variante leggermente americanizzata. Leggi il resto di Pomodori ripieni al forno

Notte, sei troppo lieve

Nella zona notte di oggi voglio conservare una poesia che ho trovato su un blog (non più attivo, nda). Mi è sempre piaciuto, nelle sere d’estate, prendere una sedia a sdraio, metterla fuori e perdermi ad ammirare le stelle. Lo facevo sin da quando ero piccolo, ed almeno una volta all’anno ho sempre rinnovato questa tradizione. Fra qualche giorno assisteremo alla pioggia di stelle cadenti pronte a raccogliere tutti i desideri che esprimeremo, ed allora nulla di meglio che citare una poesia sulla notte. Leggi il resto di Notte, sei troppo lieve

Sesso sicuro col prosciutto

L’appuntamento con il supermercato ci aspetta ogni fine settimana: ansiosi attendiamo che il postino ci recapiti il foglio con le promozioni in corso, poi stiliamo la lista della spesa e ci dirigiamo verso il nostro ShopRite di fiducia. Si tratta di una catena di supermercati, un po’ come in Italia può essere il Carrefour o l’Esselunga. Notato qualcosa di strano nel nome? L’errore nello scrivere la parola right (giusto, bene, corretto) è voluto: ho già detto che gli americani sono pigri quando parlano e scrivono, e questa ne è l’ennesima conferma. Visto che la pronuncia è la stessa, perché scrivere right quando si può usare il più breve rite? Se quindi vieni in vacanza in America, non preoccuparti di leggere parole come nite, lite, brite (rispettivamente notte, luce e brillante): il tuo maestro d’inglese non era un asino, sono gli americani a storpiare le parole. Leggi il resto di Sesso sicuro col prosciutto

Scrivere meno, ma meglio

Se aguzzo bene la vista, già lo intravedo: il traguardo dei mille articoli pubblicati su questo blog. Certo, ancora la strada è lunga, ne servono almeno altri 70 per arrivare. Ma dopo aver superato quell’obiettivo, mi sono già riproposto di cambiare strategia e “linea editoriale”, se così possiamo chiamarla. Ho deciso di diminuire la frequenza dei nuovi articoli (attualmente circa giornaliera), e di aumentarne la qualità: ci saranno nuove miniserie di interventi sull’accessibilità e sullo sviluppo web in generale, poi le ricette di cucina e tutto il resto. Ma tutto sarà confezionato con più cura: ad esempio la traduzione in inglese degli interventi, che finora ho trascurato in maniera evidente; oppure una maggior attenzione alle cartoline ed agli spunti di riflessione. Leggi il resto di Scrivere meno, ma meglio

Ancora sui simboli nazionali?

Lo confesso, ascoltando di tanto in tanto il telegiornale italiano che trasmettono sulla Rai International, mi viene proprio da sorridere: ma ancora i ministri di questo Paese stanno a discutere quale sia la valenza dell’inno nazionale, se la schiavitù citata sia quella messa al bando dalle convenzioni internazionali o cos’altro. Se proprio volessi aggiungere un ennesimo motivo alla lunga lista che mi ha portato ad andarmene dall’Italia, questo è uno di quelli buoni: la scarsa passione per i simboli della patria. Se qui in America un ministro si permettesse di parlare male della bandiera o dell’inno, prima lo manderebbero via a calci nel sedere, e poi lo farebbero espatriare. Qui sono talmente attaccati a questo che non puoi fare un passo senza scorgere una bandiera americana da qualche parte. Leggi il resto di Ancora sui simboli nazionali?

L’abito fa il monaco

Abbiamo tutti sentito sempre dire che la sostanza è ben più importante della presentazione. Estendendo questa “saggezza popolare” ai siti web, si potrebbe argomentare che un sito venga giudicato sulla base di ciò che esprime, non per come le idee sono rappresentate visivamente sullo schermo. In questa serie di interventi, vorrei provare a ribaltare questa concezione un po’ antiquata: sebbene il contenuto sia importante, nell’era della cultura dell’immagine è sempre più importante il ruolo visivo nella percezione di un contenuto veicolato attraverso un sito web. Alcune ricerche, infatti, suggeriscono che non basta assumere talentuosi sviluppatori, analisti ed esperti di statistiche d’accesso: il grafico deve essere una figura chiave, con cui tutti gli altri possano interagire, per veicolare la fedeltà dei visitatori. Leggi il resto di L’abito fa il monaco

La bibita che non s’illumina

Non molto tempo fa, un video ha fatto il giro di tutta la blogosfera: stando alle istruzioni dell’autore, bastava mescolare un po’ di Mountain Dew, acqua ossigenata e bicarbonato di sodio, per ottenere un incredibile effetto fosforescente. Per la cronaca, la Mountain Dew è una bibita che in Italia non esiste, simile alla Sprite, nel gusto. A differenza della Coca cola con le Mentos, la rete però si è spaccata sulla veridicità di questo esperimento: alcuni dicevano che era vero, altri mostravano che si trattava soltanto di un clamoroso falso, architettato ad arte solo per farsi notare (o per far notare la bibita, dicevano i più maliziosi). Allora ho deciso di replicare anch’io l’esperimento, nel bagno di casa mia. E come puoi immaginare, non è successo nulla 😉

Come fare a lavorarsi la strada

Va bene, il titolo sembra un po’ ambiguo, ma mi serve per introdurre la lezione d’inglese di oggi. Se al ristoranti senti chiacchierare le due cameriere ed una dice all’altra I worked my way up to this, non devi fraintendere: la tipa non pratica certo un secondo “equivoco” mestiere, dopo quello al ristorante. Questo modo di dire, invece, si utilizza quando si vuole esprimere di aver lavorato duramente e con fatica, per raggiungere un obiettivo. Un po’ a tutti è capitato di mettere da parte un po’ di soldi alla settimana, per ritrovarsi un discreto gruzzoletto alla fine dell’anno: ecco, in inglese direi che you worked your way up to that money. Leggi il resto di Come fare a lavorarsi la strada

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