due chiacchiere

Archivio del mese di gennaio 2012, pagina 3

Pancarré alla francese per colazione

La colazione di capodanno della moglie ha suscitato qualche interesse, ma pensavo che la ricetta dei french toast (in italiano esiste un nome appropriato per questo piatto?) fosse nota a tutti, e non mi ero neppure posto il problema di pubblicarla. Tra l’altro è di una facilità disarmante, e gustosa allo stesso tempo, una piacevole alternativa al classico cornetto da prendere al bar, come ha scritto qualcuno. Le varianti, come sempre, sono praticamente illimitate: c’è chi li guarnisce con sciroppo d’acero, chi con frutta fresca, chi con la nutella o la marmellata, chi con una spolverata di zucchero a velo. Ti lascerò sperimentare tutte le alternative, dandoti soltanto la base da cui partire. Leggi il resto di Pancarré alla francese per colazione

Un inizio d’anno con un dolce sorriso

Come sai, sono sempre stato attento a tenere in considerazione il feedback che ricevo dai miei lettori, la linfa vitale che ha permesso a questo piccolo spazio sperduto nella rete, di germogliare e crescere sano e robusto. Così scopro che a qualcuno piacerebbe che io pubblicassi più foto. Un desiderio, suppongo, insito nella natura umana secondo cui guardare è meglio che leggere, e che soddisfa l’atavica esigenza di sbirciare dal buco della serratura. Dal punto di vista tecnico, se fino all’anno scorso potevo accampare la scusa di non aver abbastanza spazio a disposizione (facendo finta di non conoscere Flickr), ora che Tophost ha alzato il limite a 10 giga, quella giustificazione non regge più. Allora non mi rimane che dare ascolto al volere popolare, partendo con una foto scattata la mattina dell’1 gennaio: la colazione a base di french toast e succo d’arancia preparata dalla moglie. Quale modo migliore per cominciare l’anno? Leggi il resto di Un inizio d’anno con un dolce sorriso

I parrucchieri all’Università di Boston

E poi mi dicono che devo cercare di essere ottimista e pensare che in Italia non va tutto così male come vogliono far crederci i mezzi d’informazione ed i vari gufi della politica. Anche volendo foderarsi gli occhi con dell’ottimo prosciutto di Parma dolce, non si può fare a meno di sentire un brivido lungo la schiena leggendo l’intervista a Gigliola Staffilani, che in Italia avrebbe fatto al massimo la parrucchiera, e che invece gli Stati Uniti hanno accolto a braccia aperte dandole un lavoro importante e ben pagato.

(da Riviera Oggi) Un lavoro di parrucchiera a Martinsicuro il futuro che le era stato prospettato. Insegnante di matematica al Massachusetts Insitute of Technology (Usa) quello che è invece diventata. Segno che quando agli ostacoli e alle difficoltà che la vita inevitabilmente pone lungo il percorso si risponde con tenacia, grinta, impegno e determinazione, si può vincere la partita con il destino.

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Caro, vai a camminare il cane

No, non c’è nessun refuso nel titolo qui sopra. Sarebbe la traduzione letterale di dear, go walk the dog. Questa cosa dei verbi che prendono il complemento diretto in Inglese ma non in Italiano, può trarre spesso in inganno, anche perché la regola si applica a seconda del contesto. Se vado a fare due passi con un amico, cammino insieme a lui, non lo sto portando al guinzaglio, quindi dirò I’m taking a walk with a friend of mine, non certo I’m walking my friend. Con l’acqua le cose possono complicarsi ancora di più: se annaffio le piante, I’m watering my plants, ma se l’acqua è per il cane di prima, I’m giving the dog some water. La pratica è l’unica vera amica, in questo caso, che consente di capire quale forma è giusto applicare. Molti sostantivi, in inglese, svolgono anche la funzione di verbo (l’azione di usare quell’oggetto), e Google suppongo ne sia il caso più eclatante: to google something è oramai parte del vocabolario quotidiano americano.

Tutti vincono, con Tophost

Mi sarei aspettato un’accoglienza più calorosa per il mio giveaway natalizio in collaborazione con Tophost. Ma probabilmente la gente era troppo impegnata a preparare tacchini ripieni, a fagocitare panettoni e dolciumi vari, a decorare alberi e mangiatoie, per prestare attenzione a quello che succedeva in rete. E così alla fine il numero di partecipanti è stato inferiore al numero di premi messi in palio: questo vuol dire, come avrai già intuito, che tutti vincono un codice, senza neppure procedere all’estrazione. Come da regolamento, a coloro a cui è stato assegnato un numero da 1 a 10 darò un codice a scadenza 17 Gennaio, agli altri quello con scadenza 7 Febbraio. Dato che alcuni hanno partecipato “per conto” di altri, darò un codice a “lunga conservazione” ad uno ed uno a scadenza breve all’altro 🙂 Giusto per cercare di far contenti un po’ tutti. Il giveaway andrà inoltre avanti ad oltranza, finché tutti i codici non saranno assegnati, quindi se te ne serve uno, lascia pure un commento qui sotto.

Anche i virus sono più grandi, in America

Un cigolio della porta d’ingresso del mio appartamento virtuale mi ricorda che devo mettere un po’ d’olio ai cardini, e mi da il benvenuto in questo 2012 dopo un paio di settimane di vacanze. Che sono iniziate nel migliore dei modi, con la cena di Natale di cui dicevo in precedenza. Peccato che poi un cattivissimo virus, cugino stretto dell’influenza, per la quale mi ero persino vaccinato, abbia deciso di autoinvitarsi e passare con me una buona settimana, facendomi soffrire le pene dell’inferno (si sa che noi maschietti in queste occasioni tendiamo ad esagerare, ma è stato davvero terribile). Il mio naso tappato e la tosse grassa adesso sono gli ultimi strascichi fastidiosi della sua presenza, per i quali proverò il miele con un po’ di polvere di zenzero, come suggeritomi dalla collega indiana con cui condivido il mio ufficio 🙂 Un simpatico effetto collaterale è la voce alla Barry White, che mi dicono essere molto “sexy” al telefono! Ma a parte questo, sono pronto e carico per rimettermi in pari con gli arretrati, rispondere ai commenti, evadere la corrispondenza e quant’altro. Buon 2012 anche a te! Leggi il resto di Anche i virus sono più grandi, in America

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