Ultimamente sto leggendo tutti gli articoli polemici in rete riguardo al recente incontro mondiale a Copenaghen per “rinfrescare” quanto deciso a Kyoto alcuni anni fa. Le critiche maggiori, come sempre, vanno ad Obama ed agli Stati Uniti. Come sempre, spesso sono critiche “a priori” di gente che non analizza il problema, ma apre la bocca giusto per unirsi alla massa. Ma davvero i capi di Governo fanno solo scelte da biasimare? Secondo me si tratta, invece, di decisioni meno ipocrite di quelle prese da coloro che, ad esempio, l’accordo di Kyoto l’avevano firmato, pur non avendolo poi rispettato. Prendiamo l’Italia: firmò quel trattato, ma le ultime statistiche dicono che siamo indietro di vari anni su quanto avevamo “promesso di fare”. Al contrario, gli Stati Uniti già da tempo si muovono nella direzione giusta. Qui la stragrande maggioranza dei semafori è a led.
In fondo, la vera difficoltà a rientrare nei limiti, la facciamo noi ogni giorno. Quando per andare a fare la spesa a poche centinaia di metri da casa, prendiamo l’auto invece che la bici. Oppure quando, per non soffrire troppo il freddo, ce ne importa ben poco di abbassare, anche solo di un grado, la temperatura del nostro impianto. Quando lavoravo in Italia, in inverno, tenevamo la temperatura in ufficio ad un livello che era possibile stare quasi a maniche corte. Perché parlare di protocollo di Kyoto non significa solo biasimare chi non lo rispetta: significa soprattutto assumersi la responsabilità di rinunciare alle comodità a cui siamo abituati. Lamentarsi per quello che i “potenti” non fanno, vuol dire anche essere coerenti e dimostrare di voler rinunciare a quello che noi siamo abituati a fare.
Altro esempio? Quanti minuti passi sotto la doccia? Fai attenzione all’acqua che consumi inutilmente? Ricicli la spazzatura separando carta, plastica e vetro? Qui nel comune dove abito è “obbligatorio”, nel senso che se ti pescano con bottiglie di vetro nella spazzatura normale, ti fanno la multa. In Trentino ci sono incentivi per chi ricicla, ma nel resto d’Italia? Non per fare il solito esempio di Napoli, ma davvero i napoletani riciclano o separano quello che buttano? Dalla mia esperienza diretta in merito, non mi pare proprio. Gli esempi potrebbero continuare ancora per molto, ma quello che i giornali mettono in evidenza è solo quello che i “potenti” hanno siglato a Copenaghen.
Commenti
La porcata di Copenaghen.
@mogol_gr: potresti elaborare un po’ meglio quello che intendi? Il tuo commento, posto in questi termini, mi sembra abbastanza sterile ed inutile…
Risposte al commento di camu
@camu: 12-03 Lo starnazzare nervoso e zelante di Sarkozy e Cameron é la risposta migliore. E’ la destra del colpo sicuro dell’OAS dietro alle rivoluzioni arancioni tulipane Ceaucescu Budapest.
camu, le critiche vanno a noi, è ovvio, ma vanno anche ai politici americani che si preoccupano di promuovere lo sviluppo ecosostenibile in aree disagiate dei paesi più poveri e poi ricordano che non possono abbassare i loro consumi pro-capite e l’America risulta ancora il continente più inquinante del pianeta.
Ciao,
Emanuele
@Emanuele: mah, e in Europa i Paesi sono tutti santi? Non capisco perché solo l’America. Proviamo a mettere insieme tutte le nazioni d’Europa (compreso est europeo) e vediamo chi inquina di più π Le tue statistiche da dove le prendi? Confrontare gli Stati Uniti con le singole Nazioni europee non vale, non si tiene conto della proporzione. Infine, basta fare una veloce ricerca su Google per vedere che l’America non appare tra i 10 posti più inquinati del Pianeta. Guarda caso ci sono invece Russia e Cina, che tutti dimenticano di citare in queste occasioni. Sia chiaro, non voglio difendere gli Stati Uniti a priori, ma il becero chiacchiericcio fatto solo per partito preso e senza fatti che lo supportino, mi irrita un po’, lo ammetto π
Infatti dicevo pro-capite! L’America si attesa a 20 (V-E-N-T-I!!!) tonnellate annue di Co2 pro-capite contro una media MONDIALE di 5,3! La Cina è al secondo posto con 5,8 tonnellate, gli altri stan sotto.
Ciao,
Emanuele
@Emanuele: mah, con tutte le cose “made in china” che vedo ovunque, stento a credere che la Cina sia così distante dagli Stati Uniti, mi dici la fonte di questi dati? Non è per polemica, ci mancherebbe… voglio solo capire. E comunque volevo far notare che il problema è anche nella mentalità della gente. Qui la raccolta differenziata è obbligatoria per legge, in Sicilia quanti la fanno? Ed in Italia più in generale? Le statistiche lasciano spesso il tempo che trovano, parliamo di fatti concreti π
@Emanuele: ah, forse ora mi torna. Gli Americani sono 300 milioni, i cinesi 1,3 miliardi. I cinesi sono quasi 5 volte, in numero. Quindi facendo le dovute proporzioni, i cinesi producono molta più anidride carbonica degli Americani. E considerando che buona parte di questi cinesi vive ancora nelle baracche, si capisce bene quanto l’industria cinese sia indietro ed abbia bisogno di investire molto di più di quanto investa l’America π Un’ultima cosa: l’Italia ne consuma 7.7, ma noi siamo un quinto degli americani. In proporzione l’Italia produce quasi il doppio di anidride carbonica degli Stati Uniti π
Sono dati emersi dall’ultimo G2. Il problema è della mentalità della gente senza dubbio ma ricordiamoci che il grosso dell’inquinamento è creato dalle industrie (figurati che agricoltura e industria consuma l’80% di acqua potabile sul pianeta!) e non dai cittadini.
E poi, credo proprio che il paragone tra un cittadino americano e un siciliano non vada fatto. E’ vero, probabilmente non riciclerà quanto l’americano però è più propenso a mangiare cibi prodotti localmente (e questo diminuisce le tonnellate di rifiuti pro-capite) e sicuramente raziona meglio l’acqua (quanti litri consuma un americano al giorno?). Inoltre mediamente le auto americane sono più grosse e inquinanti di quelle europee (grazie al gasolio più economico) e alla fine… beh, mi sembra ci sia ben poco da accusare al siciliano rispetto al fratello americano.
Vanno bene come fatti concreti?
Ciao,
Emanuele
Ma sai cosa vuol dire pro-capite?! π
Ciao,
Emanuele
@Emanuele: veramente sono io che qui vado al farmer’s market di tanto in tanto a comprare i prodotti locali. Non crederai che campiamo solo di centri commerciali qui? π Ed anche quello che s’acquista al supermercato, è spesso prodotto localmente (come dice l’etichetta) π Riguardo alle auto, vogliamo confrontare lo “stato” del parco auto siciliano con quello americano? Qui le auto saranno più grosse, ma sono mediamente più moderne (dai, basta guardare Google Street View per vedere che genere di auto circolano in Sicilia eheh) e quindi inquinano meno π
So cosa vuol dire “pro-capite”, ma il vero numero che bisogna guardare è quanta anidride carbonica produce complessivamente un Paese, per capire quanto deve fare per migliorare π No? Il “pro-capite”, come il professore di macroeconomia m’ha insegnato a suo tempo, nasconde molte verità che solo guardando il “quadro grande” si possono veramente mettere in luce!
camu tu lo fai ma tendenzialmente l’America è un paese che sta andando verso l’obesità perché mangia male… son tutti nodi che arrivano ad un unico pettine. Riguardo le auto, hai qualche dato che lo attesti? Io so che l’Europa mediamente consuma 160 gCO2/km mentre l’America è ancora intorno ai 250 gCO2/km.
Dai camu, apprezzo sempre i tuoi post perché sono stimolanti e utili per il confronto con qualcuno che vive dall’altro lato dell’oceano, però l’America proprio riguardo l’inquinamento è indifendibile e tutt’ora preferisce preservare lo sviluppo industriale ad una reale politica antinquinamento (tutti i presidenti che l’hanno proposto con forza non sono stati rieletti: sentivo a riguardo una trasmissione alla radio alcuni giorni fa).
Ciao,
Emanuele
@Emanuele: sempre sul discorso “pro-capite” allora se vogliamo essere proprio precisi, sono gli Emirati Arabi al primo posto con più di 30, non gli Stati Uniti π Ed Australia e Canada sono ben vicini agli Stati Uniti, con circa 18.
@Emanuele: vabbè, non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire o di chi basa i suoi ragionamenti su stereotipi e preconcetti (tutti gli americani sono obesi…) π Gli altri che avranno voglia di leggere il mio articolo e questi interventi, sapranno farsi una propria opinione in merito… Certo, tutti dobbiamo fare qualcosa. Ma rispondi solo a questo: tu la fai la raccolta differenziata?
Innanzitutto sul sito della World Bank trovi i dati 2005 e non 2009, seconda cosa è vero che il consumo pro-capite sia maggiore negli Emirati Arabi, ma li fortunatamente si tratta di pochissimi ricchi che effettivamente consumano come se il pianeta fosse un semplice grande cestino. Gli Stati Uniti hanno un effetto molto più devastante considerato il numero di persone! Ovviamente Australia e Canada non sono da meno ma stavamo parlando dell’America in questo momento…
Riguardo l’obesità posso dirti che lo stesso stereotipo lo stai applicando al siciliano/italiano. Io faccio la raccolta differenziata (mia madre è attentissima e sceglie persino la busta in base ai prodotti da raccogliere) ma questo non fa testo tanto quanto il fatto che tu sia più magro dell’americano medio. Facciamo la raccolta differenziata persino durante i campi scout quando ci troviamo nei boschi e difficilmente incontri le campane per i differenti materiali! Ma, ripeto, non fa testo.
Infine… è ovvio che chi passerà da qui trarrà le sue conclusioni. L’America è un bel paese, tanto avanti per certi aspetti ma sicuramente non per la sua azione concreta (INTERNA) verso la salvaguardia del pianeta.
Ciao,
Emanuele
@Emanuele: “ovviamente Australia e Canada non sono da meno ma stavamo parlando dell’America”. Ecco, questo non capisco: ma perché la gente si accanisce solo contro gli USA? Gli altri inquinatori (Cina ed Australia in testa) non è che sono poi così trascurabili. Infine non sono d’accordo sulla tua ultima frase, ed io lo vivo ogni giorno l’impegno che c’è qui. Tu da cosa deduci la tua affermazione sullo scarso impegno degli USA? Da quello che dicono i giornali?
Ma perché stai generalizzando? Io non sono accanito contro gli USA ma nell’articolo li hai messi tu al centro della discussione e per questo ho iniziato a parlarne! E’ ovvio che anche il Canada (che non è tanto distante dagli Stati Uniti né politicamente né fisicamente…) e l’Australia si preoccupano poco. Sull’Australia però – fortunatamente – c’è il *vantaggio* che il loro apporto sebbene a livello pro-capite sia alto, è limitato avendo una popolazione totale pari ad 1/3 di quella italiana e 1/15 di quella americana.
Riguardo l’impegno camu… prova a guardare le cose con un pizzico di malizia in più. E’ vero che apparentemente si fa tanto ma poi i livelli di inquinamento cambiano poco. La politica (che, ricordiamocelo, è frutto del voto/volontà dei cittadini) non punta realmente ad inquinare meno (e i dati che sia tu che io abbiamo uscito alla fine lo mostrano) dove invece ce ne sarebbe più bisogno. Il riciclare fa bene, migliora la cultura e la sensibilità al problema ma è un ago in un pagliaio ben più grande purtroppo!
Ciao,
Emanuele
@Emanuele: prima dici di ragionare “pro-capite” e poi guardi la popolazione totale, mettiti d’accordo π Allora convieni con me che Cina ed Europa, nel complesso, inquinano più degli Stati Uniti guardando alla popolazione totale? In merito al parlare degli Stati Uniti, proprio all’inizio dell’articolo in effetti dicevo appunto “ma perché parliamo solo degli Stati Uniti?” π L’ipocrisia dell’Italia (e di ogni altro Stato) che ha firmato a Kyoto ma non ha fatto nulla, non la teniamo in considerazione? Era questo il senso del mio intervento…
camu, guardo i dati in base a ciò che serve per definire il problema. E’ giusto parlare di inquinamento pro-capite però è anche vero che gli effetti sul pianeta da parte dei diversi stati vanno analizzati anche globalmente ed è per questo che l’America ha un “apporto” maggiore in tal senso degli Emirati Arabi o dell’Australia e minore della Cina.
Riguardo l’ipocrisia degli stati, qui divento *cattivo* con tutti e il discorso diventa molto più filosofico circa la società odierna in cui l’unico interesse da perseguire REALMENTE è quello della ricchezza, dell’agio e della comodità. Scrivono documenti, intese e trattati, ma alla fine è SICURO che si potrebbe fare di più ma questa scelta cozza con le pressioni industriali che pensano ai profitti e non all’ambiente.
C’è da parlare della cultura del consumismo (e qui ahimé l’America fa una brutta figura col conio del detto – e della filosofia – “usa e getta” negli anni ’70) e dell’interesse del singolo che prevale quello comunitario. C’è un discorso così grande che son sicuro nessuno ne uscirebbe senza colpa. Né l’America, né l’Australia, né l’Italia, né tu, né io.
Ciao,
Emanuele
Premetto che devo leggermi tutti i vostri commenti….discussione Emanuele/Camu e quindi spero non ripetere quanto gia detto.
Camu , io sono sempre stato un sostenitore del cambiamento delle persone e non delle nazioni. E la lista di piccoli cambiamenti giornalieri che citi nel post sono sicuramente la giusta strada.
Sinceramente mi pare pero’ che proprio per quanto riguarda questi cambiamenti giornalieri gli Stati Uniti in toto ( e non solo New York dove vivi) sono molto molto molto piu indietro rispetto l’Europa e l’Italia. Non credi ?
@emanuele: no, non credo π A meno che a Pittsburg non siate ancora davvero all’età della pietra in tal senso. Ma mi sembra di capire che sono io quello che abita in un universo parallelo dove le cose funzionano in maniera diversa. Sarò vittima di qualche teoria quantistica o di un flash forward?
camu (mi re-inserisco ma mi do una martellata sulle dita perché significa riaprire tutto… :-D), secondo me devi anche considerare che tu vivi in un quartiere, in una città. Non “vivi” l’intero Stato, così come io vivo in un angolo d’Italia. Io posso osservare che io, il mio vicino di casa e quello del piano di sotto facciamo la raccolta differenziata, però magari il dato finale non coincide con ciò che prendo in considerazione. Se mi limitassi al mio “intorno” potrei pensare che Palermo sia la città numero 1 per i rifiuti, al pari della Svezia… invece non è così. Analogamente prova a renderti conto che gli Stati Uniti sono un continente enorme e variegato… talmente grande che i dati che ne escono sono quelli che abbiamo discusso sopra. Tu vedi auto moderne nella tua zona, ma il dato reale è che la norma anti-inquinamento per la vendita di auto è ancora lontana dalle restrizioni europee (che hanno già un tetto di emissioni dimezzato!).
Ripeto, l’America è avanti per tante cose… ma su questo campo ha tanti gradini da recuperare.
Ciao,
Emanuele
PS: scusa se te lo dico ma mi sembri un tantino fazioso in questo post… e comprendo il tuo entusiasmo per il posto in cui vivi, così diverso da quello che hai lasciato. Entusiasmo dovuto inoltre al coraggio di una scelta che comporta tanti sacrifici… però non far trasformare quest’entusiasmo in due fette di prosciutto che trasformano ogni cosa che vedi li in un mondo rosa e perfetto. Non esiste un paese perfetto in fin dei conti. Non lo è la Svezia, non lo è l’Italia, non lo è l’America.
@Emanuele: mi dispiace che il mio articolo sia stato travisato, il mio prof d’italiano mi diceva sempre che non ero bravo a spiegarmi π Lungi da ma dal dire che gli Stati Uniti sono un Paese perfetto, ma è proprio qui il punto: quelli che contestano Obama, stanno guardando la pagliuzza (o la trave) negli occhi degli americani, ma trascurano il palo che hanno infilato nel proprio occhio. La spocchia ce l’hanno i manifestanti che citano solo chi vogliono citare, e si dimenticano che i colpevoli dell’inquinamento globale sono tanti: Cina, Canada, Australia, Russia, e via dicendo. Quello che critico io è questo protestare “a senso unico”, assolutamente controproducente per un sano e costruttivo dibattito in materia. Ripeto, non è un voler dire che gli USA sono perfetti (io non riesco a leggere il mio articolo in tal senso, ma evidentemente non sono obiettivo), è un voler dire che le colpe vanno equamente divise. Cosa che sui giornali non traspare affatto.
In quanto alle norme anti-inquinamento, mi risulta che quelle della California siano almeno altrettanto restrittive di quelle europee. Comunque non è puntando il dito contro gli altri che si risolvono i problemi, direi. Non è un gioco a chi ce l’ha più grosso (l’inquinamento) ma a chi può dimostrare di star facendo di più. E questa coscienza (questo il senso del mio intervento) deve nascere dal basso.
Ma ripeto, mi sembra di essere il solo a pensare di star facendo un ragionamento sensato.
camu, nuovamente, la California è solo 1 di 50 Stati. E’ una fetta che vale la metà degli abitanti italiani. E’ un buon caso tanto quanto può esserlo il nord Italia ma non rappresenta l’intero USA.
Riguardo le critiche, capisco ciò che dici ma mi rendo anche conto che gli Stati Uniti sono anche un paese pronto a dichiararsi paladini di ogni bene. Iniziano guerre un po’ ovunque spacciandole per missioni di pace (bello l’anacronismo di una guerra per la pace), mentre dietro ci sono PALESI interessi economici (non dirmi che non è così perché al mondo esistono centinaia di altri paesi sottomessi da dittature e l’America però non se ne interessa minimamente: ti chiedi mai perché? Se l’interesse fosse la pace e un sincero senso d’altruismo penso che sarebbero intervenuti anche li…).
Si fanno avanti continuamente parlando di politiche ecologiche per salvare il pianeta ma poi il dato di fatto è quello evidenziato sopra: internamente sono uno dei paesi più inquinanti del mondo. Parli di stati che sono bravi a guardare le pagliuzze altrui… ma anche qui, non credi che gli Stati Uniti non siano da meno?
Ciao,
Emanuele
@Emanuele: occhio che in California abita circa 1/9 della popolazione degli interi Stati Uniti, quindi dire che è “solo uno di 50 stati” è abbastanza fuorviante… E poi che c’entra ora il discorso della guerra? Mi sembra un po’ fuori tema ed alquanto qualunquista come discorso. E’ come se io dicessi: i Siciliani si proclamano paladini della giustizia ma poi non riescono ad eradicare la Mafia perché sono tutti mafiosi… non ha senso come ragionamento π E, ripeto, è fuori tema. A meno che non vuoi dire che guerra ed inquinamento sono da collegare in maniera diretta. Ad ogni modo, la tua affermazione “Iniziano guerre un po’ ovunque” è falsa e tendenziosa π Al momento gli Stati Uniti sono coinvolti in soltanto DUE (e non “tante” come sottintende la tua frase) grosse operazioni (vedi Wikipedia).