Dopo tre settimane, posso dirlo, inizio a prendere il ritmo della vita quotidiana. Mi capita così di notare alcuni dettagli sul “funzionamento delle cose” che in genere, quando venivo in America come turista, non osservavo. Ecco allora che mi viene voglia di scrivere due righe su alcune cose che andrebbero sicuramente importate anche in Italia, ed altre che invece sarebbe bene evitare. Affinché il Belpaese non sia solo bravo a copiare dall’estero le cose peggiori. Non sono grandi teorie, ma piccoli dettagli che rendono più facile il trascorrere dei giorni.
Prima le buone notizie
- Incentivare la diffusione degli scuolabus: sollevano i genitori dall’onere di accompagnare i figli a scuola, danno una garanzia del servizio, sono un ottimo rimedio contro traffico e congestione delle città (e quindi contro l’inquinamento). Qui li vedo dappertutto: città, periferie, sobborghi; non c’è strada che non sia battuta da questi tipici furgoncini gialli con le luci lampeggianti, proprio come quelli dei film.
- Uffici pubblici e servizi aperti, almeno un giorno, fino alle 7 di sera: in Italia non me la immagino proprio la Motorizzazione aperta il Giovedì fino a quell’ora, e meno ancora la mia banca di fiducia. Anzi, prima chiudono e meglio è per loro. A tutto svantaggio di chi lavora tutto il giorno, ma ha anche pratiche da sbrigare con questi uffici, e quindi è costretto a prendere un permesso dal lavoro.
E poi le cattive
- Vendere le sigarette in farmacia: per è proprio un controsenso, andare a comprarsi un farmaco per curare una malattia, e poi avere uno scaffale con tutte le marche di sigarette a disposizione. Se la farmacia è un luogo dove si ottengono rimedi per i malanni del corpo, che c’entrano le sigarette?
- Non rinunciare al “passeggio” in centro: qui non è mai stata un’abitudine, la gente si muove per recarsi da un posto all’altro, non per il semplice piacere di gironzolare e chiacchierare con gli amici. Per fare questo ti tocca infilarti in uno dei soliti bar con il bancone centrale e le sedie a trampolino. Sicuramente scomodo per chi è abituato diversamente.
Commenti
Beh, il primo punto mi sembra che lo facciano anche qui, però solo alle elementari 🙂
Si, forse dalle tue parti, ma quando stavo in Italia, dalle mie parti non ne ho mai visto uno… e dire che per andare al lavoro passavo tutte le mattine davanti ad una scuola elementare (con tanto di ammucchiata di genitori e caos del traffico).