due chiacchiere

Fiori di loto bianchi in Sicilia

Un amico siciliano mi parlava tempo fa di questa serie televisiva, The White Lotus, e della seconda stagione che hanno girato nientepopodimeno che dalle parti di Taormina. E così, un po’ per sano orgoglio nazionale di vedere la propria terra come palcoscenico di una produzione americana, un po’ per la curiosità di uscire dal canone delle serie distopiche che seguo spesso, in questi giorni ho fatto un po’ di binge watching mattutino (si potrà tradurre in italiano, questo modo di dire?) ed ho appena finito di guardare la seconda e la terza stagione. Forse sarò di parte, ma mentre quella ambientata in Sicilia mi è tutto sommato piaciuta per l’ironia tricolore che permea le varie storie, quella ambientata in Thailandia mi ha lasciato abbastanza deluso, per la narrazione lenta, le colonne sonore deprimenti, e le storie quasi scontate.

A dire il vero, ho saltato la prima stagione, perché ho letto che non fosse granché, ed anche perché trattandosi di un’antologia, non serviva andare in ordine cronologico per capire i fatti delle stagioni successive. La seconda stagione, a mio parere, offre qualche spunto di riflessione, esplorando i rapporti sentimentali come solo noi italiani sappiamo fare. Il contrasto tra una terra semplice e gli ospiti ricchi americani che sembrano non avere molto da raccontare di sé, è la scintilla che da vita a situazioni surreali ma allo stesso tempo scontate.

Di certo mi ha fatto piacere ritrovare due delle attrici che avevo visto in Doc, Nelle tue mani, Beatrice Grannò e Simona Tabasco. E di vederle recitare a fianco di grossi calibri come Aubrey Plaza (che ho amato in Legion) ed F. Murray Abraham. Forse proprio il cast è quello che salva questa seconda stagione, oltre al palcoscenico siciliano, e la rendono un briciolo più tollerabile. Per il resto, le storie sembrano essere stanche già in partenza. Le due coppie di amici formate da Harper/Ethan e Cameron/Daphne si giudicano a vicenda sul loro modo di vivere, si chiedono continuamente “che ci facciamo qui”, e rimane sempre tra loro un sottinteso non espresso, che porta ad un accumulo di tensione che si trascina ed esplode nella puntata finale.

Insomma, non certo un capolavoro che rimarrà per sempre nel firmamento delle serie tv indimenticabili, ma una produzione tollerabile se proprio non si ha nulla di meglio da fare la sera.

Commenti

  1. Trap ha scritto:

    Esatto, abbiamo iniziato la prima puntata della prima serie e subito l’abbiamo accantonata 😁 non è il nostro genere

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    1. camu ha scritto:

      Ecco, allora confermi il mio parere. Qui in America invece la gente ne è rimasta entusiasta…

      Risposte al commento di camu

      1. Trap ha scritto:

        Beh, è una serie in profondo stile americano

        Risposte al commento di Trap
        1. camu ha scritto:

          Gli americani hanno proprio gusti diversi 😀 Noi europei vogliamo qualcosa di più profondo, coinvolgente…

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