due chiacchiere

Gli insopportabili

Una volta c’erano gli Intoccabili, memorabile pellicola con attori d’eccezione, in cui veniva pronunciata la famosa frase di Robert De Niro “sei solo chiacchiere e distintivo” urlata sulle scale. Avevo chiesto al regista di modificare la frase in “sei solo due chiacchiere e distintivo” ma non c’è stato verso di convincerlo. Oggi invece vanno di moda gli insopportabili: nel contesto individualista che ci stiamo costruendo intorno, li incontriamo uscendo di casa, sull’autobus, al semaforo a lavarci il vetro dell’auto, e soprattutto in ufficio. Vorrei riportare alcuni passaggi di un bellissimo intervento di Daria Bignardi sull’argomento.

Gruppo di giovani impiegati in pausa pranzo al bar: uno in Lacoste verde con l’accento toscano dice alla collega in camicione rosa: «L’hai capito che ora il mobbing non è più reato e ti posso tormentare quanto mi pare e piace?».

Lacoste verde scherzava, ma il messaggio passato nei giorni scorsi è che la Cassazione stabilisce che il mobbing non è perseguibile. In realtà, ha spiegato il procuratore Marcello Maddalena alla Stampa, «la Cassazione ha ribadito che non c’è reato penale di mobbing e quindi sarebbe opportuno disciplinare questa figura».

Io sono sempre stata per dirsi le cose e far esplodere i conflitti, in nome dell’autenticità e della profondità, ma invecchiando capisco che non sempre è la scelta migliore. Ci sono persone che non sono in grado di reggere un confronto diretto, e imporglielo diventa prepotenza. Come sempre, è una questione di equilibrio e sensibilità. Per usare una delicata sintesi: probabilmente i deboli vanno protetti ma gli stronzi no. I noiosi? Dipende. Se sono noiosi buoni, sì. Se invece sono noiosi aridi ed egoisti, che mangino pure in mensa da soli.

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