L’ho già scritto in passato: tra i vari podcast che ascolto la mattina mentre faccio una passeggiata intorno al campetto di calcio qui vicino, ce n’è uno dove di tanto in tanto invitano l’avvocato Maurizio Bianconi, un uomo che apprezzo per la sua schiettezza. Un toscano genuino, uno di quelli che non fanno giri di parole quando devono criticare qualcosa, che non indorano la proverbiale pillola. Di recente parlavano della situazione in Europa, a seguito della rielezione della Von der Leyen (spero di averlo scritto giusto, stavolta), e sono d’accordo con quello che dice Bianconi: le ultime elezioni non hanno segnato una “svolta a destra”, ma semplicemente una svolta verso valori più ragionevoli. Venendo a mancare i tre pilastri su cui questi parrucconi hanno costruito l’Europa degli ultimi 40 anni (difesa americana, gas russo e mercati cinesi), gli equilibri del Vecchio Continente nei prossimi decenni sono destinati a cambiare profondamente, e la gente ha voluto mandare un segnale. Peccato che sia rimasto inascoltato. Ha fatto bene la Meloni a votare contro, perché è rimasta coerente con la sua linea politica, al contrario di tanti altri.
Io è ovvio che non sto dalla parte della Von der Leyen, però l’analisi la devo fare obiettiva. In questo senso: che tutto quello che ha comportato, o che viene attribuito comunque all’Europa, ha comportato sicuramente un impoverimento generale della popolazione, specialmente del ceto medio. Questo è un dato obiettivo, non è un dato soggettivo. La preferenza di certe scelte economiche e politiche ha sicuramente penalizzato più il sud dell’Europa che non il nord dell’Europa. E che quindi a noi l’Europa ha soltanto creato, obiettivamente, dei danni, perlomeno sull’immediato.
La gente va a votare e si ribella a tutto questo. Stupidamente, e qui la stampa ha una grande responsabilità nei media, si ritiene che ci sia una svolta a destra. E’ una puttanata! Non è una svolta a destra, perché la destra estrema l’hanno già isolata in un gruppo su 19-20, non so quanti sono. E’ una svolta nel rispetto di quelle forze che hanno sempre difeso l’identità, il Paese, la famiglia, il piccolo artigiano, la media industria, gli agricoltori. E che, impropriamente, viene chiamata destra o destra reazionaria. E’ la gente comune. Una volta avrebbero votato la democrazia cristiana, tanto per capirsi, quello che voglio dire. Questa gente qui gli ha detto: “fate piano, rispettateci, fate quello che volete, ma rispettateci. Tenete conto delle nostre difficoltà”. E gliel’hanno detto nell’unico modo in cui sono stati capaci: o non sono andati a votare, o hanno votato queste forze.
Quando c’è un sommovimento popolare che ti porta il 53% della gente a andarvi nel culo perché non viene neanche a votare, e quell’altro 47% c’è un cospicuo avanzamento di chi vuole, diciamo così, il cambiamento perché chiamiamolo così, ma in realtà vuole queste cose qui, e te fai finta di niente? Quando non si riesce democraticamente a trovare la quadra, dopo ci sono i ribellismi, e dopo i ribellismi ci sono le rivoluzioni. Voi guardate cosa sono stati capaci di fare in Germania. In Germania è un popolo dove van tutti in fila fanno quel che gli dicono. E’ gente disciplinatissima, ed han portato i trattori sotto l’arco di Brandeburgo!