due chiacchiere

Vita da Carlo 2

Sono già passati più di due anni da quando il buon Nicola mi ha fatto scoprire una simpatica serie TV di uno dei miei attori italiani preferiti di tutti i tempi: Vita da Carlo. Da poco ho finito di guardare la seconda stagione, e sebbene non mi abbia appassionato come la prima, devo dire che qualche risata di gusto me la sono fatta, seguendo le avventure di Verdone, affiancato in quest’occasione nientepopodimeno che dal cantante Sangiovanni. Attraverso i vari episodi, devo ammettere di aver avuto l’impressione di sbirciare dietro le quinte della vita ansiosa (come dimenticare lo scherzo al cardiopalma che gli hanno fatto quelli di Scherzi a parte negli anni 90) di un uomo che cerca di accontentare tutti sforzandosi di mantenere quell’equilibrio mentale che gli equivoci e gli imprevisti mettono in pericolo.Prima di continuare il solito avviso: nel seguito svelerò dettagli della trama, quindi fermati qui se non vuoi rovinarti la sorpresa.

Carlo Verdone fa un'espressione perplessa in una scena della serie tv

Numerosi i camei d’eccezione, in questa seconda stagione, da Christian De Sica (con cui Verdone ripropone l’iconico balletto di Borotalco), a Zlatan Ibrahimovic, passando per Maria De Filippi (che, poverina, ce l’ha messa tutta, ma è proprio negata come attrice), Stefania Rocca e Claudia Gerini, impegnata quest’ultima nella riproposizione di una delle scene più iconiche di Viaggi di nozze. Fino ad arrivare a Fabio Traversa, l’attore che interpretò Fabris in Compagni di scuola, che dopo 35 anni vuole finalmente far pagare a Verdone il fatto di avergli attaccato addosso un personaggio che nessuno più è riuscito a sfilargli. Lungo questo canovaccio di base s’innestano varie altre storie, dalla gravidanza della figlia del protagonista, che non rivela chi sia il vero padre, al rapporto con Sangiovanni, prescelto dal produttore per interpretare proprio Verdone in questo metaverso allegorico.

Insomma, il cast c’è tutto, e le vicende hanno un sapore sincero e credibile. Manca forse un pizzico di entusiasmo, che sembra aver caratterizzato la prima stagione più che la seconda. Ma forse anche queste serie TV non sono altro che uno specchio dei tempi, in cui l’incertezza per il futuro inzuppa ogni cosa e rallenta il ritmo narrativo un po’ troppo. Di sicuro sono già pronto per quando uscirà la terza stagione, già annunciata.

Commenti

  1. Franco Battaglia ha scritto:

    Mi piaceva Carlo Verdone. Poi ha sbragato indecorosamente. Come tanti altri.
    Di Vita da Carlo mi è bastato una puntata del primo. Al livello delle sue ultime pellicole.
    Mi ricordo In viaggio con papà, dove anche Sordi iniziava a dover dire parolacce per far ridere il pubblico beota. La resa della comicità a favore della grezzitudine.
    Che tristezza.

    Risposte al commento di Franco Battaglia

    1. camu ha scritto:

      Che sia cambiato rispetto ai tempi dei suoi personaggi di Bianco, Rosso e Verdone o Borotalco non c’è dubbio. Personalmente ho sempre considerato C’era un cinese in coma ed Il mio miglior nemico con l’allora popolare Muccino, come i due film che hanno veramente segnato quella svolta, quel cambiamento oserei dire “strutturale” nel modo di interpretare i suoi personaggi.

    2. Trap ha scritto:

      Neanche a me è piaciuta la prima stagione, tanto che ho staccato dopo 3 sole puntate.
      Non invidio Verdone, che è tutta la vita che porta la pesantissima etichetta di “erede di Alberto Sordi”, per cui in parte deve rispondere alle aspettative di chi ha visto quei film.
      Anche quest’ultimo ha avuto una fase calante, anche perché con il tempo è inevitabile che cambino i gusti della gente e che un certo modo di fare film non “tira più”, è successo a molti altri, come Fantozzi.

      Risposte al commento di Trap

      1. camu ha scritto:

        Si, forse io mi accontento di poco, dopo anni passati a guardare film americani, dove in genere il protagonista maschile o è uno che maneggia pistole ed attentatori come fossero caramelle, tra mega esplosioni ed inseguimenti mozzafiato, oppure è un cretino senza cervello. Almeno nei film e nelle serie tv italiane, si vive più la realtà quotidiana senza estremizzazioni, con un po’ di genuino umorismo. Ed a me basta questo prosaico racconto di spaccati di vita con cui posso relazionarmi, per gustarmi un po’ più la storia.

        Risposte al commento di camu
        1. Trap ha scritto:

          Intervista ad Alberto Sordi su Totò:

          Ho lavorato una sola volta con Totò, nel 1951. Il film era Totò e i Re di Roma, il mio personaggio: un maestro di scuola che bocciava Totò alla licenza elementare. Non l’ho molto frequentato, però ci incontrammo dopo, quando io giravo Un americano a Roma; lui espresse il desiderio di conoscermi, di stare insieme, e mi invitò a cena nella sua casa ai Parioli. Mi chiese subito di dargli del tu, anche se io gli confessai la mia emozione nel trovarmi di fronte all’esempio vivente del comico tradizionale, colui che, al solo apparire, in teatro o sullo schermo, conquistava il pubblico prima ancora di dire «Buonasera».
          […]
          Certo, la mia carriera è stata molto diversa da quella di Totò. Io non facevo ridere di colpo, dovevo studiare per far emergere quell’ironia che avevo dentro e che rispecchiava la realtà del momento, sulla scia del neorealismo; dovevo creare situazioni, storie, personaggi.

          A lui tutto questo non serviva, ma era molto interessato a capire come si evolveva il cinema, sentiva che stava nascendo un genere in cui, al contrario del passato, il comico non poteva essere solo “presenza” fisica. Credo avesse capito che la nascita della commedia all’italiana faceva emergere altri tipi di personaggi che ugualmente potevano far ridere la gente, anche se lui dominava ancora il cinema comico. Insomma, Totò era il massimo allo stato puro, all’altezza di Charlot e di Buster Keaton. Oggi si riconosce che lo si può capire dovunque mentre noi abbiamo parlato una lingua sconosciuta oltre confine, pur rappresentando, comunque, qualcosa di artisticamente diverso.

          Molto interessante questo incontro tra cinema comico “vecchio” e quello “nuovo” (per quei tempi).

      2. Samuele ha scritto:

        Fermo Trap.
        Come Fantozzi?

        Io riguardo i film di Fantozzi (i primi 3) e rido ancora adesso come un pazzo.
        Fantozzi è per sempre.

        Risposte al commento di Samuele
        1. Trap ha scritto:

          Quello che volevo dire è che anche Fantozzi, come gli altri, nella fase finale ha avuto una fase discendente. Pensavano che facendo i film alla stessa maniera dei primi (Fantozzi 2000 – La clonazione) attirasse il pubblico, almeno quello fedele, ma non è stato propriamente così.

          Risposte al commento di Trap
          1. Samuele ha scritto:

            Si, gli ultimi erano inguardabili, tristi.
            Però almeno i primi 3 sono un capolavoro.

            Risposte al commento di Samuele
            1. camu ha scritto:

              Si, anche io concordo sul fatto che gli ultimi erano semplicemente un triste frullato di gag riciclate che nel frattempo erano invecchiate male… Concordo che i primi 3 non si toccano 😀 Che ne sanno i giovani d’oggi…

  2. Franco Battaglia ha scritto:

    Se hai un Netflix a disposizione ti consiglio Il metodo Kominsky. Comicità d’altro livello. Se la vedesse Verdone aprirebbe un’edicola.

    Risposte al commento di Franco Battaglia

    1. camu ha scritto:

      Non conoscevo questa serie, grazie. Michael Douglas poi è uno dei miei attori americani preferiti, sin dai tempi di Un giorno di ordinaria follia. La guarderò volentieri.

  3. Samuele ha scritto:

    C’è un episodio con Verdone che mi hai fatto tornare in mente e che voglio raccontarti.
    Qualche anno fa ero il fotografo del Festival della Commedia a Montecarlo e lui era presente per ritirare un premio alla carriera. Viene chiamato da Ezio Greggio, sale sul palco, ritira il premio, qualche battuta e poi scende. Io ero proprio dalla scala e mentre mi si avvicina inciampa in uno scalino e gli viene istintiva un’espressione romanesca un po’ volgare tipica dei suoi film. Era uguale, in quel momento mi è sembrato davvero di essere dentro una sua pellicola. Quando poi in sala stampa abbiamo parlato sono arrivato alla conclusione che lui non recita, è proprio così. Uguale.

    Risposte al commento di Samuele

    1. camu ha scritto:

      Bellissimo. Ed è esattamente questo che ho sempre apprezzato di lui, rispetto a tante altre star paparazzate che si sentono chissà chi.

  4. kOoLiNuS ha scritto:

    La stagione due non l’ho vista. Non mi piace l’idea di dover tirar giù altri soldi oltre a tutti quelli che pago per le varie piattaforme, mi annoto mentalmente quindi la tua recensione e passo avanti.

    Saltando di palo in frasca posso segnalarti due serie di animazione su Netflix? Arcane e Blue Eyes Samurai… poi mi dirai!

    Risposte al commento di kOoLiNuS

    1. camu ha scritto:

      Ma tu stai diventando l’omologo italiano di José, il mio spacciatore di fiducia (di serie TV, si capisce) qui in America 😍. Ho appena guardato il trailer di Arcane, che non conoscevo, e già so che lo guarderò a giudicare sin dai primi fotogrammi, perché ho un debole per quello stile di animazione che hanno usato. All’epoca, ad esempio, mi era piaciuto Undone proprio per quel motivo. Ecco, come vedi basta poco per farmi felice!

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