Tre anni fa, accidenti come vola il tempo, scrivevo una recensione su una serie TV italiana che mi aveva abbastanza appassionato: Doc, Nelle tue mani. Mentre la seconda stagione ci raccontava in presa diretta le difficoltà di gestire un ospedale durante la pandemia, la terza, che ho finito di guardare qualche mese fa, ha scelto di analizzare, come tema di fondo, l’abuso di benzodiazepine nell’ambito sanitario. E proprio di questo vorrei parlare oggi, avendo incontrato in Sicilia, durante la mia permanenza estemporanea dello scorso novembre, persone che per anni hanno abusato di questa tipologia di farmaco, e gli effetti devastanti che ho notato sulla loro salute mentale, ed il declino cognitivo che ne consegue. Persone che sono diventate praticamente un guscio vuoto, all’interno del quale non è rimasto praticamente più nulla in termini di carattere e personalità. Sintomi simili a quelli riscontrati in pazienti affetti da Alzheimer, in cui la demenza senile rinchiude per sempre in un angolino nascosto la coscienza di un individuo.
Per chi non conoscesse questa classe di psicofarmaci, forse qualche nome commerciale può aiutare: si va dal Valium al Lexotan, dal Tavor al En ed allo Xanax. Antidepressivi Ansiolitici che aiutano il cervello a superare stati d’ansia estremi, a migliorare la qualità del sonno, a gestire attacchi di panico e via dicendo. Tutto molto bello quando vengono usati in maniera sporadica per situazioni particolari. Peccato che, un po’ come le tante droghe illegali che ci fanno tanto indignare come società perbenista, anche questi farmaci creano dipendenza. Una dipendenza legalizzata che porta la gente a cercare molecole sempre più forti, sempre più mirate, sempre più efficaci. E la ricerca ci dice che in realtà esiste una correlazione tra l’abuso di benzodiazepine a lungo termine e la comparsa di sintomi legati all’Alzheimer.

Una ricerca di qualche anno fa mostra come certe regioni d’Italia consumino più psicofarmaci rispetto ad altre (posso capire la Val D’Aosta con il freddo e tutto, ma la Liguria con il suo bel mare?), fino a quasi tre volte tanto, specialmente al nord. Immagino che il Covid e tutto quello che ne è conseguito a livello sia economico che sociale, avranno pur contribuito all’incremento dell’uso di questa categoria di medicinali, ma temo che il quadro non era roseo già prima della pandemia. Ho visto persone durante il mio viaggio in Sicilia che fanno uso di questi farmaci da decenni, e gli effetti sulla loro psiche sono stati assolutamente devastanti.
Considerando quello che ho visto, vorrei fare un appello su queste pagine. Se anche tu ti trovi in una situazione difficile in cui la tentazione di assumere benzodiazepine diventa sempre più forte, per sfuggire al malessere interiore che quasi non ti lascia respirare, pensaci due volte, e prova a cercare altre soluzioni che non siano necessariamente farmacologiche: considera l’uso terapia psicologica, o cerca di entrare a far parte di un gruppo laico o religioso, o ancora partecipare ad attività sociali di vario tipo, ma non lasciarti intrappolare dagli ansiolitici: è una strada a senso unico dalla quale non riuscirai più a tornare indietro.
Commenti
Blogredire ha scritto:
Coltivare un orto è un buon aiuto!
Ciao
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camu ha scritto:
Verissimo, attività di questo tipo sono quelle che ho esattamente consigliato a queste persone. Anche prendersi un acquario e curare una manciata di pesci rossi può essere terapeutico, per non parlare di un gattino o un cagnolino da accudire. Oppure farsi una bella passeggiata in riva al mare tutte le mattine. Un vecchio modo di dire italiano ci ricorda che Gesù dà il pane a chi non ha i denti: io che abito nel gelido New Jersey non vedrei l’ora di farmi due passi in riva al mare a respirare l’aria salmastra che per me è più inebriante di una droga, e queste persone che il mare ce l’hanno a disposizione, se ne stanno tappate in casa a prendere pillole.
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Trap ha scritto:
Verissima la frase sul mare. Pensa che ho un’amica a Sciacca, dove come dici tu il mare è a due passi, ma la popolazione residente “riempe” le spiagge solo in luglio ed agosto!
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camu ha scritto:
Cose che mi mandano ai matti 😀 E’ come abitare in montagna e non andare mai a fare due passi tra i boschi…
Trap ha scritto:
E’ sempre la solita storia: costano meno le “pasticche” le quali danno effetti immediati che mettere su in piedi centri di cura con personale, ecc ecc… tutto si riduce ad un fatto economico.
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camu ha scritto:
Assolutamente si, il portafogli delle aziende farmaceutiche e dei medici compiacenti è sempre quello che vince in queste situazioni.
Davide ha scritto:
Ansiolitici, non “antidepressivi”; per il resto concordo al mille per mille.
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camu ha scritto:
Hai ragione, ottima osservazione, ho corretto l’articolo. La cosa più triste è che più li usi, e più alta diventa la dose, visto che il cervello si abitua e lo stato d’ansia ritorna imperterrito. Ciò che queste persone non capiscono è che non è la medicina a fare la differenza, ma lo stato d’animo ed il carattere cronicamente negativo con cui vivono la propria vita. Il farmaco è semplicemente un modo per nascondersi dietro questa verità.