Tra le varie riviste che leggo sull’autobus per sfruttare il tempo del tragitto casa-lavoro, c’è Discover, qualcosa di simile all’italiano Focus. In uno degli ultimi numeri si parlava di cellule staminali, e di come l’amministrazione Obama abbia dato un bell’impulso sulla questione, rimuovendo un po’ dei divieti imposti dal suo predecessore. La tecnica sta facendo passi da gigante in questo settore, e già si sperimentano cellule in grado di riparare organi o di restituire funzionalità alla gente. Basta pensare a come sarebbe la vita per i diabetici, senza la puntura quotidiana di insulina, o la vita per i non udenti a cui è stata ricostruita la parte “difettosa” dell’orecchio interno. Certo, come in tutte le cose, c’è sempre da stare attenti all’uso che si fa di queste innovazioni. Qualcuno potrebbe progettare una nuova specie di esseri umani “evoluti”, ma come già dicevo in un mio precedente intervento, anche questo alla fine fa parte del gioco. Non ci resta che rassegnarci: prima o poi, per vie naturali o artificiali, arriverà l’homo evolutus che farà a noi quello che noi abbiamo fatto ai cugini di Neanderthal qualche migliaio di anni fa. Nel frattempo, mi piace tenermi informato sui progressi in questo settore: tipo l’altro giorno leggevo che persino il Vaticano sta ammorbidendo le sue posizioni. Di fatto aprendo una nuova frontiera in campo religioso sull’argomento. Come si dice in questi casi, la faccenda inizia a farsi interessante.
Commenti
Ciao,
qui in Italia abbiamo avuto una proposta referendaria senza esito in quanto la popolazione non ha legittimato, con l’affluenza ai seggi, la modifica della legge in materia.
Io stesso ho scelto la via parlamentare, sono convinto che i rappresentanti di Camera e Senato abbiano maggiori strumenti per valutare grazie all’apporto di commissioni e organismi competenti.
Già dal giorno dopo non si è più parlato di fecondazione assistita (anch’essa materia della proposta referendaria) e di utilizzo di embrioni a scopo di ricerca, silenzio dai media e dalla base.
Non si hanno più notizie divulgate in modo massivo sugli esiti delle ricerche, la mia impressione è che ancora non sia opportuno mettere mano a vite concepite (se una cellula ha la potenzialità di diventare persona adulta grazie alla crescita è un organismo vivente) senza obiettivi concreti e conclamati come l’efficace terapia di malattie ancora non curabili.
Un caro saluto
Francesco
@Francesco: peccato per l’esito del referendum, un’occasione persa per mostrare di essere al passo con i tempi. Qui la ricerca è già in grado di curare alcune malattie terminali grazie alle cellule staminali. Che, attenzione, non derivano per forza “dall’ammazzare degli embrioni”, come la campagna di disinformazione italica ha lasciato capire. Grazie ai fondi di Obama, si stanno ottenendo cellule staminali da cellule “normali”, riprogrammandone il funzionamento (grazie, progetto Genoma), e questo non è che il primo passo.
Ciao,
qui per lungo tempo si è continuato a dire che solo le staminali embrionali hanno il potenziale per dare contributo alla ricerca e alla medicina.
Io che, come tutti, sono stato embrione mi auguro che le ricerche sulle cellule staminali non embrionali proseguano e vadano a segno.
Salutone
Francesco
La materia ha complicazioni etiche da tenere in considerazione ma non per questo si deve smettere di fare ricerca, mentre sarebbe il caso di smettere di fare disinformazione.
Non è la scienza o la ricerca in sè ad essere pericolosa quanto l’uso sconsiderato che se ne può fare (detta volgarmente: non è il coltello ad essere pericoloso ma lo diventa se lo usi per ammazzare o ferire).
Sono fortemente favorevole alla ricerca e all’utilizzo delle staminali siano esse embrionali che adulte.
Il discorso sulla fecondazione assistita va di pari passo; abbiamo, in Italia, una legge, in parte emendata dalla corte costituzionale, decisamente poco equilibrata anche a causa delle fortissime pressioni che la lobby vaticana ha messo in atto sul parlamento.
Una legge che impone la fecondazione di soli tre ovuli per ciclo stimolatorio e l’impianto di tutti e tre senza che si tenga conto della salute della donna.
Senza parlare del fatto scandaloso che si vieti la diagnosi pre-impianto, in quanto poco etica, e si lasci poi alla donna l’onere eventuale di abortire qualora si scoprano, attraverso amniocentesi e/o villocentesi, malformazioni del feto.
A questi temi bisognerebbe avvicinarsi con cautela, senso dell’equilibrio senza pregiudiziali ideologiche.
Ciao
S.