Raramente faccio riflessioni “filosofiche” sul mio blog (come nella vita quotidiana). Forse perché non ho mai tempo per sedermi e riflettere. Ma oggi prendo spunto da un video apparso sul blog di Pausa Perenne qualche tempo fa, per lanciare il sasso ed accendere un possibile dibattito. In breve: pare che nei videogiochi del futuro non serviranno più joystick (bastoncini della felicità, volendo tradurre in italiano) per interagire con i mondi virtuali creati dalle varie consolle. Grazie a telecamere intelligenti, basterà muoversi e parlare davanti al televisore, per ritrovarsi immersi in un’esperienza sintetica ma reale al tempo stesso.
Subito alcuni commentatori hanno iniziato a “strapparsi i capelli” (in senso figurato, s’intende) prevedendo scenari apocalittici in cui nessuno uscirà più di casa, tutti staremo davanti alla televisione, immersi nel mondo virtuale. La mia reazione è stata un secco e allora? Voglio dire, ben venga una cosa del genere, alla Matrix per intenderci. Ho sempre sostenuto che il corpo di cui siamo dotati non è altro che un’appendice del nostro cervello. Un orpello di cui non possiamo fare a meno per il semplice fatto che finora il mondo è stato basato sulla fisicità. Ma la tecnologia apre nuovi allettanti scenari. Pensa un po’: non ti toccherebbe più prendere la macchina per andare al lavoro (ovvero zero inquinamento da trasporto), non servirebbe mangiare, al cervello basterebbe qualche millivolt (credo si dica così) per funzionare, con buona pace delle mucche che potrebbero pascolare felici.
Il mondo continuerebbe a funzionare come ha sempre fatto, già da prima della comparsa dell’uomo. La gente potrebbe scegliere se continuare a vivere nel mondo reale o in quello sintetico, mantenuto operativo da robot comandati dall’interno del mondo virtuale stesso. E si eliminerebbero problemi come la sovrappopolazione, le carceri, la fame nel mondo, le pandemie, le guerre per le risorse (petrolio, acqua, e via dicendo). Non capisco perché ci sia gente che si scandalizza all’idea di abbandonare le proprie fattezze corporee per immergersi in qualcosa di molto migliore. Sì, lo so, è una cosa “innaturale” e non bisogna giocare ad essere Dio con queste cose create dall’uomo, ma io non riesco a vederla come una cosa negativa. Forse guardo troppi film di fantascienza?
Commenti
Personalmente non avevo mai pensato seriamente ai lati positivi di poter vivere in un mondo virtuale, tralasciando la fisicità e tutto il resto.
E’ molto interessante lo spunto sul nostro corpo visto come possibile inutile estensione del cervello.
Stiamo però tralasciando le sensazioni. Il tatto il gusto e l’olfatto ancora non sono riproducibili, ma riuscendo a far percepire al nostro cervello tutte le infinite sensazioni che si provano nella “real life” (compreso quello che si prova a vedere l’alba su una spiaggia semivuota d’estate) non vedo perché non approfittarne.
@Andrea Pinti: qualcuno dice che ho già visto l’ultimo film in materia (Surrogati, con Bruce Willis) la cui trama è proprio questa, ma non è così 😉 Però lo andrò a vedere volentieri. Anche se immagino già come va a finire…
Beh, alla fine è il cervello a riprodurre tutti gli stimoli, quindi se elettricamente riproducessimo quegli stimoli diretti verso il cervello, si… non ci servirebbe un corpo. E questo mi spaventa…
@Redemption: ecco, è qui che non siamo d’accordo… a me non spaventa affatto invece 😉
Non saprei, come fai a non aver paura ? Come possimiamo limitarci a definire la vita un insieme di stimoli? Ci sono tante cose che se fossimo solo una massa celebrare non potremmo neanche immaginare…
e se poi domani capisci di essere stato anni e anni immobile solo immaginando le cose? O.o
[…] da qui a 100 anni. Io ho una mia teoria personale in merito (su cui avevo già scritto un “mezzo” articolo), ma quella illustrata da Juan Enriquez è a tratti davvero inquietante. Due sono i grossi […]
[…] da qui a 100 anni. Io ho una mia teoria personale in merito (su cui avevo già scritto un “mezzo” articolo), ma quella illustrata da Juan Enriquez è a tratti davvero inquietante. Due sono i grossi […]